La quantità di latte prodotto in “carriera”, ossia durante la vita produttiva, di una bovina è molto influenzata dal numero di parti che questa riesce a fare, in quanto la produzione ha un caratteristico andamento ben descritto dalla curva di Wood (Figura 1). Questa affermazione vale soprattutto nei Paesi dove è vietato l’utilizzo del bST, ossia della somatotropina ricombinante, che inoculata dopo il picco di lattazione ne aumenta la persistenza, ossia riduce il calo fisiologico che si verifica dal picco all’asciutta.
Figura 1 – Curva di Wood
Per l’Italia la produzione di latte è molto importante sia da un punto di vista economico che occupazionale. Per questo motivo gli enti selezionatori come ANAFIBJ, ANARB, etc. hanno lavorato con competenza e risultati su tutte le razze bovine da latte. Allo stato attuale (2020) abbiamo in Italia un nucleo di selezione di Frisona italiana di 9.711 allevamenti dove si allevano 1.107.536 capi, con una produzione media pro-capite di 10.386 kg di latte. Questa produzione media è aumentata del 13% dal 2011. Questo dato sembra essere molto positivo ma se confrontato con il potenziale genetico si vede chiaramente che il “fenotipo latte” è sì cresciuto, ma non in maniera proporzionale al potenziale genetico, che in Italia viene stimato utilizzando l’indice di selezione PFT. Nel 2020, secondo i dati di ANAFIBJ, in funzione di un PFT di tutta la Frisona italiana di circa 2341 si potrebbero produrre ancora oltre 1000 kg di latte pro-capite.
Il fattore più palese che condiziona negativamente la performance produttiva della Frisona è costituito evidentemente dai giorni lattazione lunghi, dovuti essenzialmente ad un intervallo medio tra il parto e il concepimento non ancora ottimale.
Quello che normalmente si fa negli allevamenti attraverso la gestione e la nutrizione è avere una precoce ripresa dell’attività ovarica dopo il parto per avere un breve ripristino della gravidanza. Mungere una mandria di bovine “fresche” che ha un’elevata frequenza di parti durante l’anno significa avere i giorni medi di lattazione di stalla (DIM) stabilmente bassi che si avvicinano a quello che ormai da molti anni è ritenuto il gold standard, ossia 156 DIM e con una oscillazione di tutte le bovine adulte rispetto a questa media di non oltre il 10 % nell’arco dell’anno mobile.
Ad influenzare questo obbiettivo intervengono numerosi fattori:
- La precoce ripresa dell’attività ovarica dopo il parto che idealmente è immediatamente successiva alla fine del puerperio, ossia tra i 15 e 20 giorni.
- Ridurre al minimo le cause di morte embrionale precoce e tardiva.
- Avere ovociti, corpi lutei e epitelio uterino di ottima qualità.
- Utilizzare una buona tecnica di riconoscimento dei calori e di corretti tempi in cui praticare la FA oppure un buon protocollo di sincronizzazione se si è scelta la TAI, ossia la fecondazione a tempo determinato.
- Fare una diagnosi precoce di gravidanza e di non gravidanza.
Tra le principali cause di allungamento dell’intervallo parto-concepimento ci sono le morti embrionali precoci, grave patologia spesso non diagnosticata perché se avviene nell’ambito delle prime due settimane di gravidanza la bovina può tornare in calore sia nell’ambito dei classici 18-24 giorni oppure nei successivi. La ricerca scientifica ha condiviso che se la fecondazione è stata effettuata correttamente, e con seme di qualità, l’85-90 % degli embrioni si sviluppa. Tra i 25 e i 42 gg dopo il concepimento rimangono vivi solo il 62% circa degli embrioni.
In questo grafico si evidenzia la profonda differenza tra le due curve del progesterone della tipologia “bovina A”, che ha ampie probabilità di rimanere gravida, e quella della tipologia B, che ne ha molte meno. Si ricorda che il progesterone è un ormone prodotto in primis dal corpo luteo e poi dall’utero, che permette all’embrione di crescere e sopravvivere nelle prime fasi di gravidanza quando non è ancora “attaccato” all’utero.
