L’EFSA ha pubblicato ieri il parere scientifico richiesto dalla Commissione europea sulla valutazione del rischio e la sicurezza delle piante prodotte utilizzando le tecniche di ingegneria genetica della cisgenesi e intragenesi.

Con lo sviluppo delle Nuove Tecniche Genomiche (NGT) nell’ultimo decennio è ora possibile ottenere piante cisgeniche e intrageniche con l’inserimento di una sequenza di DNA desiderata in una posizione precisa del genoma.

La Commissione europea ha chiesto all’EFSA di fornire un parere scientifico aggiornato sulla sicurezza e la valutazione del rischio delle piante sviluppate attraverso queste tecniche, con l’obiettivo di:

  • identificare i potenziali rischi, confrontandoli con quelli posti dalle piante ottenute da ibridazione convenzionale e tecniche genomiche consolidate (EGT),
  • determinare l’applicabilità delle attuali linee guida per la valutazione del rischio delle piante cisgeniche e intrageniche.

Le conclusioni del precedente parere dell’EFSA, emesso dall’autorità nel 2012, sono state riviste, tenendo conto delle nuove linee guida e della letteratura recente. Il panel di esperti EFSA sugli OGM ha quindi concluso che non sono stati individuati nuovi rischi nelle piante cisgeniche e intrageniche ottenute con NGT, rispetto a quelli già considerati per le piante ottenute con selezione convenzionale e EGT.

Non ci sono nuovi dati dalla pubblicazione del parere dell’EFSA del 2012, che mettano in discussione le conclusioni sollevate in quel documento. Le conclusioni del parere scientifico 2012 dell’EFSA restano quindi valide.

Il gruppo di esperti sugli OGM dell’EFSA ribadisce, in base a queste conclusioni, che per quanto riguarda la fonte del DNA e la sicurezza del prodotto genico, i rischi derivanti dall’uso di un gene derivato da una pianta correlata mediante la cisgenesi sono simili a quelli della selezione vegetale convenzionale, mentre ulteriori rischi possono sorgere per le piante intrageniche.

Inoltre, gli esperi dell’EFSA ritengono che la cisgenesi e l’intragenesi utilizzino le stesse tecniche di trasformazione della transgenesi; pertanto, per quanto riguarda le alterazioni del genoma ospite, le piante cisgeniche, intrageniche e transgeniche ottenute mediante inserimento casuale non causano rischi diversi. Rispetto a ciò, l’uso di NGT riduce i rischi associati a potenziali modifiche non intenzionali del genoma ospite. Pertanto, potrebbero essere necessari meno requisiti per la valutazione del rischio per le piante cisgeniche e intrageniche ottenute tramite NGT, a causa dell’integrazione sito-diretta del materiale genetico aggiunto.

Inoltre, il gruppo OGM conclude che le attuali linee guida sono parzialmente applicabili e sufficienti. Caso per caso, potrebbe essere necessaria una quantità minore di dati per la valutazione del rischio per le piante cisgeniche o intrageniche ottenute tramite NGT.

Il parere pubblicato da EFSA può essere scaricato qui: