Lo scenario futuro prospetta che la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere circa 9,7 miliardi di persone entro il 2050. Per garantire un’adeguato approvvigionamento alimentare, che possa soddisfare i fabbisogni di tutti, si punta a ridurre al minimo gli impatti ambientali, garantendo la salute umana e il benessere degli animali.
Tuttavia, rispettare questi impegni è una sfida, non da ultimo perché la produzione mondiale di carne dovrebbe raddoppiare entro il 2050. Questo aumento della produzione può essere ottenuto combinando l’aumento del numero di animali allevati e l’incremento della loro produttività, soprattutto nel settore del pollame e dei suini. Secondo lo scenario futuro prospettato dalla FAO, le mandrie aumenterebbero, in termini di consistenza, del 46% a livello mondiale rispetto al 2012, con un numero di capi di pollame che aumenterebbe di cinque volte, di tre volte per i suini e di due volte per i piccoli e grandi ruminanti. Questo aumento del numero di animali potrebbe rendere più difficile non solo la loro gestione soprattutto se, come è stato osservato nell’UE, il numero di allevatori continua a diminuire, ma anche garantire con maggiore difficoltà il benessere degli animali. L’aumento, quindi, della domanda di prodotti di origine animale, a causa dei cambiamenti demografici e alimentari, ha ulteriormente reso più difficile affrontare le preoccupazioni della società relative all’ambiente, alla salute umana e al benessere degli animali.
Come risposta a queste sfide, sono in fase di sviluppo delle nuove tecnologie di Precision Livestock Farming (PLF), progettate per sostenere gli allevatori nella gestione della mandria, monitorando i parametri relativi alla salute e al benessere degli animali in modo continuo e automatizzato, nonché l’impatto ambientale dell’allevamento, offrendo l’opportunità di migliorare la produttività e rilevare tempestivamente i problemi sanitari che possono scaturire negli animali. Tali tecnologie consistono nell’utilizzare sensori, telecamere o microfoni che possono avvisare direttamente gli allevatori tramite dispositivi collegati a telefoni, computer o tablet per monitorare le eventuali anomalie che possono presentarsi in allevamento, consentendo così agli allevatori di intervenire in una fase precoce. La ricerca indica il grande potenziale di queste “tecnologie intelligenti” per aiutare gli allevatori a monitorare il benessere dei loro animali, e diversi paesi stanno già investendo nel loro sviluppo, incluedendo tali tecnologie nelle strategie per ottenere un allevamento sostenibile.
Tuttavia, l’uso di queste nuove tecnologie solleva anche preoccupazioni etiche in merito allla loro capacità nel facilitare la gestione dei sistemi di produzione dannosi per il benessere degli animali, quali il loro potenziale impatto sulla relazione uomo-animale, considerare gli animali come meri strumenti di produzione, e l’identità degli allevatori come detentori di animali. La relazione tra animali ed esseri umani è un aspetto importante che può influenzare sia il benessere degli animali che la produttività. Tenendo conto di questi benefici e delle sfide etiche, sembra importante valutare in che misura queste tecnologie possano effettivamente affrontare la questione del benessere degli animali.
È stato perciò sviluppato il Five Domains Model (FDM) per facilitare la valutazione del benessere degli animali. I primi tre domini compresi in questo modello, denominati “nutrizione“, “ambiente fisico” e “salute“, includono fattori legati alla sopravvivenza, mentre il quarto (etichettato come “interazioni comportamentali“) include fattori correlati al contesto in cui si trovano gli animali. Sulla base di questi quattro domini è quindi possibile valutare le conseguenze associate all’interno di un quinto dominio, ovvero lo “stato mentale“. Il metodo può essere aggiornato utilizzando i più recenti dati scientifici sul benessere degli animali e può essere utilizzato in diversi settori collegati agli animali.
Utilizzando tale modello, l’obiettivo di questo studio condotto da alcuni ricercatori inglesi dell’University of Reading, è stato quello di esplorare il potenziale del PLF per aiutare ad affrontare il benessere degli animali e per discutere i potenziali benefici per quest’ultimo e i rischi derivanti dall’utilizzo di tali tecnologie. Sebbene le tecnologie PLF abbiano un potenziale promettente per ridurre l’insorgenza di malattie e lesioni negli animali da reddito, rilevando tempestivamente i problemi sanitari e contribuendo a garantire condizioni ambientali ottimali, la loro attuale capacità di promuovere gli stati di benessere positivi rimane limitata a causa della mancata valutazione degli stati comportamentali degli animali. Alcuni sviluppi tecnologici relativi al dominio delle “interazioni comportamentali” della FDM hanno il potenziale per aiutare a promuovere degli stati psicologici positivi, tuttavia questi rimangono generalmente nelle prime fasi di sviluppo. Ciò è probabilmente dovuto alla mancanza di prove relative alla validità degli indicatori di benessere legati alla valutazione dello stato psicologico degli animali, nonché alle sfide nell’adottare e sviluppare tali tecnologie.
Quindi le tecnologie PLF sono utili per prevenire le patologie in allevamento e migliorare sia le condizioni di salute che ambientali, ma dovrebbe essere perfezionata la componente che deve valutare anche lo stato psicologico e comportamentale degli animali, in quanto questi sono degli aspetti fondamentali per la valutazione e il raggiungimento del benessere animale ottimale.
Sinossi tratta dall’articolo “Exploring the Potential of Precision Livestock Farming Technologies to Help Address Farm Animal Welfare” di Juliette Schillings, Richard Bennett e David Christian Rose. Pubblicato su Frontiers in Animal Science.
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