Nell’Assemblea della Camera dei Deputati (Seduta n. 578) svolta mercoledì 20 ottobre 2021 sono state presentate e discusse le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Dagri, in vista della riunione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre 2021.
Di seguito riportiamo, in breve, alcuni punti affrontati nella comunicazione del Presidente Draghi e la replica a seguito della discussione con alcuni deputati. (clicca qui per il documento completo)
Comunicazione
Il Presidente Mario Draghi ha così aperto i lavori: “Nell’intervento di oggi intendo affrontare i temi in discussione nel Consiglio europeo di questa settimana. Si tratta di pandemia e vaccini, transizione digitale, costo dell’energia, migrazioni, commercio estero, impegni internazionali ed, in particolare, COP26.”
“Un’osservazione: è sempre più chiaro che transizione digitale, transizione ecologica ed altre grandi sfide globali, nel senso che travalicano i confini del nostro Paese o degli altri Paesi europei, non si possono affrontare con successo senza un profondo massiccio intervento dello Stato; questo è da tener presente, perché questo grosso intervento dello Stato sarà sia a livello europeo, ma anche a livello nazionale e, quindi, nel periodo in cui si discute di nuove regole, bisogna tener presente che questi grandi impegni internazionali che noi stiamo assumendo sul clima, sull’aiuto ai Paesi in via di sviluppo, sulla transizione digitale e sulla transizione ecologica possono essere affrontati, come dico, soltanto con un impegno delle finanze degli Stati molto consistente.
Riguardo il tema energia: “Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un forte aumento del costo del gas e dell’elettricità; questi rincari sono dovuti principalmente ai movimenti dei prezzi sui mercati internazionali. La domanda di energia da parte di famiglie e imprese è aumentata a livello europeo e sui mercati asiatici e ha contribuito a ridurre le scorte e le forniture disponibili. Il Governo si è impegnato a contenere il rincaro delle bollette; lo scorso giugno avevamo già stanziato 1,2 miliardi per ridurre gli oneri di sistema, poche settimane fa siamo intervenuti ulteriormente, con più di 3 miliardi per calmierare i prezzi nell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.
Si tratta di misure immediate, a cui dovranno necessariamente seguirne altre di lungo periodo, per migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e prevenire un’eccessiva volatilità dei prezzi. Il 13 ottobre la Commissione ha pubblicato una comunicazione sul tema dell’aumento del costo dell’energia; il documento descrive gli interventi emergenziali possibili per gestire la situazione attuale e ipotizza soluzioni per rendere le forniture più sicure e affidabili in futuro. Il Governo italiano ha sollecitato la Commissione a esplorare rapidamente l’opzione di acquisti e stoccaggi congiunti di gas naturale su base volontaria, con misure di medio periodo, questa strategia può essere utile per resistere meglio agli shock e sviluppare le capacità industriali di deposito. La Commissione presenterà una proposta di revisione del quadro normativo entro dicembre. Il nostro obiettivo di medio termine resta quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare sostanzialmente l’utilizzo di fonti rinnovabili. Vogliamo procedere con la transizione ambientale e rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti per il 2030 e per il 2050; allo stesso tempo, lo Stato deve tutelare le fasce più deboli della popolazione dai costi della trasformazione energetica e assicurarsi che i tempi della transizione siano compatibili con le capacità di adattamento delle aziende. Perché la riconversione del nostro sistema economico abbia successo è necessario il sostegno di tutti: istituzioni, imprese, cittadini; dobbiamo portare avanti un’agenda climatica ambiziosa e fare in modo che le nostre scelte siano accettate e condivise in maniera ampia da tutta la popolazione.”
Il Consiglio europeo discuterà anche di commercio internazionale: “Dall’inizio di quest’anno abbiamo assistito a una ripresa robusta degli scambi tra Paesi. È un’ottima notizia, visto il peso che le esportazioni hanno nella nostra economia. In Italia, il valore totale dei beni esportati nel secondo trimestre di quest’anno era del 5% più alto che nello stesso periodo di due anni fa, prima della pandemia. Quindi, per quanto riguarda le esportazioni, siamo al di sopra del livello prima della pandemia, ma anche per quanto riguarda la crescita del prodotto. Questa crescita è stata, però, ostacolata da colli di bottiglia nell’approvvigionamento di materiale e nelle interruzioni nelle catene di fornitura. Quindi, bisogna sempre mirare a una crescita che sia sostenibile, certamente dal punto di vista ambientale ed ecologico, ma anche dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime. La difficoltà nel reperire materie prime e componenti, unita a rallentamenti nei processi di trasporto e consegna, hanno contribuito ovunque a un aumento del tasso di inflazione.
Un tema fondamentale per la politica commerciale europea è quello del contrasto al protezionismo. Dobbiamo migliorare i meccanismi multilaterali esistenti, basati sulle regole, e incoraggiarne l’utilizzo ampio e condiviso. Per quanto riguarda la riforma dell’organizzazione mondiale del commercio, ci auguriamo che la XII Conferenza ministeriale di fine novembre abbia successo e che si superino le criticità nei negoziati sui sussidi alla pesca e sulla politica commerciale sanitaria post-COVID-19.”
