Il GBD (Global Burden Disease) pubblica un report curato dal Institute for Health Metrics and Evaluation, dove evidenzia quanto le patologie che incorrono in vecchiaia siano dipendenti dalle scelte alimentari. In particolare sembrerebbero essere latte e cereali gli alimenti mancanti nella dieta degli italiani.
In Italia, il basso consumo di latte fa sprecare più di 50 mila anni di vita sana. Uno spreco di salute che potrebbe essere prevenuto semplicemente con una tazza di latte a colazione e qualche spuntino a base di latte.
La buona notizia è che viviamo più a lungo che in passato. A livello mondiale le aspettative di vita sono pari a 73,5 anni (6 anni in più rispetto al 2000), ma se guardiamo a casa nostra, possiamo sorridere. Le donne italiane vivono in media 85 anni, e gli uomini 81, con un trend che è stato in costante crescita negli ultimi anni, ad eccezione del 2020, l’anno della pandemia. Sebbene l’impatto devastante del Covid-19 sulla mortalità nel mondo e in Italia non possa essere in alcun modo trascurato, si tratta di un evento di natura sanitaria eccezionale e imprevedibile.
L’eccezione, però, conferma la regola: i “veri” fattori di rischio che minano la salute di Paesi ad alto reddito come l’Italia sono patologie e disabilità che in buona parte dipendono dalle nostre scelte di vita.
A dircelo è il GBD del 2019 (Global Burden Disease, o “carico globale di malattia”) l’imponente report curato dall’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME, internazionale, ma collegato all’Università di Washington) e attualmente cofinanziato dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates, che dal 1990 indaga i principali fattori di rischio per la salute mondiale. Vale a dire le principali cause patologiche di morte precoce e di disabilità a breve e a lungo termine.
Perché attenzione: italiani e italiane vivono più a lungo, ma secondo il report, buona parte dei nostri ottuagenari trascorre gli ultimi 10 anni di vita in precarie condizioni di salute, privati dell’autonomia e, spesso, della memoria.
Se a livello planetario, incidono fattori quali inquinamento, mortalità infantile, denutrizione, nei Paesi ad alto reddito, dove i sistemi sanitari e il benessere economico fungono da ombrello protettivo, cosa minaccia la salute di uomini e donne?
Il tabacco manda in fumo 2 milioni di anni di vita, ma la cattiva alimentazione fa altrettanto
Il GBD è un rapporto mondiale, ma si declina Paese per Paese, analizzando per ogni nazione le cause e fattori che portano a malattie potenzialmente letali o che determinino forti menomazioni e disabilità. Considerando che in Italia si muore soprattutto per eventi cardiovascolari e cancro, e che Alzheimer, Parkinson, diabete e altre patologie croniche o degenerative sono tra le prime cause di invalidità, scopriamo che i principali fattori di rischio comportamentale sono:
- Fumo di tabacco
- Alimentazione inadeguata
- Consumo di bevande alcoliche
- Bassa attività fisica
- Consumo di droghe
In altre parole, nel 2019 abbiamo perso quasi due milioni di anni di vita per colpa del fumo (incluso quello passivo), e quasi altrettanti per un’alimentazione sbagliata.
Focalizzandoci proprio su ciò che mangiamo (o non mangiamo): che informazioni ci offre il GBD del 2019 sulle nostre scelte alimentari?
Latte e derivati snobbati dagli italiani? L’allarme degli esperti di alimentazione
Una prima indicazione utile ci arriva a proposito dei latticini. Il latte e i suoi derivati sono sempre stati presenti nella dieta degli italiani da tempo remoto. Alimenti completi, economici, fonti di preziose sostanze nutritive per grandi e piccini, e non ultimo, di godimento per il palato, i latticini ci hanno “sfamato” anche in tempi di povertà. Ma oggi sembra che sia subentrato un certo disamore per latte&co, e questo è un dato che provoca allarme negli esperti di nutrizione, come ben spiegato da Andrea Ghiselli (Presidente della Società italiana di Scienze dell’Alimentazione-SISA) nel commentare i dati del GBD-2019 sull’ultimo numero della newsletter Lattendibile.
Eppure, basterebbero una bella tazza di latte a colazione e uno yogurt come spuntino tutti i giorni, e 3 porzioni di formaggio alla settimana, per guadagnare quei 50mila anni di vita in salute (globalmente) che perdiamo privandoci di questi cibi così familiari.
In particolare le donne nel periodo della menopausa e post menopausa, sono più vulnerabili alle disabilità che dipendono da un insufficiente consumo di latticini.
Ma non è solo il calcio che verrebbe a mancare causando fragilità ossea e demineralizzazione. Studi recenti hanno dimostrato come i tanti principi nutritivi presenti nel latte siano protettivi per la salute del colon-retto e fungano da fattore di prevenzione del cancro che colpisce questa parte dell’intestino con un’incidenza altissima anche in Italia. Fin da piccoli le merende a base di latticini ci hanno nutrito e aiutato a crescere, non c’è alcun motivo per smettere da adulti con questa sana abitudine.
Dieta sbilanciata: pochi cereali integrali, eccessivo consumo di carne, poco spazio ai latticini
Veniamo al “cuore” del tema alimentazione quale secondo fattore di rischio per la salute dopo le sigarette. Stando ai dati del GBD-2019, i rischi di disabilità dovuta a diverse patologie croniche come diabete, cardiopatie, tumori, sono collegate ad un eccessivo consumo di carni rosse e lavorate, sale, bevande zuccherate e alcoliche. Ma ciò che ci priva di anni di vita, è soprattutto ciò che NON mangiamo.
Per assicurarci una vecchiaia in salute, almeno quanto la genetica ci consentirebbe, al riparo da malattie invalidanti, dobbiamo puntare su un’alimentazione completa, in cui siano sempre presenti:
- I cereali integrali e i loro derivati
- I legumi
- La frutta secca a guscio
- La frutta fresca
- La verdura fresca
- Il latte e i suoi derivati
Mangiare bene ci allunga la vita in modo molto piacevole, perché i cibi che ci fanno bene, sono anche buoni. Basta saperli cucinare con fantasia, e in quest’arte nessuno è più abile degli italiani!
Fonte: Assolatte (Associazione italiana lattiero-casearia)
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