La capra (Capra hircus) rientra tra quelle tipologie di animali caratterizzati da un’elevata capacità di adattamento in ambienti difficili e ai cambiamenti climatici (Chebli et al., 2018, 2020). La carne di capra è una carne rossa che fornisce un importante e stabile fonte di proteine e nutrienti essenziali, molto utilizzata dalle popolazioni stanziate in zone aride e semi-aride, aree che ad oggi coprono circa il 41% della superficie terrestre. In genere, si osserva sempre un maggior utilizzo di mangimi concentrati per le produzioni animali, realizzati utilizzando ingredienti in parte impiegati nell’alimentazione umana, entrandone in competizione e portando a costi aggiuntivi elevati (Vasta e Luciano, 2011). Nelle zone in cui la vegetazione scarseggia a causa del suolo secco e povero di humus, i mangimi convenzionali mostrano prezzi elevati; di conseguenza ridurre il costo di produzione diventa una vera e propria sfida (Molina-Alcaide e Yanez-Ruiz, 2008).
Nel bacino del Mediterraneo, l’olivo (Olea europea L.) è coltivato su ampie superfici che rappresentano più del 90% della coltivazione globale (Moriondo et al., 2008). Il settore agroalimentare delle olive produce, oltre alle olive e all’olio d’oliva, importanti quantità di sottoprodotti (sanse e acque reflue) (Alburquerque et al., 2006). Parte di questi vengono spesso smaltite in fiumi e laghi con un grave impatto negativo sul suolo, aria e sugli ecosistemi acquatici (Dermeche et al., 2013). Alcuni studi hanno riportato l’opportunità di introdurre le sanse di oliva come alimento nelle diete per ruminanti per ridurre gli impatti negativi sull’ambiente e i costi di produzione per gli allevatori (Hamdi et al., 2016; Kotsampasi et al., 2017; Mele et al., 2014; Mioc et al., 2007; Molina-Alcaide e Yanez-Ruiz, 2008).
Il cactus (Opuntia ficus indica) è un’altra risorsa alternativa che fornisce una fonte d’acqua marginale per i ruminanti durante la siccità (Gusha et al., 2014) e foraggi sempreverdi (Ben Salem et al., 2004). È un arbusto polivalente grazie alle sue elevate capacità di adattamento ai terreni marginali. Il fusto in realtà è formato da diversi articoli uniti tra loro, chiamati cladodi ma più comunemente conosciuti come pale. Alcuni studi riportano gli effetti dell’impiego dei cladodi nelle diete per ruminanti, in particolare per gli ovini, sulla qualità dei prodotti (Abidi et al., 2009; Atti et al., 2010; Ben Salem et al., 2004; Costa et al., 2012; Mahouachi et al., 2012). Tra i ruminanti, le capre sono in grado di valorizzare con una certa efficacia i sottoprodotti e consumare alimenti ricchi di lignina e poveri in proteine grazie all’elevato sviluppo nel rumine di batteri cellulosolitici. Le capre sono inoltre caratterizzate da un’attività proteolitica ruminale più intensa rispetto ai bovini (Belenguer et al., 2013).
Negli anni si è osservato un aumento della consapevolezza dei consumatori sull’importanza di uno stile di vita più sano, portando ad un aumento della richiesta di alimenti sani e di qualità superiore (Banskalieva et al., 2000; Moussa-Ayoub et al., 2014). Da questo punto di vista, la carne di capra mostra una qualità dietetica superiore rispetto a quella di altre specie (Webb et al., 2005). Infatti, dai caprini solitamente otteniamo carcasse magre e una carne con un basso contenuto di grasso intramuscolare e con elevate percentuali di acidi grassi polinsaturi (PUFA) (Banskalieva et al., 2000; Webb et al., 2005). Per soddisfare le esigenze del mercato e dei consumatori, gli agricoltori devono quindi garantire sistemi di produzione sostenibili con prodotti di alta qualità.
Le proprietà sensoriali e nutrizionali dei prodotti zootecnici sono altamente influenzate dalle caratteristiche delle diete fornite agli animali (Manso et al., 2016; Webb et al., 2005). Molti sottoprodotti sono spesso caratterizzati da un alto contenuto di metaboliti secondari (carotenoidi, oli essenziali, antiossidanti, composti polifenolici, tocoferoli, fitosteroli e peptidi, ecc.), che potrebbero avere effetti positivi sulla carne (Luciano et al., 2013; Mele et al., 2014; Vasta e Luciano, 2011).
