Spesa del primo trimestre 2021 a +2,9% su base annua
I primi mesi del 2021 sono ancora largamente influenzati dall’andamento della pandemia, fra restrizioni differenziate a livello geografico e timori per la diffusione delle nuove varianti virali, con turismo, ristorazione e spettacolo quasi azzerati. La spesa per i prodotti alimentari, infatti, dopo il +7,4% messo a segno nel 2020, a fronte del perdurare delle limitazioni per il contenimento della diffusione del virus, si mantiene su livelli elevati anche nel primo trimestre 2021, registrando un incremento del 2,9% sul primo trimestre 2020, attestandosi su livelli superiori dell’11,7% rispetto al primo trimestre di un’annata regolare come quella del 2019.
In generale, per la prima volta, sono i prodotti freschi sfusi a trainare la crescita dei consumi con un incremento del 3,7%, contro il +2,5% dei prodotti EAN. In relazione ai canali di vendita, i supermercati si confermano la principale fonte di approvvigionamento delle famiglie con un incremento delle vendite del 2,4%.
Di seguito, vedremo l’impatto della suddetta situazione sui settori carne e latte.
I prodotti proteici di origine animale
Dopo lo slancio del 2020 primi ripiegamenti per carni bovine e uova (-0,5% e -4,3%)
Il comparto dei prodotti proteici di origine animale, dopo la ripartenza nel 2020 (+9,8% le carni, +8,3% i salumi, +14,5% le uova) mettono a segno un nuovo incremento nel primo trimestre del 2021, seppur con minore slancio (+1,3% le carni e +4,2% i salumi) e con alcuni segmenti in ripiegamento.
Per le carni si può parlare di una discreta resilienza, grazie al protrarsi della conversione dei consumi “fuori casa” in consumi “in casa”, ma mentre per le carni suine e per quelle avicole la spesa si conferma in lieve aumento (rispettivamente +1,4% e +1%), per le carni bovine, che in valore rappresentano il comparto con maggiore peso, si delinea un lieve ridimensionamento della spesa (-0,5%).
I salumi, che già nel 2019 avevano dato segnali di ripresa (+1,4%), e che nel 2020 avevano incrementato le vendite dell’8,2%, nel primo trimestre 2021 continuano a registrare un buon andamento delle vendite, con aumenti di spesa rispetto all’analogo periodo 2020 del 4,2%.
A fare da traino i pre-affettati e porzionati disponibili nei frigo a libero servizio (che rappresentano ormai il 58% dei volumi acquistati dalle famiglie) le cui vendite sono aumen-tate del 5,4%, ma in recupero anche i freschi al banco servito: +2,4%.
Tra i salumi il più acquistato in termini di volume resta il prosciutto cotto, la spesa per il quale segna un +1,3%, ed è sostenuta dal solo prodotto confezionato (+6,8%), mentre scende l’interesse per questo prodotto al banco (-5,1%). Il più dinamico è invece in questo trimestre il salame, proposto in assortimento potenziato in prossimità delle festività pasquali, che ha incrementato le vendite dell’8,4%, con vendite al banco “servito” che segnano +10,4%. Il prosciutto crudo continua a riscontrare l’interesse dei consumatori con incrementi totali del 2,6% supportati sia dal banco del libero servizio (+2,1%) sia da quello servito (+2,9%).
In netta flessione invece gli acquisti di carni conservate e surgelate, così come quelli di wurstel.
I prodotti lattiero-caseari
Il comparto dei lattiero caseari dopo il +8,3% del 2020, segna i primi cedimenti ad inizio 2021, con una lieve flessione della spesa complessiva, dello 0,7% rispetto al primo trimestre del 2020.
All’interno del comparto si mantengono in terreno positivo i formaggi molli (+1,9%) e quelli freschi (+5,9%), principalmente rappresentati dalla mozzarella, già in buon posizionamento nel 2020 (+13% sul 2019), favorita dall’ampia disponibilità anche nei banchi del libero servizio e dalla versatilità d’uso anche come ingrediente.
Arretrano invece gli acquisti per le altre tipologie di formaggi, in particolare i formaggi industriali (-2,3%), ma anche i semiduri (-1,5%) ed i duri (-0,5%); per questi ultimi, che in valore rappresentano un quinto del settore, va sottolineata comunque la importante crescita delle vendite nel 2020 (+9,1%) e vale la pena evidenziare che al decremento della spesa non fa eco una flessione dei volumi, che sono anzi in lievissima crescita (+0,8%). Andamenti opposti registrano però i due principali DOP: crescono i volumi di Grana Padano (+3%) a fronte di una lieve flessione del prezzo medio (-1,7%), flettono invece i volumi di Parmigiano Reggiano (-8%), con un prezzo medio in lieve rialzo (+1,9%).
Il latte continua a perdere posizioni nel carrello della spesa. Flessioni di rilievo si registrano invece per il latte, sia per il fresco (-6,9%) i cui consumi sono oramai in declino strutturale, sia per l’UHT, che aveva visto un buon rilancio nel 2020 (+9,4% sul 2019), ma che vede le vendite ripiegare del 4,4% in questi primi tre mesi del 2021. Stabili i consumi di yogurt.
Fonte: Ismea
Leggi anche: “Report Ismea sui consumi domestici delle famiglie italiane (gennaio-dicembre 2020): un focus su carne e latte”.
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