La morte embrionale non deve essere confusa con l’aborto, ovvero l’interruzione della gravidanza con espulsione del feto che in genere avviene tra il 45° giorno d’età fino al 260°. L’aborto è un evento patologico grave che ha cause spesso molto diverse dalla morte embrionale. La distinzione tra morte embrionale precoce e morte embrionale tardiva è più complessa e soggetta ad opinioni contrastanti. Taluni ritengono che quella precoce sia entro i 20 giorni dal concepimento. I motivi che condizionano la sopravvivenza dell’embrione nelle prime settimane di gravidanza sono moltissimi, e su qualcuno si può intervenire in prevenzione. Per avere la più alta possibilità di successo è necessario capire l’importanza relativa della mortalità embrionale precoce ed è fondamentale la diagnosi di gravidanza, e la possibilità di farla il più precocemente possibile.
Nel normale processo di gestazione di una bovina, circa il 10-25% delle gravidanze va perso tra il concepimento e il termine per cause sconosciute. I test di gravidanza effettuati in periodi specifici della gestazione aiutano a migliorare l’efficienza riproduttiva, individuando le bovine che hanno perso la gravidanza.
Esistono diversi metodi per fare la diagnosi di gravidanza. Quello tradizionale, e ancora più diffuso, è quello manuale o trans-rettale. Non abbiamo informazioni certe su quali siano i metodi maggiormente impiegati in Italia e in Europa. Sappiamo però con certezza cosa avviene negli USA grazie all’indagine che periodicamente viene fatta dall’USDA nell’ambito del National Animal Health Monitoring System (NAHMS). L’ultima disponibile che riguarda le bovine da latte è il Dairy 2014 che “fotografa” cosa avviene nel 76.7% degli allevamenti e nell’80.3% delle bovine che vivono Stati Uniti. Nei grandi allevamenti (>500 capi totali) nel 97.9% dei casi viene utilizzata la combinazione palpazione trans-rettale/ultrasonografia, suddivisa in 74.7% di palpazione trans-rettale e 47.7% ecografica. Il resto è rappresentato dalla palpazione addominale (9.4%), dal dosaggio del progesterone del latte (3.7%) e dai test ematici (8.1%). Medici veterinari ginecologici di comprovata esperienza e sensibilità riescono a fare una diagnosi di gravidanza ecografica già al 28° giorno, mentre per avere un’elevata sensibilità e specificità con quella trans-rettale bisogna aspettare il 35° giorno. I dati riportati nel Dairy 2014 sono ormai “vecchi” considerando il rapido progresso tecnologico negli allevamenti di bovine da latte statunitensi. E’ ragionevole supporre che i metodi ematici, che sono di fatto la determinazione della PAG, come vedremo in seguito, abbiano avuto nel frattempo negli USA una elevata diffusione a scapito della palpazione trans-rettale soprattutto negli allevamenti dove non esistono rapporti strutturati con i veterinari e quindi la loro presenza è generalmente più saltuaria.
Il metodo ematico può essere una valida alternativa non tanto per fare una diagnosi precoce di gravidanza quanto per una precoce diagnosi di non gravidanza. Ovvia è la necessità, ma questo vale anche per i metodi “manuali”, di una riconferma successiva solo per le bovine ritenute gravide a 28 o 35 giorni. Il periodo ideale per effettuare la riconferma di gravidanza è a 60 gg dalla fecondazione, anche perché tra i 28-35 gg dalla fecondazione fino ai 60 ci possono essere perdite embrionali tardive e aborti precoci anche importanti.
