L’uso degli antibiotici nella zootecnica ha sicuramente rappresentato un’importante svolta, che ha permesso di controllare e limitare le infezioni batteriche e i sintomi ad esse correlati negli allevamenti, specialmente su larga scala. L’uso spesso prolungato di tali composti ha comportato però, negli anni, lo sviluppo di ceppi batterici resistenti. L’antibiotico-resistenza rappresenta oggi una vera e propria emergenza che coinvolge tutti, dagli organismi internazionali, agli operatori socio-sanitari, agli allevatori, fino ad arrivare ai consumatori, sempre più consapevoli e determinati a salvaguardare la propria salute e l’ambiente.

Secondo la Commissione Europea, infatti, lo sviluppo di resistenze agli antimicrobici rappresenta una reale minaccia per la salute umana e animale, per cui risulta fondamentale predisporre azioni mirate a limitare tale effetto, invitando innanzitutto ad un uso prudente, razionale e mirato degli antimicrobici al fine di massimizzarne l’effetto terapeutico e minimizzare lo sviluppo di resistenze (European Commission, 2018). L’eco che sta avendo questa problematica, ha mosso una serie di provvedimenti legislativi volti a ridurre l’uso degli antibiotici negli allevamenti e nel feed (ec.europa.eu/food/audits-analysis/overview_reports/act_getPDF.cfm) e l’avvio di un processo di innovazione in campo che mira a una gestione antibiotic-free degli allevamenti.

È evidente che l’obiettivo finale non si raggiungerà trovando semplicemente nuove molecole ad azione curativa sostitutive degli antibiotici, ma considerando azioni preventive direttamente in allevamento: animal welfare, selezione genetica, igiene ambientale, qualità degli alimenti, prevenzione e gestione dell’alimentazione, insieme ad una corretta gestione delle vaccinazioni (il cui uso è talvolta limitato per i costi elevati, e problematiche relative a disponibilità e praticità), con l’obiettivo primario di tutelare il benessere animale e l’equilibrio intestinale (Gut Health), strumenti fondamentali per una zootecnia di successo.

Per far ciò, l’industria integratoristica e mangimistica si è concentrata sulla gestione dell’alimentazione attraverso l’utilizzo in allevamento di acidificanti intestinali di varia natura (monogliceridi di acidi grassi, oli essenziali, prodotti fitogenici, oligosaccaridi prebiotici, oligominerali probiotici) e ricercando sempre nuovi prodotti in grado di soddisfare le esigenze degli allevatori e dei consumatori. Oxilem è nato e cresciuto in questo contesto.

Uno sviluppo lungo oltre 10 anni, ha reso Oxilem un innovativo e versatile integratore naturale, utile al fine di perseguire il benessere animale, da cui consegue poi un miglioramento della qualità e della sicurezza alimentare dei prodotti destinati al consumo umano (carne, latte), e soprattutto nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e del consolidamento di allevamenti antibiotic-free. Oxilem è dunque un prodotto di eccellenza, 100% vegetale, prodotto tramite un processo di idrolisi della lignina ottenuta da piante ad alto fusto. La lignina, nota per il suo ruolo di difesa delle piante dai patogeni, è convertita in polifenoli biodisponibili aventi proprietà di grande interesse per la zootecnia. Sono proprio le unità polifenoliche a conferire ad Oxilem spiccate attività antibatteriche, antiossidanti ed immunostimolanti che lo rendono il miglior prodotto naturale oggi disponibile sul mercato per spingere la zootecnia mondiale nell’era post-antibiotici.

Con le prossime pubblicazioni scopriremo quali sono le principali caratteristiche chimico-fisiche di Oxilem, vedemo nel dettaglio le sue applicazioni ed effetti, e riporteremo alcune prove scientifiche sull’attività in campo.