Ruminantia Mese è lo speciale di Ruminantia dedicato ad articoli di approfondimento relativi all’allevamento dei ruminanti. Si tratta di una sorta di rivista nella rivista in cui, con una cadenza mensile, sono pubblicati articoli di carattere tecnico-scientifico scritti da esperti del settore. Gli articoli sono suddivisi in sei sezioni: editoriale, genetica, sanità, ambiente e management, nutrizione ed economia.
Con questa raccolta, andremo a scoprire quali sono stati gli argomenti trattati nella sezione Nutrizione nel corso del 2012.
Il “body condition score” nella valutazione dello stato nutrizionale – Dicembre 2012
La bovina da latte nelle prime fasi di lattazione mobilizza le proprie riserve corporee. Ciò è conseguenza della condizione fisiologica indotta dal aprto e di uno stato di bilancio energetico negativo dovuto ad una differenza tra i fabbisogni energetici, elevati in questa fase, e la quantità di energia ingerita con la razione ancora bassa per soddisfare i fabbisogni della lattifera.
La causa di tale andamento è l’inadeguata capacità d’ingestione del digerente che caratterizza la prima fase del post-parto e che si accresce progressivamente nel corso della lattazione. L’entità della mobilizzazione sotto forma di grassi corporei è tanto maggiore quanto più si è vicini al parto…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Valutazione dei foraggi: importanza di analisi affidabili – Novembre 2012
I prezzi delle materie prime e la loro instabilità negli ultimi due anni hanno costretto gli allevatori ad analizzare criticamente le strategie nutrizionali e colturali adottate con lo scopo di migliorare od ottimizzare l’efficienza alimentare ed economica delle aziende zootecniche. In questo senso, il massimo impiego in razione di alimenti e foraggi aziendali, rappresenta una scelta obbligata soprattutto per ridurre la dipendenza dal mercato e garantire efficienza fisiologica delle razioni e funzionalità ruminale. I foraggi sono però estremamente variabili per quanto riguarda la loro composizione (tenore in proteina e fibra), influenzando – e spesso limitando – il potenziale di ingestione di sostanza secca da parte degli animali. Per questo, non tanto la tipologia di foraggio (leguminosa, graminacea, insilato o affienato) ma la loro qualità e la loro salubrità sono strategici in un’ottica di massimo impiego di foraggi nelle razioni…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Produrre il mais anche con poca acqua – Ottobre 2012
La coltura del mais per la produzione di trinciati, è senza dubbio per l’allevatore quella che massimizza il numero di unità foraggere ricavabili da un singolo ettaro. Dato poi il suo ciclo primaverile-estivo, è anche quella in grado di sfruttare al meglio l’azoto contenuto nei reflui zootecnici, diminuendone così il potenziale impatto ambientale. Purtroppo però la possibilità di coltivarlo ottenendo dei risultati produttivi in linea con le spese sostenute, nell’areale italiano, è inevitabilmente legata alla disponibilità di acqua per l’irrigazione. Attualmente le tecniche che vengono utilizzate per l’irrigazione sono due…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Come affrontare il caro soia – Settembre 2012
Su uno dei prossimi numeri di “L’allevatore magazine” affronteremo questa emergenza più dettagliatamente. Gli ultimi dati di bollettino danno la soia molto vicina ai 60 euro al quintale. La soia è una componente proteica essenziale della razione in quanto apportatrice di proteina vera, ossia aminoacidi, necessari soprattutto ai batteri ruminali che fermentano l’amido. Inoltre degli aminoacidi essenziali essa è la principale fonte di lisina e ciò la rende indispensabile e ne vincola la quantità minima da includere nelle razioni. Ci sono materie prime realmente alternative alla soia, come apporto ed equilibrio degli aminoacidi, ma alcune di esse hanno degli effetti collaterali sgraditi…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Alla riscoperta degli auto-alimentatori – Agosto 2012
Scrivo questo articolo al ritorno da un nuovo viaggio in Cina e memore di quello che ho dovuto continuamente ripetere ai magnifici allevatori cinesi: di non fare ingrassare le vacche a fine lattazione. Anche in molti dei nostri allevamenti, specialmente in quelli con il gruppo unico ma anche in quelli con un’unica razione di lattazione si notano bovine, che hanno partorito da molto tempo, grasse, ossia con BCS superiori al 3.50. I rischi metabolici e per la fertilità per le bovine che partoriscono grasse sono catastrofici e lo sono ancor di più per le vacche di alto potenziale genetico…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Il valore inestimabile del colostro – Luglio 2012
La mortalità delle vitelle da rimonta può essere elevata ( maggiore del 7% ) e tale da ridurre la disponibilità in allevamento di manze per sostituire le bovine da riformare costringendo gli allevamenti ad acquisti esterni. Ogni piano vaccinale per le bovine in asciutta e qualsiasi intervento preventivo e curativo somministrato alle vitelle è poco o per nulla efficace se non si gestisce al meglio il colostro. Una vitella quando nasce ha un sistema immunitario immaturo e tutti gli anticorpi che possiede provengono dal colostro. Gli anticorpi colostrali proteggeranno la vitella anche per alcuni mesi fintanto che essa non si sarà creata un proprio corredo anticorpale…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
Una buona razione – Giugno 2012
Una buona alimentazione è alla base di una buona salute e, nel caso degli animali da reddito, della migliore produttività possibile. La nutrizione è una scienza che lascia poco spazio alla creatività. Si tratta di confrontare i fabbisogni degli animali, della fase del ciclo produttivo in cui si trovano, con gli alimenti disponibili e fare una razione al minor costo possibile. Nelle vacche da latte sono disponibili molte informazioni in più rispetto ad altre specie animali che permettono al nutrizionista di essere ancora più preciso. E’ intuitivo pensare che non si può fare la stessa razione ad allevamenti con diversi potenziali genetici…Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!
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