Epidemia da Covid-19 e consumi

Già l’Istat ha segnalato l’impatto dell’epidemia da Covid-19 sugli allevamenti bovini, con una macellazione in calo del 17,8% nel 2020 (Ruminantia|2 dicembre 2020), ma è da ritenere che la crisi economica continuerà a provocare effetti su tutte le attività produttive. Inoltre, con la chiusura di hotel, ristoranti e catering, le vendite al consumo si sono concentrate sempre più sugli ipermercati, rendendo difficile la distribuzione e commercializzazione di prodotti provenienti da piccole e medie aziende agricole. Il settore degli allevamenti, e in particolare di quelli bovini, continua ad essere responsabile di problemi ambientali e oggetto di fake news che fanno temere un loro ruolo nella diffusione del virus. La Commissione Europea non ha mancato di adottare alcune misure per aiutare il settore agricolo interessato dall’epidemia, con aiuti agli agricoltori e allevatori che vendono direttamente ai consumatori, che creano servizi di consegna a domicilio o che a livello di azienda agricola investono nella trasformazione, commercializzazione o l’imballaggio degli alimenti; ma, soprattutto, ha adottato misure eccezionali per gli aiuti all’ammasso privato nei settori lattiero-caseario e delle carni.

Gli effetti dell’epidemia da Covid-19 sui consumi, e in particolare su quelli di carni bovine, sono stati oggetto di attente analisi.

Epidemia da Covid-19 e industria mondiale delle carni

A livello mondiale (Jill E. Hobbs – The Covid-19 pandemic and meat supply chains – Meat Sci., 181:108459, 2021), la pandemia di Covid-19 che ha colpito le società, l’attività economica e gli ambienti aziendali, non ha risparmiato le catene di approvvigionamento alimentare e il settore della lavorazione della carne, generando un vivace discorso sulla loro adattabilità e resilienza nel medio-lungo termine. Da questi dibattiti è risultato che le economie di scala nella lavorazione della carne offrono notevoli vantaggi in termini di costi ed efficienza, mentre una struttura industriale più dispersa può essere più flessibile; per questo è probabile che la pandemia possa accelerare l’adozione dell’automazione e della digitalizzazione all’interno delle catene di approvvigionamento alimentare. La pandemia di Covid-19 ha anche centrato l’attenzione dei consumatori sul sistema alimentare, offrendo alle industrie alimentari l’occasione di affrontare in modo proattivo i punti di vulnerabilità all’interno delle catene di approvvigionamento.

Sempre a livello mondiale (Muawuz Ijaz, Muhammad Kashif Yar, Iftikhar Hussain Badar, Sher Ali et aliiMeat Production and Supply Chain Under COVID-19 Scenario: Current Trends and Future Prospects – Front Vet Sci – May 7, 8:660736, 2021), la pandemia di Covid-19 ha influenzato la produzione, la catena di approvvigionamento e i prezzi della carne, provocando una crisi socioeconomica in tutto il mondo. Inizialmente, i prezzi della carne e dei prodotti a base di carne sono aumentati per una minore produzione e un incremento della domanda a causa di acquisti indirizzati dalla paura di rimanere senza cibo, ma in seguito la produzione e la domanda di carne sono diminuite per le restrizioni dovute all’epidemia e per il minore potere d’acquisto dei consumatori, con una conseguente diminuzione dei prezzi di questi alimenti. Inoltre, all’inizio di aprile 2020, diversi impianti di lavorazione delle carni hanno sospeso l’attività per una rapida diffusione del virus Covid-19 tra i lavoratori, mentre i produttori e i trasformatori di carne hanno incontrato difficoltà nella raccolta e nella spedizione dei loro prodotti per la diminuzione della forza lavoro, restrizioni nella circolazione degli animali e cambiamento nella legislazione dei mercati locali e internazionali. Queste condizioni hanno avuto un impatto negativo sull’industria della carne, con una diminuzione degli impianti di produzione, lavorazione e distribuzione. Di conseguenza, un’integrazione tra tutte le parti interessate dell’industria della carne è assolutamente essenziale per la sostenibilità della catena di approvvigionamento del settore e per far fronte a condizioni che il futuro potrebbe riservare.

