Rapporto n.071 del 13/09.2021 “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 10°
Queste le chiusure di VENERDI’ sera 10.09:
Tra parentesi le variazioni sulla seduta precedente in centesimi di dollaro per Bushel per semi, corn e grano, in dollari per tonnellata corta per la farina.
La reazione del mercato all’USDA di venerdì è di difficile interpretazione, perché sulla base dei numeri l’effetto dovrebbe essere quasi nullo in quanto le situazioni sono mutate leggermente. Non sto a passarvi i tanti dati che accompagnano queste statistiche, ma vi segnalo quello che ha dato il là agli aumenti sensibili del comparto Soia*. La sorpresa riguarda la Cina. A chiusura convenzionale della campagna 2020/21, le importazioni da 97 milioni di tonnellate metriche dell’USDA di agosto salgono a 99 di oggi, ma il dato che dovrebbe annullare questo effetto riguarda gli Stock finali USA 21/22 come da attese degli analisti: 35,77 milioni di tonnellate metriche VS quelle di Agosto a 31,56, pertanto un aumento netto di 4,21 MTM. Le stesse perplessità riguardano il Corn/Mais dove i numeri non dovrebbero giustificare l’aumento sopra scritto*; infatti, la produzione della Cina 21/22 da 268 milioni di tonnellate metriche dell’USDA di agosto passa a 273 di oggi; i loro stock 21/22 passano da 198,16 milioni di tonnellate metriche dell’USDA di agosto a 207,17 di oggi. Inoltre, la produzione del Brasile 20/21 diminuisce solo di 1 milioni di tonnellate metriche, passando da 87 dell’USDA di agosto a 86 di oggi, mentre la produzione argentina 20/21 aumenta di 1,5 milioni di tonnellate metriche da 48,5 dell’USDA di agosto, alle 50 di oggi. Ed ancora la produzione EUROPEA 21/22 resta invariata a 65,5 milioni di tonnellate metriche, come quella Ucraina 21/22, invariata a 39 milioni di tonnellate metriche.
Quindi un quadro che non giustificherebbe la reazione del mercato. Ma l’USDA è l’USDA: la si accetta, la si analizza, ma non la si discute. Inoltre, tenete presente che l’analisi riguarda i due emisferi con situazioni di campagna e stagionalità diverse, rapportate in un’unica foto. Il mercato nelle prossime sessioni ci dirà. Personalmente, venerdì avrei scommesso su un ribasso stando ai numeri che erano circolati nelle precedenti previsioni, ma… l’USDA comanda. Comunque, oggi è meglio stare alla finestra, il mercato deve elaborare quella che, per me, è una reazione anomala, ed è il mercato che comanda, e questo ambito è fatto da due componenti: la REALTÁ e la SPECULAZIONE, la seconda è intangibile.
L’indice dei noli B.D.Y è sceso a 3,863 punti, il petrolio wti gira a circa 70 dollari al barile, ed il cambio gira a 1,17846 ore 9,32.
Venendo invece nel nostro mercato, vi segnalo che si sta verificando una scarsità di rivendite sul mercato dei proteici per un possibile ritardo di arrivi e quindi le messe a disposizione delle merci stanno scivolando nei tempi massimi contrattuali.
Per i cereali REGNA LA CONFUSIONE MASSIMA SUL MAIS, dove però si registra una certa aggressività dell’origine francese che fa appesantire il mercato Piemontese e Lombardo, mentre dal mercato estero dell’Est si denota al contrario ancora una certa rigidità. I motivi sono molteplici e differenti: la Francia dovrebbe avere più grano uso zootecnico a discapito del mercato del mais. Dall’Est invece si vocifera di cali produttivi in alcune zone della Romania e problemi di Aflatossina per Serbia e Croazia. Ma il mercato del mais come già vi ho scritto è delicato e disturbato, occorrerà ancora qualche settimana per capire bene cosa succederà.
Per il mondo dei biodigestori, passata la campagna trinciati, si fanno avanti i più attenti a valutare fonti alternative per i mesi futuri.
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