Ruminantia Mese è lo speciale di Ruminantia dedicato ad articoli di approfondimento relativi all’allevamento dei ruminanti. Si tratta di una sorta di rivista nella rivista in cui, con una cadenza mensile, sono pubblicati articoli di carattere tecnico-scientifico scritti da esperti del settore. Gli articoli sono suddivisi in sei sezioni: editoriale, genetica, sanità, ambiente e management, nutrizione ed economia.

Con questa raccolta, andremo a scoprire quali sono stati gli argomenti trattati nella sezione Nutrizione nel corso del 2013.

Il bilancio proteico negativo – Dicembre 2013

E’ da molti anni che in Italia si considera il livello proteico della razione come causa primaria d’infertilità e di zoppie. Questo atteggiamento, unitamente all’alto costo che hanno le materie prime che apportano proteine, ha portato ad una progressiva riduzione della percentuale di azoto delle razione somministrate alle vacche non solo in lattazione ma anche in asciutta. A sostegno di questa ipotesi pochi sono i dati disponibili ma solo alcune considerazioni. La prima deriva dall’osservazione della concentrazione d’urea del latte rilevata dai quasi un 1.000.000 di campioni analizzati dall’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia dove, tale parametro, cala progressivamente dall’anno 2000 fino a raggiungere una media al di sotto dei 22 mg/dl del 2012… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Il potere di una razione – Novembre 2013

La nutrizione delle vacche da latte ha un’ importanza fondamentale in quanto l’apporto corretto di sostanze nutritive come le proteine, i grassi, la fibra, gli amidi, gli zuccheri, i minerali e le vitamine permette ad esse di esprimere tutto il loro potenziale genetico nel produrre latte, grasso e proteine. I nutrienti inoltre garantiscono alla bovina un ottimale stato di salute e la migliore fertilità possibile. I momenti più difficili per nutrire correttamente una bovina sono la fase di transizione dall’asciutta alla lattazione ed i primi tre mesi dopo il parto. Durante il periodo di transizione si concentrano più del 75% delle malattie metaboliche ed è in questa fase che si mette un’importante ipoteca sulla futura produzione e sulla fertilità. La nutrizione è però una parte del successo economico di una bovina e dell’intero allevamento… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Le spore nel latte – Ottobre 2013

Talvolta, anche inaspettatamente, ci troviamo a che fare con la presenza di spore nel latte. Quando le condizioni ambientali non sono loro favorevoli alcuni microrganismi, quali quelli appartenenti al genere Clostridium, sono in grado di produrre spore. Queste spore sono particolarmente resistenti a condizioni avverse, come, per esempio, l’apparato digerente delle bovine o la pastorizzazione del latte. Una volta che le condizioni ritornano ad essere favorevoli esse germinano e i microrganismi iniziano a riprodursi in assenza di ossigeno. Cl. butyricum eCl. tyrobutyricum si nutrono di zuccheri mentre Cl. sporogenes di aminoacidi; ma tutti producono gas, dando luogo, nel formaggio, a gonfiore, che nel primo caso risulta essere precoce, mentre nell’ultimo caso è tardivo e si può presentare anche dopo 12 mesi di stagionatura… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

L’apparato digerente possibile causa di problemi per la salute della bovina – Settembre 2013

Da tempo quasi “immemore”, la mia attività di ricerca – sotto la guida del compianto Prof. G. Piana e del Prof. V. Cappa – si è intrecciata con le anomalie digestive delle bovine da latte; in particolare per la presunta relazione con problemi sanitari molto seri (a parte i non trascurabili fenomeni di “indigestione”, diarrea, calo produttivo e di minore ingestione ecc.). A tale riguardo è da tempo nota, anche se non sempre adeguatamente spiegata, la relazione negativa con alcune “malattie” degli arti (laminite e sue conseguenze, gonfiori dei garretti, arrossamento e gonfiore del cercine coronario, ecc.) e con la fertilità, ma anche con fenomeni di immunodepressione con accresciuto rischio di varie malattie infettive fra le quali spicca la mastite… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Impiego di additivi nella nutrizione – Agosto 2013

Il rumine è sicuramente il comparto principale del tratto enterico delle specie ruminanti. Infatti la sintesi di proteina microbica (MP) ed acidi grassi volatili (AGV) garantisce il soddisfacimento di gran parte dei fabbisogni nutrizionali della bovina da latte. Inoltre una funzionalità ruminale sub-ottimale può causare dismetabolie, ridurre l’ingestione di sostanza secca (SSI) e la digeribilità della razione con ripercussioni negative in termini di efficienza produttiva e maggior escrezione di polluenti da parte della bovina. Gli additivi alimentari sono composti tipicamente aggiunti alle diete per migliorare l’utilizzazione dei nutrienti e le performance produttive, ridurre i rischi di insorgenza delle più comuni dismetabolie e limitare l’impatto ambientale delle produzioni animali… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

L’apparato digerente possibile causa di problemi per la salute della bovina – Luglio 2013