Nell’America Settentrionale (Alfons Weersink, Mike von Massow, Nicholas Bannon, Jennifer Ifft et aliiCOVID-19 and the agri-food system in the United States and Canada – Agric. Syst., Mar.,188, 103039, 2021) le catene di approvvigionamento agroalimentare sono molto efficienti, fornendo ai consumatori una grande varietà di preparazioni al minor costo possibile. Nelle fasi iniziali della pandemia di Covid-19 e per la perdita temporanea quasi totale del canale di distribuzione dei servizi alimentari, inizialmente si è manifestata una sorprendente vulnerabilità del settore, che in seguito è tornato a condizioni quasi normali, con prezzi e livelli di produzione simili a quelli osservati negli anni precedenti la pandemia. La specializzazione della maggior parte delle catene di approvvigionamento alimentare, dove vige una consegna just-in-time a clienti senza capacità di riserve, inizialmente ha portato alle interruzioni, ma è anche stata responsabile del suo rapido rimbalzo. A lungo termine, il proseguimento della pandemia potrebbe spingere le catene di approvvigionamento delle carni verso un maggiore consolidamento delle imprese e a una diversificazione dei prodotti carnei. Nel futuro sono prevedibili cambiamenti strutturali di lavorazione, in particolare per quanto riguarda la manodopera, con la tendenza a una maggiore automazione. Le ricadute economiche della pandemia potranno portare a una maggiore concentrazione anche nel settore delle carni bovine, perché alcune aziende non sono in grado di sopravvivere alla recessione e ai cambiamenti di acquisto degli alimenti, inclusa l’espansione del commercio online e a una maggiore domanda di attributi associati alla resilienza. D’altra parte, il commercio online può offrire opportunità ai piccoli produttori e trasformatori di abbreviare le catene di approvvigionamento e raggiungere direttamente i clienti. A lungo termine, gli impatti Covid-19 sul commercio globale e sulla produzione dei paesi in via di sviluppo sono più incerti e potrebbero influenzare la riduzione della povertà.

Epidemia da Covid-19 e industria italiana delle carni

In Italia Benedetta Coluccia e collaboratori (Coluccia B., Agnusdei G. P., Miglietta P.P., De Leo F. – Effects of COVID-19 on the Italian agri-food supply and value chains – Food Control, May, 123, 107839, 2021) constatano che la diffusione del Covid-19 ha causato una recessione sociale ed economica che si manifesta in dati macroeconomici che interessano anche il settore agroalimentare dal punto di vista della domanda, del produttore e dei prezzi al consumo. In particolare, i prodotti freschi e deperibili come le carni bovine, la cui produzione o raccolta ha avuto luogo durante la prima ondata di Covid-19, hanno subito effetti nei prezzi, mentre i prodotti conservabili non hanno registrato impatti significativi. Questo fenomeno che ha interessato i prodotti freschi e deperibili è dovuto principalmente alla fragilità delle fasi di raccolta e produzione, e alla resilienza dei trasporti e della logistica, non riguardando la fornitura di prodotti conservabili. Per questo, e soprattutto in caso di future ondate pandemiche, da parte di ricercatori, responsabili politici e manager sarebbe auspicabile costruire strategie adeguate all’intera filiera agroalimentare degli alimenti freschi e deperibili, come le carni bovine, per garantire la resilienza del settore.

Epidemia da Covid-19, lavorazione e commercio on line futuro delle carni bovine

Le analisi dei ricercatori fanno ritenere che l’epidemia da Covid-19 abbia messo in luce alcuni punti fragili non tanto della produzione negli allevamenti, quanto della trasformazione, lungo tutte le catene di macellazione, trasformazione e distribuzione delle carni.

