L’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha pubblicato il bollettino in cui è contenuto il suo parere sul “Protocollo di intesa della filiera lattiero-casearia nazionale per la salvaguardia degli allevamenti italiani” sottoscritto il 9 novembre 2021, il cui esito era già stato reso noto a dicembre 2021.

Nel testo pubblicato sono approfondite le motivazioni dell’approvazione, che includono la durata limitata nel tempo del protocollo, il fatto che riguarda solo gli acquisti di latte alimentare e formaggi freschi, che non determina una totale uniformazione del ricavo percepito dagli allevatori per il latto venduto e non incide sui costi sostenuti dai trasformatori per il latte acquistato. Inoltre, l’AGCM ritiene che nell’ambito del tavolo di filiera possano essere messi a punto strumenti di tutela del comparto agricolo e dell’intera filiera che non disincentivino la competizione sull’efficienza e non inibiscano il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori, sottolineando il ruolo fondamentale che potrebbero svolgere nella concentrazione dell’offerta e nell’incremento del potere negoziale della parte agricola le Organizzazioni di Produttori e le Organizzazioni Interprofessionali riconosciute.

Riportiamo di seguito il testo integrale del parere:

 

In relazione alla richiesta di parere formulata da codesto Ministero, pervenuta il 13 dicembre 2021, in ordine alla sottoscrizione in data 9 novembre 2021 di un “Protocollo di Intesa della filiera lattiero-casearia nazionale per la salvaguardia degli allevamenti italiani” (di seguito anche il “Protocollo d’intesa”) da parte delle Organizzazioni agricole, Alleanza delle Cooperative, Assolatte e la Grande Distribuzione Organizzata (GDO), l’Autorità, nella riunione del 21 dicembre 2021, ha formulato, ai sensi dell’articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, le seguenti considerazioni.

L’Autorità, in passato, ha più volte espresso il proprio orientamento contrario alla definizione di accordi interprofessionali che fissino il prezzo di vendita1, ribadendo tale posizione, con specifico riferimento al settore lattiero caseario, anche in un recente parere reso in relazione alla sottoscrizione di un “Protocollo di intesa sulla determinazione del prezzo del latte bovino alla stalla” tra la Regione Puglia e diverse organizzazioni rappresentanti degli allevatori e delle imprese di trasformazione di latte bovino2. In particolare, in tali occasioni, l’Autorità ha espresso preoccupazione per la circostanza che le modalità di contrattazione in Italia siano ancora sostanzialmente improntate alla vecchia logica dell’accordo interprofessionale, ricordando come, in quanto tali, le modalità di contrattazione possano essere suscettibili di specifica valutazione da parte dell’Autorità ai sensi della normativa antitrust.

Ciò posto, ai fini della presente valutazione, assumono rilievo le seguenti circostanze: in primo luogo, il Protocollo d’intesa risulta avere una durata limitata nel tempo – fino al 31 marzo 2022 – consentendo di sostenere transitoriamente il reddito degli allevatori in una situazione di effettiva emergenza e di forte impennata dei prezzi degli input produttivi a fronte delle eccezionali contingenze di mercato e del protrarsi degli effetti della pandemia. Inoltre, esso riguarda i soli acquisti di latte alimentare e formaggi freschi, restando dunque escluse filiere quali quella dei formaggi stagionati, e rimette espressamente a trattativa privata eventuali ulteriori richieste di integrazioni e/o maggiorazioni correlate a fenomeni inflattivi che interessano fattori produttivi diversi dal latte.

In secondo luogo, esso non determina una totale uniformazione del ricavo percepito dagli allevatori per il latto venduto e non incide sui costi sostenuti dai trasformatori per il latte acquistato. Sulla base di quanto previsto dal Protocollo, infatti, l’erogazione del contributo di 3 cts da parte della GDO determina – sino al raggiungimento della soglia limite di 41 cts/lt – soltanto uno slittamento verso l’alto dei prezzi corrisposti per il latte crudo, i quali, essendo stati già contrattati a inizio campagna in assenza dell’accordo, si differenziano sia tra le diverse imprese lattiero-casearie che, nell’ambito della stessa impresa, tra i diversi allevatori conferenti.

L’Autorità ritiene, pertanto, di formulare un parere non sfavorevole all’implementazione del Protocollo d’intesa sottoscritto da tutti i principali operatori della filiera lattiero casearia, nei limiti di durata da questo stabiliti. In particolare, l’Autorità auspica che, al termine del periodo di durata dell’accordo, vengano ripristinate modalità di contrattazione dei prezzi del latte che, pur nel rispetto dell’esigenza di garantire un reddito adeguato agli allevatori conferenti, garantiscano un corretto confronto concorrenziale sia tra gli stessi allevatori che tra le imprese che trasformano il latte.

In tale contesto, e ribadendo le considerazioni già espresse dall’Autorità nell’ambito della propria ultima segnalazione sulla legge annuale per il mercato e la concorrenza3, l’Autorità auspica che, anche nell’ambito del Tavolo di filiera che dovesse essere costituito in attuazione del Protocollo d’intesa, possano essere messi a punto strumenti di tutela del comparto agricolo e dell’intera filiera ad esso collegata che non disincentivino la competizione sull’efficienza e non inibiscano il virtuoso processo di concentrazione degli allevatori. A tale riguardo, in particolare, si sottolinea il ruolo fondamentale che potrebbero svolgere nella concentrazione dell’offerta e nell’incremento del potere negoziale della parte agricola sia le Organizzazioni di Produttori che le Organizzazioni Interprofessionali riconosciute, per le quali la normativa europea prevede specifiche deroghe all’applicazione delle regole antitrust proprio in virtù del ruolo di concentrazione ed efficientamento dell’offerta che esse possono svolgere.

L’Autorità auspica che le osservazioni sopra svolte possano essere tenute in adeguata considerazione da parte dell’Amministrazione richiedente e ringrazia per l’attenzione dimostrata nei confronti della propria attività istituzionale. Il presente parere sarà pubblicato sul Bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Eventuali esigenze di riservatezza dovranno essere manifestate entro trenta giorni dalla ricezione del parere, precisandone i motivi.

Di seguito, il link per scaricare il bollettino:

 

 

1 – Cfr., inter alia: AS856 “Regione Lombardia-accordi filiera lattiero-casearia” del 12 gennaio 2001, Boll. n. 28/2011; AS318, cit.; AS293 “Formazione dei prezzi agroalimentari”, del 6 aprile 2005, in Boll. n. 14/2005; parere ai sensi dell’art. 22 della legge n. 287/90, del 24 dicembre 2004, in merito allo schema di decreto legislativo concernente la Regolamentazione di mercato (Accordi interprofessionali).

2 – Cfr. parere AS1786, reso il 3 agosto 2021, in Boll. 37/21.ù

3 – Cfr. AS1730 – Proposte di riforma concorrenziale ai fini della Legge Annuale per il mercato e la concorrenza – anno 2021, del 19/02/2021 (in Boll. 13/2021).