Il metodo ematico consiste essenzialmente nel dosaggio delle glicoproteine associate alla gravidanza (PAGs). Questa grande famiglia di glicoproteine appartiene alla sotto-classe delle proteasi aspartiche che, senza farsi ingannare dal nome, hanno perso la capacità enzimatica. Il primo gruppo scoperto di queste glicoproteine sono le “Pregnancy-Specific Proteins B (PSPB). Le PAGs vengono prodotte nelle cellule binucleate del trofoblasto della placenta. Il trofoblasto è un tessuto cellulare che serve a nutrire l’embrione e dà origine alla placenta. Le prime cellule binucleate cominciano ad apparire all’inizio dell’impianto, possono essere individuate nel bovino a partire dal 16° giorno dopo la fecondazione e costituiscono il 15-20% del totale delle cellule del trofoderma. Una su sette di queste cellule migra in direzione dell’epitelio uterino e si fonde con le sue cellule endoteliali. Quando l’embrione si attacca all’epitelio uterino della madre queste glicoproteine vengono rilasciate per esocitosi ed entrano nel sangue della madre. I PAGs sono presenti nella circolazione periferica dal primo mese di gravidanza fino al parto. Sono rilevabili nel sangue delle bovine gravide già il 19°-22° giorno di gravidanza e possono raggiungere una concentrazione di 3-6 ng/ml al 33°-37° giorno. Alla 35esima settimana tale concentrazione può essere di 159 ng/ml, per raggiungere poi i 2462±1081 ng/ml nei giorni che precedono il parto. Dopo il parto le glicoproteine associate alla gravidanza decrescono di concentrazione fino alla soglia di non rilevabilità (<0.2 ng/ml) a 80-100 giorni di lattazione. Per questo motivo sia PAGs che PSPB possono essere reclutate per la diagnosi di non gravidanza e per studiare la mortalità embrionale precoce e tardiva solo dopo i 70 giorni dopo il parto. Per interpretare i referti analitici si deve considerare che la concentrazione nel latte di PAGs è dalle 10 alle 50 volte più bassa rispetto a quella del sangue. Le PAGs sono molto importanti nella fisiologia della riproduzione perché sono in grado di legare e sequestrare peptidi suscettibili ad essere riconosciuti dal Complesso Maggiore di istocompatibilità (MHC), e quindi esercitare un ruolo di immunomodulazione a livello d’interfaccia materno-fetale riducendo l’attività dei neutrofili. Al 28° gg l’analisi quantitativa della PSBP ha una sensibilità del 98% e una specificità del 97%. Un basso valore di PSPB al 24° giorno è predittivo di una perdita di gravidanza verificabile al 60° giorno dopo la fecondazione. Nelle bovine da latte un alto livello di PAGs al 31° giorno di gravidanza è predittivo di una minore mortalità embrionale nel periodo 30-60 giorni di gravidanza dove si perdono normalmente il 12 % delle gravidanze.
In conclusione, l’adozione di un metodo on-farm molto precoce, ad alta sensibilità e specificità, di diagnosi di non gravidanza, come quello della determinazione emetica della PAGs, consente di avere uno strumento molto valido per affrontare il problema delle morti embrionali precoci. Questo dà la possibilità di agire con efficacia sull’intervallo tra il parto concepimento che è un fattore importante di riduzione indiretta dei giorni medi di lattazione e quindi di miglioramento della produzione media delle bovine.
In questa categoria rientra il nuovo test di gravidanza Alertys™ OnFarm di IDEXX, che permette di identificare le bovine non-gravide direttamente in allevamento in modo rapido ed efficace.
E’ bene chiarire per non creare confusione che il progesterone, citato nella figura 2, è un ormone che si presenta con picchi e diminuzioni durante il normale ciclo riproduttivo e non è specifico della gravidanza. Il test Alertys OnFarm rileva delle proteine specifiche della gravidanza dette glicoproteine associate alla gravidanza (PAG). Queste proteine specifiche sono espresse nelle regioni embrionali della placenta e sono prodotte SOLO in presenza di un embrione o feto.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.