Replica
Il Presidente Draghi dopo aver ringraziato e preso atto delle osservazioni dei presenti: “L’onorevole Ruffino ha notato come questo sia un momento unico per l’Europa e per il ruolo che l’Europa può svolgere a favore dei Paesi membri e il motivo è semplice. Dalla pandemia in poi, e forse anche prima della pandemia, anzi certamente anche prima della pandemia, ma è una percezione relativamente recente, ci accorgiamo, sempre di più, che le sfide che ci troviamo a dover combattere sono sfide di dimensioni che travalicano i confini dei nostri Paesi: la stessa pandemia, lo stesso Piano che ora sta assistendo la ripresa dell’economia italiana e dell’economia europea, la transizione digitale, la transizione ecologica. E più ci pensiamo, più noi capiamo che ci sono anche sfide in prospettiva che è impensabile affrontare da soli. Pensate soltanto alla costruzione di una difesa europea, che richiederà risorse incredibili, risorse di dimensioni straordinarie. Pensate al ruolo dell’economia dell’Europa nella cooperazione allo sviluppo, nella vaccinazione dei Paesi più poveri: di nuovo, sono risorse che non abbiamo la possibilità di generare all’interno di ogni Paese. A questo proposito, ieri, il Commissario Gentiloni, nel corso di una conferenza stampa, ha dato dei numeri, che ora condivido. Per esempio: l’investimento necessario per la transizione verde e la transizione digitale sarà di circa 650 miliardi di euro all’anno fino al 2030.
Solo la transizione verde richiederà 520 miliardi all’anno; i settori dell’energia e dei trasporti richiederanno 390 miliardi all’anno, 50 per cento di più che nel passato. Certamente, il PNRR aiuterà ad affrontare questi investimenti perché è chiaro che le risorse a livello di singolo Paese non ci sono. Quindi, è un momento particolare in cui noi scopriamo quello che in un certo senso sapevamo, ma non avevamo forse ancora capito quanto il nostro futuro dipende dalla capacità di avere un’azione europea unita su questi fronti.”
Transizione digitale e ambientale
“L’onorevole Giglio Vigna ha toccato il punto della transizione, tra i vari, sia quella digitale, sia quella ambientale e ha messo in luce i rischi per l’occupazione, per il prodotto di queste transizioni. Sicuramente ci sono dei rischi, però ci sono anche delle opportunità e i primi dati di esperienze di Paesi che hanno – come dire, per forza, spesso, degli eventi – applicato una transizione ecologica aggressiva, questi primi dati sull’occupazione sembrano abbastanza incoraggianti. Quindi, indubbiamente ci saranno dei settori tra transizione digitale e transizione ecologica che si contrarranno e dei settori che si espanderanno, per cui quello che bisogna fare, quello che i Governi devono fare, è aiutare la riallocazione delle persone da un settore ad un altro. È per questo che, in questo momento e per tutti gli anni a venire, le politiche attive del lavoro saranno fondamentali. In questo, bisogna essere – anche lì – abbastanza realistici: bisogna migliorare sicuramente i nostri centri dell’impiego, ma bisogna anche utilizzare le risorse che il settore privato ci dà per quanto riguarda proprio la gestione della riallocazione della forza lavoro, altrimenti abbiamo situazioni di disoccupazione che diventano croniche e, a quel punto, diventa difficilissimo gestirle.
L’onorevole Crippa ha sollevato molti punti, direi quasi tutti o tutti condivisibili. Ha evidenziato i rischi della crisi energetica, la necessità che l’Europa abbia un ruolo dominante nell’aiutare a superare questa crisi, ma nello stesso tempo ha detto che la transizione ecologica è l’unica alternativa: non c’è marcia indietro. L’unica alternativa è la transizione ecologica; non ci sono rallentamenti su questo fronte perché la transizione ecologica, come ha detto il Commissario Timmermans, è quella che riduce stabilmente la dipendenza dai fossili e anche, quindi, dal gas. Io penso a quello che abbiamo fatto negli anni Settanta, in risposta alla prima, grandissima crisi energetica, ed è una risposta in un certo senso molto simile: abbiamo trovato nuove tecnologie e abbiamo soprattutto ridotto il consumo attraverso motori diversi, ma anche attraverso, come dire, comportamenti diversi. Direi che la modifica del comportamento è forse la cosa più importante, perché in quel caso fu un enorme successo, provato dal fatto che i prezzi del petrolio poi sono rimasti normalmente stabili o addirittura bassi per tantissimi anni; lo stesso dobbiamo fare qui. Sono completamente d’accordo: dobbiamo fare investimenti nello stoccaggio e nell’accumulazione, ma non voglio, a proposito dell’ecobonus, anticipare quella che è la discussione della legge di bilancio; per quello, magari, ci rivediamo tra qualche giorno e ne parleremo.”
Nutriscore
“Un punto, infine, sollevato dall’onorevole De Luca, è quello del Nutri-Score. Qui vorrei assicurare il Parlamento che il Governo è totalmente consapevole della gravità che l’introduzione del Nutriscore possa creare, costituire, per la nostra filiera produttiva agroalimentare; quindi, è pienamente impegnato nella sua tutela.” – conclude così Il Presidente Mario Draghi.
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Fonte: Camera dei Deputati
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