Rapporto n.070 del 08/09.2021 “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 10°.
Queste le chiusure del 07 settembre 2021:
Il 7 sera mercato al ribasso, ma mentre vi scrivo il telematico, come potete vedere, è in leggera ripresa su tutto il fronte. I danni dell’Uragano rallentano l’uscita delle merci (trasformazione e carico) e questo farà aumentare un pochino gli stock; inoltre, hanno preso a circolare delle stime pre USDA (è calendarizzata per il 10/09):
PREVISIONI DEGLI ANALISTI DELL’USDA DI VENERDI’ 10/9 – (in milioni di tons e la cifra tra parentesi è quella dell’USDA di agosto).
Se confermate, si aprirebbe uno spiraglio di ribasso sul corn/mais e sui semi di soia, da segnalare il calo indice dei noli B.D.Y, sceso a 3.707 punti; il petrolio wti gira a circa 69 dollari al barile, e il cambio gira a 1,18834 ore 8,37.
Inoltre, dalla Cina arrivano notizie che, se confermate, potrebbero far allentare la pressione di acquisto; pare infatti che il consumi zootecnici, risentendo anch’essi dei rincari, stiano calando e che i margini industriali di trasformazione del settore agroalimentare e zootecnico siano in ridimensionamento (notizie Agricensus).
Venendo invece nel nostro mercato, vi segnalo una scarsità di rivendite sul mercato dei proteici per un possibile ritardo di arrivi e quindi le messe a disposizione delle merci stanno scivolando nei tempi massimi contrattuali; questo giustifica anche l’invariato registrato il 7 settembre sulla Piazza di Milano per le farine di soia.
Per i cereali si segnala il rallentamento del rialzo del grano tenero, infatti l’invariato di ieri su Milano dopo settimane di segno più è quasi da leggersi come un meno 1, la frenata della fuga dell’orzo, e il calo del mais nazionale che sta entrando nel pieno del raccolto. Qui però è necessario un distinguo: è solo il mais nazionale che cala in quanto l’estero non risente ancora del nuovo raccolto, e tutti sono arrivati corti di merce estera. Inoltre, venerdì alla Borsa di Vienna era noto a tutti che quest’anno il nostro mais ha maggiori problemi sanitari, ma pare che questo sia previsto anche in alcune parti dell’Est; quindi, il mercato sui futuri ha registrato un deciso stop e conseguente rialzo prudenziale.
Mi voglio dilungare sul mais in quanto questo momento di mercato è delicato e disturbato perché da un lato i cerealisti stanno tentando di tenere le posizioni, dall’altro il commercio e gli essiccatori non acquistano, se non concludono accordi, aspettando il ribasso in corso che potrà continuare ancora (si stima un punto forte di resistenza per il mais a 230 €) e ancora molta massa che andava a pastone sta scivolando a granella, così come è successo per i trinciati. Questo perché a fronte di alte quotazioni del secco il mercato del verde si è inceppato. Insomma, una situazione intricata di difficile chiarimento, ecco perché quando mi chiedono cosa fare per il mais, rispondo: “c’è troppa confusione sul mercato”.
Una cosa è certa: il mais secco a 180 € non lo vedremo di certo, ed ora più che mai è necessario DIVIDERE il mercato in due parti nette e distinte, “il pronto” in depressione di valori e “il medio-lungo” termine dove il mercato sarà più tenuto a meno di eventi ad oggi ignoti.
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