Differenze individuali nella capacità di risposta alla diminuzione del grasso nel latte indotta dalla dieta nelle pecore e nelle capre da latte.
Per molto tempo, gli scienziati hanno presupposto che le vacche fossero suscettibili alla sindrome da diminuzione del grasso del latte (MFD), mentre le capre sembravano essere tolleranti. Per quanto riguarda le pecore, Shingfield et al., sulla base dei pochi dati disponibili all’epoca, ipotizzarono che le risposte in questa specie fossero più simili a quelle dei caprini anziché a quelle dei bovini. Tuttavia, Bernard et al. hanno suggerito che le risposte delle pecore sembrerebbero essere una via di mezzo tra quelle delle vacche e quelle delle capre.
Quando le diverse tipologie di MFD indotte dalla dieta sono state meglio descritte, le 3 specie, bovina, caprina e ovina, sono risultate comunque suscettibili a questa sindrome. Tuttavia, i piccoli ruminanti sarebbero più tolleranti in quanto non vengono quasi mai colpiti dalla MFD dato le loro diete ricche di carboidrati rapidamente fermentescibili o povere di fibra fisicamente effettiva o di entrambe.
La MFD è una condizione ad eziologia multipla, con diversi fattori di rischio potenzialmente coinvolti ma non ancora svelati (ad es. comportamento alimentare, metaboloma e microbioma ruminale, lipogenesi mammaria, livello produttivo o dieta di base).
Pertanto, i confronti indiretti dei dati presenti in letteratura hanno un’utilità limitata e sono indispensabili test diretti nei quali le specie da confrontare vengono alimentate esattamente con la stessa dieta di base. Tuttavia, gli studi comparativi diretti sono ancora molto scarsi. Inoltre, come osservato nelle vacche, sia le pecore che le capre possono mostrare livelli individuali di MFD molto diversi tra loro, il che, di fatto, potrebbe contribuire a spiegare alcune apparenti contraddizioni presenti in letteratura. Ad esempio, alcuni autori hanno riscontrato solo una tendenza verso una lieve MFD, nessuna variazione o addirittura un aumento della percentuale di grasso del latte quando le pecore consumavano diete integrate con lipidi marini.
In contrapposizione abbiamo riportato anche diminuzioni medie fino al 25%. Qualcosa di simile si verifica nelle capre, dove i risultati possono variare da assenza di MFD a diminuzioni del 33%.
Indipendentemente dalla dieta di base, alcune di queste apparenti incongruenze sono probabilmente dovute alla variabilità tra animali nella tolleranza alla MFD. Ancora una volta, i meccanismi alla base di questa diversa capacità di risposta individuale alle diete che inducono la MFD sono in gran parte incerti. Inoltre Baldin et al. hanno riportato che la vulnerabilità alla MFD era maggiore nelle vacche ad alta produzione rispetto a quelle a bassa produzione. Tuttavia, Dewanckele et al. hanno osservato esattamente il contrario e non siamo a conoscenza di studi simili condotti su pecore o capre da latte.
Infatti, sia le pecore che le capre possono mostrare livelli individuali e molto diversi di diminuzione del grasso del latte (MFD), il che potrebbe spiegare alcune contraddizioni presenti in letteratura. Poiché l’effetto anti-lipogenico di alcuni acidi grassi (AG) è l’origine più probabile della MFD, la caratterizzazione del profilo degli AG del latte di animali che mostrano diversi gradi di MFD sembrerebbe essere un passo utile per comprendere le basi fisiologiche della tolleranza o della suscettibilità a questa sindrome. Anche analizzare se specifici tratti possano predeterminare una particolare risposta sarebbe importante per raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, le informazioni su questi aspetti sono scarse, non solo nelle capre e nelle pecore, ma nei ruminanti in generale.
Questo studio, è stato condotto su 25 capre Murciano-Granadina e su 23 pecore Assaf che sono state alimentate con una razione mista totale senza integrazione di lipidi per 3 settimane (periodo di controllo). Aveva 2 obiettivi principali:
- analizzare se alcuni tratti (in questo caso focalizzati sulle performance dell’animale e sulla composizione in acidi grassi del latte) possono predeterminare una particolare tolleranza o una certa suscettibilità individuale alla MFD;
- confrontare le divergenze nella risposta individuale in termini di gravità della MFD in ovini e caprini, con l’obiettivo specifico di indagare potenziali variazioni tra le specie e di rafforzare la nostra conoscenza delle risposte comuni in entrambe le specie.
Tutti gli animali hanno ricevuto la stessa dieta di base integrata con il 2% di olio di pesce (FO) per altre 5 settimane (periodo MFD). Alla fine di questo secondo periodo, e sulla base dell’entità delle diminuzioni della concentrazione di grasso del latte indotte dal FO, per ciascuna specie sono stati selezionati i 5 animali più capaci di rispondere (RESPON+) e i 5 meno capaci di rispondere (RESPON-), 20 in totale. Alla fine di ogni periodo sono state esaminate la resa e la composizione del latte, compreso un profilo completo degli AG.
In base alla progettazione, la variabilità tra i gruppi nella concentrazione e nella resa del grasso del latte era sostanziale, ma non è stata rilevata alcuna interazione significativa con l’effetto delle specie. Le diminuzioni in questi 2 tratti di performance sono state in media del 6% in RESPON− e del 26% in RESPON+. I risultati non ci consentono di suggerire che la capacità di risposta alla MFD sia chiaramente predeterminata né dai tratti di performance studiati né dal profilo degli AG del latte, sebbene possa esistere una certa correlazione con il bilancio energetico. Inoltre le variazioni nelle capre e nelle pecore che mostrano diversi gradi individuali di MFD possono essere associate a cambiamenti in alcuni potenziali inibitori del grasso del latte, come 18:1 trans-10 e 16:1 cis-9, mentre l’acido linoleico coniugato trans-10, cis-12 sembrerebbe avere solamente un ruolo minore nel determinare la gravità della MFD. Alterazioni nella resa molare di AG de novo e preformati suggeriscono l’esistenza di differenze importanti nei meccanismi alla base della MFD in RESPON+ e RESPON-, con effetti interspecifici osservati solo in animali più tolleranti. Sono ancora necessarie ulteriori ricerche per chiarire quali siano i determinanti chiave della capacità di risposta alla MFD.
Il presente articolo è una sinossi della ricerca Della Badia, A., Hervás, G., Toral, P. G., & Frutos, P. (2021). Individual differences in responsiveness to diet-induced milk fat depression in dairy sheep and goats. Journal of Dairy Science, 104(11), 11509-11521.
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