Il 19 ottobre scorso il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione non legislativa sulla strategia Farm to Fork presentata dai deputati Dorfmann e Hazekamp in plenaria. Ricordiamo che tra le raccomandazioni contenute nel testo approvato c’è il fatto di stabilire obiettivi di riduzione vincolanti sull’uso dei pesticidi, la revisione delle norme in materia di benessere degli animali, la scelta adibire più terreni all’agricoltura biologica e la volontà di garantire una parte equa dei profitti degli alimenti prodotti in modo sostenibile agli agricoltori (per approfondire clicca qui). Di seguito, riportiamo le dichiarazioni a riguardo di Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani e Coldiretti.
Il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha dichiarato: “Prendiamo atto della presa di posizione del Parlamento europeo sulla comunicazione “From Farm to Fork” che ha, peraltro, ripreso alcune delle proposte che avevamo presentato nel corso dei lavori. Resta però aperta la questione di fondo per le prospettive delle imprese agricole: la mancanza di uno studio della Commissione sull’impatto che avrebbero le misure contenute nella comunicazione in esame”.
“L’Esecutivo della Ue si è ufficialmente limitato a valutare nei giorni scorsi come incomplete le valutazioni già svolte, ma – afferma Giansanti – non ne ha contestato le univoche conclusioni secondo le quali l’agricoltura europea sarebbe destinata a una riduzione delle produzioni e dei redditi, senza significativi vantaggi per l’ambiente. Perché dovrebbero crescere le importazioni per far fronte al fabbisogno alimentare dei cittadini negli Stati membri”. Per di più, la Commissione non ha neppure indicato se intende meno colmare le lacune rilevate nelle valutazioni esterne”.
Giansanti ha ricordato poi che la relazione del Parlamento e le conclusioni già approvate dal Consiglio Agricoltura dell’Unione, passeranno ora alla Commissione in vista della presentazione delle formali proposte di regolamento.
“Siamo consapevoli che dobbiamo accrescere il nostro contributo alla transizione ecologica, – conclude il presidente di Confagricoltura – ma non servono i divieti. La strada da seguire è quella delle innovazioni e degli investimenti”.
Cia-Agricoltori Italiani ha commentato affermando che l’approvazione da parte del Parlamento Ue della relazione sulla strategia “Farm to Fork” segna l’inizio di un percorso importante per il futuro dell’agricoltura europea, che non può prescindere dal protagonismo degli agricoltori e da azioni concrete a sostegno della transizione.
Rispetto all’individuazione di nuovi obiettivi vincolanti a discapito del settore zootecnico o all’ipotesi di sistemi di etichettatura poco trasparenti come il Nutri-Score, Cia insiste sulla necessità di trovare soluzioni e nuove opportunità, da un lato con investimenti in ricerca e innovazione e, dall’altro, con etichette condivise finalizzate a informare e non a condizionare le scelte alimentari dei consumatori.
Agli agricoltori va data la possibilità di contribuire alla transizione ecologica europea, ma con pragmatismo e coerenza. Cia condivide la volontà dell’Europa di rendere il sistema agroalimentare ancora più green, senza dimenticare però la necessità di riconoscere e compensare i comportamenti virtuosi e guardando sempre all’obiettivo imprescindibile della sostenibilità economica delle imprese, senza la quale non è possibile neppure la sostenibilità ambientale e sociale.
Per Cia, inoltre, è fondamentale che la Commissione adesso tenga conto della posizione del Parlamento Ue sulla necessità di avere una valutazione di impatto ex-ante complessiva e approfondita della “Farm to Fork”, come sostenuto nell’emendamento approvato proposto dall’onorevole Herbert Dorfmann. Diversi studi pubblicati nelle ultime settimane, infatti, continuano a evidenziare la forte possibilità che, applicando la strategia F2F, si potrà andare incontro a una riduzione della produzione agricola europea con conseguente aumento dei costi di produzione. Bisogna scongiurare che future proposte legislative si traducano in ulteriori aggravi burocratici per gli agricoltori, penalizzando realtà produttive che svolgono un ruolo chiave per la sostenibilità con la salvaguardia dei territori e delle aree rurali.
Nei prossimi mesi Cia si impegnerà affinché l’Europa presenti norme che si traducano in opportunità per le imprese, contando ancora sul supporto del Parlamento. Il percorso segnato dalla strategia F2F dovrà essere incluso anche nelle scelte strategiche del Piano Nazionale della futura Pac, che dovrà includere azioni e incentivi concreti alle aziende impegnate nell’obiettivo di un sistema produttivo ancora più sano, equo e rispettoso dell’ambiente.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha dichiarato: “Farm to Fork è per l’agricoltura italiana una sfida ambiziosa sulla quale pesano ancora troppe incoerenze a partire dall’esigenza di garantire risorse adeguate in una situazione in cui bisogna assicurare l’approvvigionamento alimentare dei cittadini europei dopo lo shock nei commerci determinato dalla pandemia” – continua – “affinché la sostenibilità non sia solo uno slogan e si traduca in comportamenti concreti è necessario semplificare e velocizzare gli adempimenti burocratici, riducendo drasticamente i costi dalle imprese ed agire con coerenza nel disegnare le politiche dell’Ue, soprattutto in materia di ricerca e innovazione”.
“La competitività in agricoltura – sottolinea Prandini – si gioca sulla sostenibilità del reddito delle imprese, che va tutelato e sulla disponibilità di strumenti adeguati. E’ importante il riconoscimento da parte del Parlamento europeo del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) per accelerare sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno pesticidi, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid.”
“In questo contesto il giusto impegno per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate” – ha precisato il Presidente nell’evidenziare quindi la necessità di fermare anche il Nutri-Score e gli alti sistemi di etichettatura a colori così come il tentativo di delegittimare settori chiavi della produzione animale, a vantaggio di un approccio omologante che potrebbe portare a pericolose aperture verso cibi sintetici e prodotti ultratrasformati sostitutivi di prodotti lattiero-caseari e della carne.
Il Presidente ha poi precisato: “Accogliamo invece con favore il fatto che il l’Europarlamento ribadisca la necessità di garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee. In questo contesto è fondamentale garantire il principio di reciprocità con i Paesi terzi che devono rispettare per le esportazioni le stesse norme in materia di rispetto dell’ambiente della salute e del lavoro vigenti in Europa. E per assicurare la possibilità per i consumatori di premiare comportamenti virtuosi occorre – ha concluso Prandini – rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti gli alimenti dopo che la Coldiretti per obiettivo ha raccolto 1,1 milioni di firme insieme ad altre organizzazioni europee nell’ambito dell’iniziativa dei cittadini europei (ice) “eat original! unmask your food”.”
Per approfondire l’argomento e scaricare i relativi documenti, leggi anche l’articolo Farm to Fork: approvate in plenaria le raccomandazioni per un sistema alimentare più equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
Fonte: Confagricoltura, Cia-Agricoltori italiani e Coldiretti
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