Da tempo quasi “immemore”, la mia attività di ricerca – sotto la guida del compianto Prof. G. Piana e del Prof. V. Cappa – si è intrecciata con le anomalie digestive delle bovine da latte; in particolare per la presunta relazione con problemi sanitari molto seri (a parte i non trascurabili fenomeni di “indigestione”, diarrea, calo produttivo e di minore ingestione ecc.). A tale riguardo è da tempo nota, anche se non sempre adeguatamente spiegata, la relazione negativa con alcune “malattie” degli arti (laminite e sue conseguenze, gonfiori dei garretti, arrossamento e gonfiore del cercine coronario, ecc.) e con la fertilità, ma anche con fenomeni di immunodepressione con accresciuto rischio di varie malattie infettive fra le quali spicca la mastite… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Vitelle: latte crudo, latte pastorizzato o latte ricostituito? – Giugno 2013

Le vitelle rappresentano la nuova generazione che sostituirà le attuali bovine in stalla e, anche loro, le vitelle, produrranno latte e forse più delle loro madri se, oltre la buona selezione, si fa particolare attenzione alla crescita. È necessario tener bene aperti gli occhi  riguardo  la gestione delle vitelle nel periodo di vita in cui non sono ancora produttive poiché avrà un enorme impatto nella futura carriera produttiva. Si tratta di approfondire la gestione alimentare dalla nascita allo svezzamento in particolare la scelta da parte dell’allevatore, dopo avere somministrato un colostro di ottima qualità, sull’utilizzo di latte ricostituito o materno… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Primi passi per la gestione efficiente del prato pascolo naturale – Maggio 2013

Al giorno d’oggi la produzione di bestiame fa fronte ad una sfida importante: produrre di più, con maggior qualità e nel rispetto dell’ambiente. Purtroppo la redditività degli allevamenti non consente di fare grandi investimenti in grado di dar riposta contemporaneamente a tutte queste domande. Il pascolo naturale è però capace di offrire un prodotto consono alle esigenze del mercato e in grado di aggregare valore all’offerta del produttore. Migliorarne la gestione rappresenta un’ottima soluzione a basso costo per incrementare la produttività… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

L’alimentazione della vacca al tempo delle aflatossine – Aprile 2013

Pensavamo che il biennio 2003-2004 fosse stato il periodo peggiore per le aflatossine ma dobbiamo prendere anno atto che il 2012 e il 2013 si presentano in maniera dir poco catastrofica al punto che molte delle organizzazioni che rappresentano i maiscoltori e gli allevatori hanno chiesto (invano) una deroga temporanea al limite dei 50 ppt di aflatossina M1 nel latte. Molto è stato scritto su cosa “ragionevolmente” poter fare quest’anno per scongiurare questa “waterloo” ma è necessario tentare di gestire l’attuale situazione almeno fino alle prime trebbiature di mais nella prima quindicina d’agosto. Come ben sappiamo gli alimenti a rischio sono il mais, e tutti i suoi sottoprodotti coma la farina glutinata e il glutine, ed il cotone integrale… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

L’integrazione di vitamine e oligoelementi – Marzo 2013

Questa parte importante della nutrizione della vacca da latte è quella che sembra sfuggire di più alle regole della scienza ossia appartenere al mondo del “ vale tutto e il contrario di tutto” anche se ha un impatto sensibile sui costi di produzione del latte e sulla longevità produttiva delle bovine. Per tutte le specie allevate per produrre alimenti per l’uomo ci sono scienziati e enti di ricerca che ogni tanto producono tabelle o algoritmi che servono a calcolare i fabbisogni di nutrienti . Il più autorevole di questi “enti” è sicuramente il “National Research Council”statunitense che periodicamente raccoglie le ricerche effettuate in tutto il mondo sulla nutrizione animale. I criteri di valutazione della ricerca e il sistema attraverso il quale vengono reclutati gli autori dei vari argomenti trattati è garanzia di rigore e imparzialità… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Allevare i frisoni maschi (senza rimetterci) – Febbraio 2013

Molto spesso, negli allevamenti di vacche da latte, capita di giudicare la nascita di un vitello maschio una “disgrazia”. Alcuni allevatori, anche motivati dallo scarso valore commerciale dell’animale, non credono valga la pena porre attenzione sull’allevamento ed eventuale ingrasso dello stesso. Certo, il vitello di razza Frisona, specialmente se nato da una genetica ancor  più spinta verso la produzione di latte, non presenta le forme e qualità richieste dal mercato della carne. Ci sono però accorgimenti che possono valorizzare il vitello Frisone nella produzione della carne… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

Tanto é uguale – Gennaio 2013

“Tanto è uguale”. Questa è la frase che spesso viene rivolta ad un allevatore dopo che si è confrontata una formula di concentrati aziendali, un cartellino di mangime o le stesse materie prime con un prodotto analogo offerto durante una trattativa commerciale. Il “tanto e uguale” crea spesso sconcerto e frustrazione agli allevatori soprattutto quando un mangime industriale costa meno di un mix aziendale di materie prime o è decisamente più economico di un analogo mangime di un’azienda concorrente, spesso a parità di composizione analitica… Clicca qui per continuare a leggere l’articolo!

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