Le informazioni sugli effetti dell’integrazione di sanse di oliva (SO) nelle diete dei ruminanti sono scarse o incomplete e riguardano principalmente gli ovini (Luciano et al., 2013; Mele et al., 2014; Mioc et al., 2007). Anche sull’effetto dell’integrazione di cladodi di Opuntia (CC) nelle diete per caprini non troviamo molte informazioni in letterature.
In un recente articolo pubblicato sulla rivista Animal Feed Science and Technology da El Otmani e collaboratori (2021) sono riportati i risultati di uno studio sui caprini sugli effetti dell’integrazione di SO e CC sulle performance di crescita, sulle caratteristiche della carcassa e sulla qualità delle carni.
In generale, le performance di crescita e le caratteristiche fisico-chimiche delle carni sono influenzate dalla razza e dalla dieta somministrata (Turner et al., 2014a). Nella sperimentazione condotta da El Otmani et al. (2021) non sono state osservate variazioni sulla quantità di sostanza secca ingerite giornalmente dagli animali in seguito all’inclusione nella dieta di CC e SO, risultati simili a quelli riportati da altri autori (Abidi et al., 2009; Arco-Perez et al., 2017; Kotsampasi et al., 2017). Inoltre non sono state riscontrate variazioni per quanto riguarda il peso finale, l’incremento medio giornaliero e il peso delle carcasse.
Dalle analisi colorimetriche sui muscoli longissimus dorsi e semimembranosus non sono state osservate variazioni tra i gruppi sperimentali degli indici L*, a*, b*, H° e Chroma. Tuttavia, differenze sono emerse mettendo a confronto i due muscoli studiati. In generale non sono state osservate differenze nelle carni tra i differenti gruppi sperimentali per quanto riguarda il tenore in grasso, in proteina ed in sostanza secca.
Gli autori sottolineano come l’integrazione nelle diete dei capretti di sanse di oliva e di cladodi di Opuntia non ha avuto effetti negativi sul profilo acidico sui muscoli studiati. Infatti, dalle analisi gascromatografiche sul muscolo longissimus dorsi non si evincono grosse differenze per quanto riguarda il contenuto dei principali acidi grassi presi in esame, ad eccezione dell’acido palmitoleico (C16:1 cis-9) e dell’acido eicosatrienoico (C20:3 n-3), con quest’ultimo osservato in percentuali più elevate nelle carni dei capretti la cui dieta era stata integrata con CC e con l’acido C16:1 cis-9 meno presente nelle carni dei capretti integrati con SO e CC. Il basso contenuto di acido palmitoleico nelle carni dai gruppi SO e CC rispetto al gruppo controllo potrebbe essere correlato al basso contenuto di tale acido grasso nelle sanse di oliva e nei cladodi di Opuntia rispetto alla dieta di controllo.
Nel lavoro di El Otmani et al. (2021) oltre al muscolo longissimus dorsi è stato analizzato il muscolo semimembranosus, dove l’integrazione nella dieta di SO ha portato ad un aumento dei livelli di acido α-linolenico (C18:3 n-3), acido eicosadienoico (C20:2) e dell’acido docosadienoico (C22:2), mentre l’integrazione di CC ha portato ad un minor contenuto di acido pentadecenoico (C15:1). L’aumento dei livelli di acido α-linolenico nel muscolo semimembranosus dei capretti del gruppo SO potrebbe essere spiegato dal possibile rallentamento dell’attività bioidrogenativa ruminale a seguito della presenza di composti polifenolici che, come indicato da diversi autori, potrebbero modulare il metabolismo lipidico ruminale dei PUFA (Kotsampasi et al., 2017).
Quindi, da dati riportati si evince come l’integrazione delle sanse di oliva e dei cladodi di Opuntia nella dieta dei caprini non ha effetti negativi sulle performance di crescita, sulla qualità e sul profilo acidico delle carni.
La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico pubblicato da Animal Feed Science and Technology dove è riportata tutta la letteratura citata: El Otmani S., Chebli Y., Hornick J.L. Cabaraux J.F., Chentouf M. 2021. Growth performance, carcass characteristics and meat quality of male goat kids supplemented by alternative feed resources: Olive cake and cactus cladodes. Animal Feed Science and technology 271, 114746.
Autori
Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra – Gruppo editoriale ASPA
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