Le crisi economiche che hanno investito l’economia globale negli ultimi due anni non sono riuscite a fermare il processo di sviluppo della meccanizzazione agricola.
Nell’anno 2020, funestato dalla pandemia Covid con il blocco forzato delle attività produttive e il rallentamento dell’intero sistema del commercio, dei trasporti e della logistica, il mercato mondiale delle trattrici ha mostrato una buona tenuta complessiva, chiudendo con un incremento del 7,7% (2.200.000 trattrici di nuova immatricolazione).
Nel 2021 si è registrato un netto rilancio, con incrementi vistosi negli Stati Uniti (+10%), in India (+13%) e in Europa (+16.6%), una fase espansiva dalla quale è rimasta esclusa la Cina, ancora alle prese con l’emergenza Covid e con le relative restrizioni, oltre che con una cattiva congiuntura economica interna.
Complessivamente, il mercato delle machine agricole ha segnato nel 2021 un incremento di circa il 13%. Anche nell’anno in corso, al cospetto della grave crisi politica ed economica determinata dalla guerra fra Russia ed Ucraina, con l’impressionante crescita dell’inflazione, il costo dell’energia salito a livelli impensabili e il permanere delle difficoltà relative alla reperibilità delle materie prime ferrose e plastiche, oltre che al costo della logistica e dei trasporti, i macchinari agricoli hanno mantenuto buoni livelli di vendita.
Nei nove mesi da gennaio a settembre 2022 – questi i dati diffusi da FederUnacoma nel pomeriggio di ieri a Bologna, nel corso della conferenza stampa di presentazione di EIMA International – le vendite in India indicano un numero di trattrici pari a 665 mila unità, che corrisponde ad un calo di appena il 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nello stesso periodo il mercato statunitense registra 210 mila unità, con un calo del 14,3% sul 2021 ma con un volume di vendite che si conferma comunque superiore rispetto ai livelli pre-Covid. Anche il mercato europeo sembra attestarsi su livelli di tutto rispetto, sia pure scontando il deteriorarsi della situazione economica generale (-7,6% nei primi nove mesi 2022). Paesi trainanti come la Germania e la Francia mostrano nei nove mesi una discreta tenuta: la Germania segna un calo per le trattrici del 7,4%, mantenendo un volume di vendite (23.400) superiore rispetto al livello pre-Covid del 2019 e la Francia segna un calo del 4,5% (23.500 unità, superiori al dato pre-Covid del 2019), mentre è da segnalare l’incremento vistoso di mercati minori come quelli della Repubblica Ceca, dell’Ungheria, della Serbia e della Croazia. Discorso a parte deve essere fatto per la Cina, dove il mercato prosegue anche nel 2022 la sua fase negativa, determinata dalle condizioni economiche generali non favorevoli (-1% le vendite di trattori nel primo trimestre 2022 dopo il -20% del 2021).
Se nei Paesi emergenti e in quelli in via di sviluppo le tecnologie sono finalizzate soprattutto all’incremento della produzione – è stato osservato nel corso della conferenza – nei Paesi più avanzati, e soprattutto in Europa, le innovazioni tecnologiche sono finalizzate soprattutto alla sostenibilità ambientale e alla preservazione delle risorse naturali, secondo il modello che viene riassunto nel Green Deal e reso operativo con le misure della nuova Politica Agricola Comunitaria. In questo scenario si stima che il mercato della meccanizzazione agricola possa crescere in modo consistente nei prossimi anni. I dati di Export Planning sul commercio mondiale delle macchine agricole indicano come questo dovrebbe crescere tra il 2023 e il 2026 del 5,7%.
Il mercato italiano
Nei dieci mesi da gennaio ad ottobre le immatricolazioni registrano cali per tutte le tipologie di mezzi, ma con volumi di vendita comunque elevati. Il passivo rispetto all’anno precedente è in parte fisiologico – spiega la Federazione dei costruttori italiani FederUnacoma – perché il 2021 è stato un anno record per le vendite (+36% per le sole trattrici), impossibile da eguagliare nell’anno in corso, caratterizzato peraltro da ritardi nella catena delle forniture che hanno ridotto i ritmi di produzione delle case costruttrici.
E’ tuttavia rilevante il fatto che i livelli di vendita si mantengano superiori rispetto alla media degli anni precedenti, ad indicare come la domanda di mezzi meccanici per il settore primario sia ancora consistente. Le trattrici segnano un totale di 17.256 unità vendute nei dieci mesi, con un calo del 15,3% rispetto al 2021, ma con numeri superiori rispetto alle circa 16 mila immatricolate nel 2019 prima della crisi determinata dalla pandemia Covid. Le mietitrebbiatrici registrano 335 unità vendute, con un calo dell’11,6% sul 2021, ma con un volume superiore rispetto a quello pre-Covid del 2019. Le trattrici con pianale di carico raggiungono quota 441, con un calo del 18,5% e un livello di vendite di inferiore a quello del 2019, e così i rimorchi, che si fermano a quota 7.340, poco al di sotto del dato 2019. I sollevatori telescopici, infine, chiudono i dieci mesi con una flessione del 24% in ragione di 964 unità, un numero sensibilmente superiore rispetto a quelli degli anni precedenti la crisi sanitaria.
“Il settore sta reggendo in questo difficile contesto – ha dichiarato il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – grazie anche ad un sistema di aiuti all’acquisto che incide in modo significativo, e grazie ad una sempre maggiore propensione delle imprese agricole ad acquisire tecnologie di nuova generazione”.
I dati che emergono dall’ultimo censimento agricolo ISTAT rivelano come sulle circa 1.100.000 aziende agricole presenti in Italia, più del 10% abbia introdotto negli ultimi anni innovazioni rilevanti. Sono in totale 250 mila le innovazioni acquisite dalle 120 mila imprese agricole innovative, che hanno puntato per la maggior parte proprio sulla meccanizzazione: il 28% delle tecnologie acquisite riguarda infatti i mezzi meccanici basilari, l’11,6% riguarda i sistemi di semina e piantamento, l’8,8% le attrezzature per la lavorazione del terreno e l’8,3% i sistemi per l’irrigazione.
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