Secondo gli ultimi dati pubblicati da EFSA, i residui di farmaci veterinari e di altre sostanze in animali e alimenti di origine animale nell’Unione europea continuano a diminuire. La percentuale di campioni che ha scavalcato i tenori massimi di legge è stata nel 2020 dello 0,19%, che rappresenta il dato più basso degli ultimi 11 anni.

EFSA ha pubblicato in questi giorni il nuovo “Rapporto 2020 sui risultati del monitoraggio dei residui di medicinali veterinari e di altre sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale“. Il documento riassume i dati di monitoraggio generati nel 2020 nell’ambito delle attività di controllo ufficiale sulla presenza di residui di medicinali veterinari e determinate sostanze negli animali vivi e nei prodotti di origine animale nell’Unione europea, in Islanda e in Norvegia.

L’analisi ha coinvolto un totale di 620.758 campioni, per quasi 13 milioni di risultati analitici singoli, comunicati alla Commissione europea dai 27 Stati membri dell’UE, dall’Islanda e dalla Norvegia. Di questi campioni, 331.789 erano campioni mirati e 4.259 campioni sospetti segnalati ai sensi della direttiva 96/23/CE del Consiglio, mentre 2.551 campioni sono stati raccolti all’importazione e 282.159 sono stati testati nell’ambito dei programmi sviluppati nella legislazione nazionale.

La maggior parte dei paesi ha soddisfatto i requisiti minimi per la frequenza di campionamento stabiliti nella direttiva 96/23/CE del Consiglio e nella decisione 97/747/CE della Commissione.

La percentuale di campioni che ha scavalcato i tenori massimi di legge è stata dello 0,19%. Si tratta del dato più basso degli ultimi 11 anni (periodo in cui la non conformità rispetto ai limiti di legge si è attestata tra lo 0,25% e lo 0,37%). La percentuale per il 2019 è stata dello 0,30%. Lo stesso schema generale è stato osservato per i campioni mirati nel 2020 (0,27%) rispetto ai 3 anni precedenti (0,30%-0,35%).

Rispetto al 2017, 2018 e 2019, nel 2020 i tassi di conformità sono aumentati per agenti antitiroidei, steroidi e lattoni dell’acido resorcilico.

Per le sostanze vietate, rispetto al 2019, la frequenza delle non conformità nel 2020 è stata maggiore, anche se inferiore rispetto al 2017 e al 2018. Per gli elementi chimici (compresi i metalli), rispetto al 2017 e 2019, la frequenza delle non conformità nel 2020 è stata inferiore, nonostante fosse superiore rispetto al 2018.

Rispetto al 2017, 2018 e 2019 è stato osservato un aumento della conformità anche per gli antielmintici, i composti organoclorurati, i composti organofosforici, i coloranti e “altre sostanze”. Per gli anticoccidi, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), le “altre sostanze farmacologicamente attive” e le micotossine, rispetto al 2019 la frequenza delle non conformità è stata maggiore, mentre è stata inferiore per altre sostanze e contaminanti ambientali. Per gli altri gruppi di sostanze (“stilbeni e derivati”, “beta-agonisti”, “sostanze antibatteriche” e “anticoccidiali”) non vi sono state variazioni di rilievo.

È possibile consultare tali risultati in modo più particolareggiato e interattivo utilizzando la nuova pagina di visualizzazione dei dati EFSA.

Tutti i dati, che racchiudono circa 13 milioni di risultanze, sono disponibili su Knowledge Junction, piattaforma online di libero accesso creata e curata dell’EFSA per migliorare la trasparenza, la riproducibilità e la riusabilità delle evidenze scientifiche nella valutazione dei rischi per la sicurezza di alimenti e mangimi.

Il report integrale è disponibile qui: