Come riportato da Assocaseari nell’ultimo report sul mercato lattiero-caseario, quella dal 2 all’8 ottobre è stata un’altra settimana da bollino rosso, soprattutto sulle materie grasse.

Latte e crema

La Germania come al solito tira il mercato, con la crema che mercoledì addirittura sorpassa i 2,70 €/kg reso Nord Italia, latte crudo spot trattato in Germania sopra lo 0,50 €/kg e lo scremato viene offerto a 0,34 €/kg. Come accaduto settimana scorsa, il mercoledì per la crema chiedono tantissimo, ma poi il giovedì se succede che non sono riusciti a vendere tutto ed offrono a prezzi sempre alti ma un cicinin meno esosi dei picchi toccati mercoledì. Un mercato così teso non è causato da una domanda impazzita bensì dal calo della raccolta con oltretutto un latte molto povero in grasso e proteine. I suddetti prezzi si intendono franco arrivo Nord Italia con un costo di trasporto che incide tra 5 e 10 €/Ton.

In Italia i prezzi continuano ad essere trainati dagli aumenti all’estero, con il latte crudo che questa settimana ha toccato punte di 0,43-0,44 €/kg, lo scremato intorno a 0,25 €/kg partenza ma soprattutto la crema nazionale di qualità dove i compratori, pur di avere merce, sonno arrivati a offrire 0,20 €/kg e oltre sopra il bollettino di Milano. I suddetti prezzi si intendono franco-partenza.

Burro

Il bollettino del burro di Kempten, visto l’andamento che il mercato ha avuto settimana scorsa, aumenta il minimo di € 0,20, oggi 4,40 €/kg, e di € 0,25 il massimo, oggi 4,65 €/kg, con un prezzo medio di 4,525 €/kg. L’Olanda, più moderata del solito, aumenta di € 0,11 e si porta a 4,39 €/kg. La Francia continua a vivere in un mondo suo e forse vuol fare media con i mesi in cui era troppo alta, aumenta solo di € 0,05 portandosi a 4,30 €/kg. La media a tre di questa settimana è 4,405 €/kg.

Malgrado gli aumenti, i bollettini sono esageratamente indietro rispetto al mercato, che cerca di seguire l’andamento della crema, ma non riesce a tenerne il passo; lunedì di settimana scorsa il burro congelato tedesco, olandese o belga veniva offerto a 4,35 €/kg e dopo due giorni era a 4,50 €/kg, oggi chiedono addirittura 4,98 €/kg. Si risparmia qualcosa per l’irlandese offerto a 4,90 €/kg e ancor di più per lo spagnolo offerto a 4,70 €/kg. Per quanto alti, prezzi ancora lontani da quello che sarebbe il prezzo di un burro calcolato sui valori della crema.

Latte in polvere

Se in Germania e Olanda le frecce del latte in polvere sono tutte verdi, fa eccezione l’intero in Francia che resta invariato; aumenta, però, lo scremato per uso alimentare.

Da notarsi che le quotazioni dei mercuriali sono allineate ai prezzi di vendita. Il grosso problema è la poca disponibilità per il pronto e la totale incertezza per offrire su periodi più lunghi. Sia nel latte in polvere, come per il burro, la risposta più frequente dei venditori è “Fammi controllare se ho disponibilità” o “Scusa ma non trovo abbastanza merce per coprire le domande che ho”. Indicativamente, i prezzi sono ormai sopra i 3.000 €/ton, soglia che lascia perplessi i compratori.

Siero

Se settimana scorsa nel siero in polvere regnava l’incertezza, questa settimana tutti concordi nel lasciare i bollettini invariati.

Formaggi

I bollettini nazionali dei formaggi segnano un aumento delle voci del Parmigiano Reggiano più stagionato a Modena, del Pecorino Romano a Milano ed un calo delle quotazioni del Grana Padano nelle principali Borse Merci del Nord Italia. Quotazioni medie europee stabili per il Gouda a 3,35 €/kg, l’Edamer a 3,37 €/kg ed il Cheddar a 3,26 €/kg, in calo per l’Emmentaler a 4,94 €/kg.

NB: I prezzi pubblicati devono essere considerati solo indicativi di una tendenza di mercato, in quanto miscellanea non solo di prezzi effettivi di vendita, ma anche di prezzi di offerte e/o richieste rilevate sul mercato.

Fonte: Assocaseari

L’import e export degli Stati Uniti ad Agosto 2021

Nonostante i problemi logistici che interessano ancora i porti della costa occidentale, in agosto le spedizioni statunitensi di prodotti lattiero-caseari hanno continuato ad aumentare a due cifre. Il Messico è stato il principale motore di questo incremento, seguito da Cina e Filippine. I volumi esportati nei primi otto mesi dell’anno, spinti dalla domanda cinese, sono impressionanti. I quantitativi spediti verso il Messico si sono completamente ripresi dopo lo scarso rendimento del 2020 e superano anche i livelli del 2019.

Dopo il calo di luglio, le esportazioni di SMP in agosto sono riprese, +14% ago.’21/ago.’20, con un aumento dei volumi inviati in Messico (+37%) e nelle Filippine, ma una contrazione di quelli diretti in Indonesia, Cina e Vietnam. Sui primi otto mesi combinati, invece, hanno contribuito all’aumento del 12% genn-ago’21/genn-ago’20 le domande messicana (+24% da inizio anno), cinese, algerina e vietnamita, che compensano il calo del sud-est asiatico (Indonesia, Filippine e Malesia).

Le esportazioni di formaggio sono aumentate per il secondo mese consecutivo, +18% ago.’21/ago.’20, registrando un record mensile. Sono soprattutto Messico, Giappone e Cile a rappresentare la crescita, sia mese su mese che per il periodo dei primi otto mesi combinati, compensando il calo di Corea del Sud e Australia.

Le esportazioni di butteroil sono aumentate del 504% ago.’21/ago.’20 grazie soprattutto alla domanda cinese. In forte crescita anche l’export di burro, +90% ago.’21/ago.’20, guidato dalle spedizioni verso Canada, Corea del Sud e Bahrain, e +127% genn-ago’21/genn-ago’20 grazie alla domanda di Egitto, UE e Australia.

Dopo tre mesi di calo, le importazioni di burro dalla UE sono aumentate, +33% ago.’21/ago.’20, ma i volumi per i primi otto mesi dell’anno cumulati sono ancora del 3% al di sotto rispetto allo stesso periodo 2020. La Nuova Zelanda copre il 14% della domanda statunitense di burro. Le importazioni di formaggio hanno continuato ad aumentare, per il sesto mese consecutivo, anche in agosto, +9% ago.’21/ago.’20, ed il primo fornitore è la UE (+19% genn-ago’21/genn-ago’20).

Fonte: Assocaseari