Diverse possono essere le strategie messe in atto per una zootecnia sempre più sostenibile:

Impiego di tecniche nutrizionali migliori. Il rapporto di conversione del mangime, la scelta di sottoprodotti utilizzati, la qualità, la provenienza e la digeribilità della razione sono elementi di fondamentale considerazione quando si lavora in ottica di maggiore sostenibilità, anche con lo scopo di ridurre le emissioni di CH4 per unità di prodotto (carne o latte).

Migliorare la salute degli animali, ridurre le malattie degli animali, migliorare la fertilità, ridurre la mortalità e l’impiego di antibiotici. Questi risultati possono essere ottenuti anche attraverso l’implementazione di misure preventive di gestione, attraverso la selezione genetica o tramite l’impiego di specifici additivi. Migliorare la fertilità è fondamentale perché intervalli interparto più lunghi e una maggiore età al primo parto determinano un impatto diretto sulla produzione di latte e sul reddito. La salute degli animali è un altro elemento chiave, poiché una mandria sana rende anche l’azienda più redditizia e consente di aumentare la longevità della mandria semplicemente grazie a capi più sani e resistenti.

Aumento della salute del rumine. Modificando l’ambiente ruminale e la sua micropopolazione, la salute del rumine può essere aumentata, con un conseguente effetto benefico sull’efficienza delle razioni, sulla digeribilità delle stesse e sulla prevenzione dei disordini ruminali.

Aumentare il benessere degli animali. Un’azienda agricola è maggiormente sostenibile anche dove i bovini sono meno sottoposti ai fattori di stress e dove possono manifestare il loro comportamento naturale, anche grazie a spazi adeguati.

Scegliere soluzioni di stabulazione sostenibili. Il tipo di stabulazione può determinare delle differenze nella quantità di NH3 rilasciata nell’ambiente. Sono infatti stati condotti alcuni studi per confrontare ad esempio diverse tipologie di pavimentazione.

Migliorare la gestione del letame. Il modo in cui il letame viene lavorato, trattato e gestito ha un effetto sui gas serra rilasciati. Le strategie possono coinvolgere anche impianti di biogas o digestione anaerobica, con l’obbiettivo di ottenere prodotti ricchi di nutrienti che possono essere impiegati in sostituzione dei fertilizzanti sintetici.

Riduzione dell’intensità delle emissioni di metano (CH4)

Le produzioni zootecniche contribuiscono alle emissioni di gas serra, in particolare metano, con oggettive conseguenze per il nostro pianeta. Nel settore dei ruminanti, le vacche da latte e i bovini da carne contribuiscono alla produzione di metano enterico che viene rilasciato nell’atmosfera. Alla ricerca di nuovi modi per ridurre le emissioni di gas serra, la riduzione dell’intensità delle emissioni di metano dal bestiame, riveste particolare importanza. Migliorare l’efficienza alimentare integrando le diete sia nel settore Dairy che Beef con il lievito probiotico Actisaf® Sc 47 è un modo efficiente per migliorare le prestazioni degli animali riducendo allo stesso tempo l’intensità delle emissioni di metano.

Bovini da carne

Recentemente è stato condotto uno studio sul campo in due parti su due allevamenti specializzati in bovini in Italia per valutare diverse strategie nutrizionali1.

Lo studio 1 ha coinvolto 96 maschi Charolaise a cui è stato somministrato unifeed con insilato di mais ad alto valore nutritivo con un contenuto sulla sostanza secca del 43% di amido e del 28% di NDF.

Lo studio 2 ha riguardato in 96 maschi di razza Piemontese a cui è stato somministrato unifeed dry a secco ad alto valore nutritivo con un contenuto sulla sostanza secca del 47% di amido e del 22% di NDF.

Ogni studio è durato 6 settimane. Le prime due settimane sono state utilizzate come periodo di adattamento alla dieta, con 5 g/capo/die (5x 1010 CFU/capo/die) di lievito probiotico Actisaf® Sc 47 somministrato ai bovini in un gruppo integrato. Entrambi i gruppi di studio hanno registrato un significativo miglioramento della digeribilità media apparente, aumentata del 3% grazie all’inclusione di Actisaf® Sc 47. Considerando che 25 g di metano derivano da 1 kg di sostanza secca ingerita, l’aumento medio del 3% della digeribilità apparente potrebbe portare a una corrispondente riduzione dell’intensità delle emissioni di metano. Basato su un consumo medio di 10 kg di sostanza secca, si sarebbe determinata nel periodo della prova una riduzione equivalente di 7,41 g (-15%) di metano (Tab 1).

Tabella. 1

Effetto dell’integrazione con Actisaf® Sc 47 sulla riduzione dell’intesità delle emissioni di metano e sul potenziale di riscaldamento globale (CO2-equivalenti) durante un ciclo di produzione in bovini da latte e da carne*.

*Viene considerato 1 kg di metano corrispondente a 25 kg di CO2-equivalenti2; i cicli di produzione corrispondono a quanto osservato nei trials con durata di 120 e 60 giorni rispettivamente per vacche da latte (Dairy) e bovini da carne (Beef).

Bibliografia

  1. Rossi et al. (2020) Evaluation of the effect of the yeast probiotic Actisaf® Sc 47 on diet digestibility in beef cattle, through the application of the NIR technology. Data on file, Italy.
  2. Messana Juliana Duarte, Roberta Carrilho Canesin, Giovanni Fiorentini, Ricardo Andrade Reis, Pedro Braga Arcuri, Telma Teresinha Berchielli (2014). Intake, performance and estimated methane production of Nellore steers fed soybean grain.R. Bras. Zootec., 43(12):662-669.