Nella produzione delle carni bovine, e in un prevedibile e costante aumento dei consumi mondiali di questa derrata alimentare, ci si devono attendere importanti modificazioni dei sistemi di lavorazione, con una riduzione della mano d’opera, un’implementazione della robotizzazione e una maggiore diffusione di grandi impianti a gestione informatizzata.

Per quanto riguarda la commercializzazione delle carni bovine, durante il periodo dell’epidemia da Covid-19 i consumatori dei paesi industrializzati hanno ampliato l’uso dell’E-commerce, comprendendo anche gli alimenti freschi o a breve conservazione, e tra questi le carni bovine. A livello mondiale, per le carni bovine ci si deve attendere uno sviluppo del commercio elettronico o E-commerce, perché la comodità che le grandi aziende di distribuzione offrono con la consegna della spesa a casa del cliente sta incrementando via via il proprio successo e popolarità. Anche molte macellerie online raccolgono questa tendenza e si impongono sul mercato per la possibilità di fornire ai consumatori in modo comodo tagli speciali della tradizione locale, carni dal mondo e tagli di carne di particolare natura. Allo stesso modo anche le aziende agricole e gli allevamenti iniziano a interessarsi alla macelleria online, ritagliandosi una propria nicchia di mercato. Le agenzie americane Food Marketing Institute e Nielsen Media Research affermano che entro il 2022 il 70% dei consumatori americani si rivolgerà esclusivamente agli acquisti di carne dal mondo online, un andamento dimostrato anche dall’acquisto di Whole Foods da parte di Amazon che ha richiesto un investimento per oltre tredici miliardi di dollari. In questo modo anche le macellerie a domicilio e le macellerie in zona potranno ampliare la loro distribuzione e incrementare il proprio volume d’affari.

Più difficili sono le previsioni sull’E-commerce della carne bovina in Europa, e soprattutto in Italia, dove per gli acquisti alimentari si preferisce ancora toccare con mano e avere un contatto diretto con il commerciante. A differenza degli americani, che sempre più si stanno rivolgendo all’acquisto di carne online, in particolare gli italiani accostano il negozio virtuale a quello fisico, usando il canale più comodo secondo le esigenze, con la preferenza di acquisti di grandi quantità online e la scelta di verificare con mano il prodotto e la qualità per i piccoli consumi. In ogni modo, soprattutto per i consumatori delle nuove famiglie nucleari, le caratteristiche che spingono ad acquistare carne online sono il risparmio di tempo e la possibilità di scegliere esattamente quello che si vuole, mentre il distributore può guadagnare clienti altrimenti irraggiungibili.

 

Giovanni Ballarini, dal 1953 al 2003 è stato professore dell’Università degli Studi di Parma, nella quale è Professore Emerito. Dottor Honoris Causa dell’Università d’Atene (1996), Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione della Repubblica Italiana, è stato insignito dell’Orde du Mérite Agricole della Repubblica Francese. Premio Scanno – Università di Teramo per l’Alimentazione nel 2005, Premio Giovanni Rebora 2014, Premio Baldassarre Molossi Bancarella della Cucina 2014, Grand Prix de la Culture Gastronomique 2016 dell’Académie Internationale de la Gastronomie. 

Da solo e in collaborazione con numerosi allievi, diversi dei quali ricoprono cattedre universitarie, ha svolto un’intensa ricerca scientifica in numerosi campi, raggiungendo importanti e originali risultati, documentati da oltre novecento pubblicazioni e diversi libri. 

Da trenta anni la sua ricerca è indirizzata alla storia, antropologia e in particolare all’antropologia alimentare e anche con lo pseudonimo di John B. Dancer, ha pubblicato oltre quattrocento articoli e cinquanta libri, svolgendo un’intensa attività di divulgazione, collaborando con riviste italiane, quotidiani nazionali e partecipando a trasmissioni televisive. Socio di numerose Accademie Scientifiche è Presidente Onorario dell’Accademia Italiana della Cucina e già Vicepresidente della Académie Internationale de la Gastronomie.