Rispetto a qualche anno fa pesa maggiormente sugli europei il costo degli alimenti che diventa il principale fattore che influenza gli acquisti, seguito dal gusto. Quasi la metà dei cittadini dell’UE considera importante anche la sicurezza alimentare e il 41% dà per scontato che gli alimenti che acquista siano sicuri. Per quanto riguarda l’Italia, la provenienza degli alimenti e la sicurezza alimentare si classificano come i principali fattori che influenzano le decisioni di acquisto degli alimenti (59%), seguiti dal sapore e dal costo.
Questi risultati arrivano dall’Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare nell’UE e sono stati pubblicati ieri da EFSA. Basata su interviste a 27.000 soggetti in tutta l’UE, essa dà un quadro in evoluzione del modo in cui gli europei scelgono gli alimenti, della loro consapevolezza, delle loro preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare e dei soggetti in cui ripongono la loro fiducia per informazioni in merito.
Fattori che influenzano le scelte d’acquisto
Il costo (54%) è il fattore più importante al momento dell’acquisto di cibo selezionato per i cittadino dell’UE. Il gusto (51%) è al secondo posto, seguito dalla sicurezza alimentare e dalla provenienza del cibo (entrambi 46%). Seguono il contenuto di nutrienti (41%), l’impatto sull’ambiente e sul clima (16%) e l’etica e le convinzioni (15%). La percentuale di intervistati che indica il costo come uno dei fattori principali nell’acquisto di cibo è aumentata in 21 Stati membri dell’UE dal 2019. L’unico decremento notevole si registra in Austria.
In 23 paesi, è meno probabile che gli intervistati menzionino la sicurezza alimentare rispetto al 2019. Sette intervistati su dieci in tutta l’UE (70%) si dicono personalmente interessati al tema della sicurezza alimentare.
Preoccupazioni sulla sicurezza alimentare
Oltre un terzo degli europei ha un livello di consapevolezza molto alto (21%) o alto (17%) sui temi della sicurezza alimentare, cioè ha sentito parlare di 10 o più dei 15 argomenti oggetto dell’indagine. In maggior percentuale hanno sentito parlare di additivi negli alimenti o nelle bevande (70%), residui di pesticidi negli alimenti (65%), residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (63%) o malattie degli animali (60%).
In testa alla lista delle preoccupazioni degli europei legate alla sicurezza alimentare stanno i residui di pesticidi negli alimenti (40%) e i residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (39%). Un numero minore di persone teme le malattie delle piante (11%), l’uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare (8%) e le nanotecnologie applicate ad essa (5%).
Per gli italiani sono i residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (57%) l’argomento più discusso e anche la maggiore fonte di preoccupazione nell’ambito della sicurezza alimentare, seguiti dalle malattie animali (36%).
Nel complesso, un’ampia maggioranza dei cittadini UE ritiene che la salute umana sia moderatamente o fortemente influenzata da problemi ambientali e problemi legati alla salute delle piante e benessere degli animali.
Fonti di informazione sui rischi alimentari
Circa 6 persone su 10 (61%) indicano la televisione, via etere o via Internet, come una delle principali fonti di informazione sui rischi alimentari, seguita da famiglia, amici, vicini o colleghi (44%) e motori di ricerca Internet (37%), con rilevanti differenze tra le generazioni. I social media sono in cima alle classifiche tra le popolazioni più giovani, pur continuando a condividere il podio con la televisione, i motori di ricerca su Internet e gli scambi con familiari, amici, vicini o colleghi.
Più di 8 intervistati su 10 si fidano di medici (89%), di scienziati universitari finanziati da enti pubblici (82%) e di organizzazioni di consumatori (82%) per le informazioni sui rischi alimentari.
Solo una minoranza di europei non cambierebbe il proprio comportamento in caso di allarme alimentare (21%). Le ragioni principali che vengono da essi addotte includono il fatto di preparare già gli alimenti nel modo raccomandato (45%), e la convinzione che tutti gli alimenti comportino qualche rischio e che sia impossibile evitarli tutti (25%).
I problemi mondiali lasciano il segno
Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA, ha affermato: “Dal nostro ultimo sondaggio del 2019 sono successe molte cose, non ultime una pandemia mondiale e lo scoppio di una guerra in Europa. Tali eventi hanno avuto conseguenze drammatiche, e non sorprende che per molti europei l’aumento del costo della vita influisca più di prima sulle scelte alimentari. D’altra parte la sicurezza alimentare rimane importante per molti di essi, ed è incoraggiante vedere che quasi la metà si preoccupa di mangiare in modo sano nella stessa misura in cui si preoccupa dei rischi alimentari“.
La sicurezza alimentare dell’UE compie vent’anni: affrontare i rischi del domani
Quest’ultima fotografia delle opinioni dei cittadini arriva nel momento in cui il sistema di sicurezza alimentare dell’UE, l’EFSA e gli organismi di sicurezza alimentare di parecchi Stati membri compiono 20 anni. Queste strutture vennero istituite nel 2002 per conferire alla sicurezza alimentare in Europa una base scientifica più solida, adottare regole armonizzate e promuovere la cooperazione in tutto il continente.
Bernhard Url ha poi aggiunto: “Questa ricorrenza segna un traguardo per molte organizzazioni, tanti esperti scientifici e altre parti che hanno interessi nel nostro campo. È confortante notare che due terzi dei cittadini europei riconoscono che l’UE e gli Stati membri stanno lavorando insieme, non isolatamente, per realizzare tale obiettivo. Il ritmo crescente dell’innovazione e la complessità tecnica del modo in cui si producono, si acquistano e si consumano i nostri alimenti sono fattori ulteriori che spingono a una forte cooperazione tra Paesi e ambiti disciplinari scientifici. L’Eurobarometro 2022 mostra anche che la maggioranza dei cittadini riconosce che lo stato dell’ambiente, degli animali e delle piante ha un impatto sulla salute umana. Questo dato è un segnale positivo in questa fase di transizione verso sistemi alimentari sostenibili e una valutazione del rischio del tipo ‘One Health” (salute unica globale)”.
La fiducia nella scienza resiste
Sette europei su 10 riconoscono l’apporto degli scienziati nel garantire la sicurezza degli alimenti e 8 su 10 si fidano di loro per le informazioni sulla relativa sicurezza. Parimenti è alta, a circa due terzi, la fiducia nelle istituzioni nazionali e dell’UE.
Barbara Gallani, responsabile del dipartimento “Comunicazione, partecipazione e collaborazione” dell’EFSA, ha dichiarato: “Queste conferme sono preziose per il nostro lavoro quotidiano e per la pianificazione strategica a lungo termine. Abbiamo approntato sintesi e strumenti informatici su misura per i nostri partner degli Stati membri, in modo che possano utilizzare i risultati dell’Eurobarometro per sostenere le proprie attività di informazione e sensibilizzazione del pubblico circa la sicurezza alimentare“.
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