Una ricerca ha valutato come l’integrazione con tannini nelle razioni per ovini può andare a migliorare le loro performance, i parametri della carcassa e soprattutto il profilo degli acidi grassi della carne.
Ad oggi è in costante crescita l’interesse mondiale verso gli alimenti funzionali, ovvero prodotti che, oltre al valore nutrizionale, contengono composti bioattivi aventi potenziali benefici sulla salute umana. Tra questi, l’acido linoleico coniugato (CLA) e gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) che sono presenti nei prodotti dei ruminanti.
L’acido rumenico (RA; CLA C18:2 cis-9, trans-11), il principale isomero naturale del CLA, ha dimostrato di poter ridurre l’incidenza di cancro, diabete, aterosclerosi e di migliorare il sistema immunitario umano. Allo stesso modo, la ricerca ha dimostrato il potenziale dei PUFA n-3 di ridurre il rischio di cancro e di malattie cardiovascolari. C’è quindi molto interesse nel migliorare il valore nutrizionale dei prodotti dei ruminanti, compresa la carne ovina, per la salute umana aumentando le loro concentrazioni di n-3 PUFAs e CLA.
I contenuti di CLA e n-3 PUFAs nei prodotti dei ruminanti sono modulati da diversi fattori, tra cui principalmente la dieta degli animali oltre che il tasso e l’estensione della bioidrogenazione degli acidi grassi (FA) nel rumine. È probabile che una bioidrogenazione estesa degli acidi grassi riduca il trasferimento di CLA e n-3 PUFA alla ghiandola mammaria, al muscolo e ai tessuti adiposi, riducendo così le loro concentrazioni nel latte e nella carne.
La ricerca ha dimostrato che i composti fenolici hanno il potenziale di ridurre e/o inibire i microbi del rumine associati alla bioidrogenazione dei FA, alterando così il tasso e la portata di questo processo. I tannini sono metaboliti secondari delle piante e rappresentano le maggiori fonti di composti fenolici nella dieta dei ruminanti. La letteratura ha riportato il potenziale dei tannini nel modulare la fermentazione del rumine alterando l’attività microbica in direzioni favorevoli, cioè rallentando la degradazione delle proteine, diminuendo la metanogenesi e alterando la bioidrogenazione di FA migliorando la concentrazione di FA insaturi nei prodotti dei ruminanti.
In questo senso, i tannini sono stati segnalati per migliorare il profilo FA del latte e della carne alterando il metabolismo FA ruminale, aumentando così il deflusso ruminale di acidi grassi benefici (cioè, CLA e n-3 PUFAs) e migliorando di conseguenza le loro concentrazioni nel latte e nella carne.
Pertanto, l’integrazione alimentare con tannini, nel settore ovino, rappresenta un mezzo utile nel miglioramento di tali benefici. Fattori come la razza e l’età dell’animale, il periodo di integrazione dei tannini e la quantità di tannini somministrati, così come la composizione della dieta di base sono possibili fonti di variazione del profilo acidico della carne quando i tannini vengono somministrati alle pecore.
L’alimentazione con tannini (cioè estratti di tannino e/o piante ricche di tannini) determia l’accumulo di trans-11 18:1 (VA: acido vaccenico), un intermedio nella bioidrogenazione dell’acido linoleico, nel fluido ruminale, indicando il potenziale effetto inibitorio dei tannini sulla bioidrogenazione FA. Oltre al loro potenziale di ridurre la bioidrogenazione dei grassi, l’integrazione dei tannini influenza l’espressione della Δ9 -desaturasi muscolare nelle pecore con una dieta a base di foraggio. L’acido rumenico può anche essere formato endogenamente nel muscolo o nella ghiandola mammaria da VA attraverso l’azione dell’enzima Δ9-desaturasi. Infatti, modelli matematici hanno dimostrato che dal 45 fino al 95% dell’RA nel tessuto muscolare degli agnelli ha origine attraverso la biosintesi endogena dimostrando il potenziale dei tannini nel migliorare la concentrazione di RA nei prodotti dei ruminanti direttamente aumentando l’espressione della Δ9-desaturasi.
Pertanto, è stato condotto uno studio per valutare gli effetti dell’integrazione di tannini nella dieta delle pecore sulla loro performance, sui parametri della carcassa e sul profilo degli acidi grassi della carne attraverso una meta-analisi. In prima analisi è stato ipotizzato che l’integrazione di tannini aumenta la concentrazione di RA nella carne di pecora e che l’integrazione di tannini migliora la qualità dei lipidi della carne aumentando il suo contenuto di FA benefici, oltre a RA.
La conferma di queste ipotesi permette l’uso dei tannini nelle diete delle pecore come strumento per modulare il profilo FA della carne, aggiungendo valore alla carne di pecora migliorando la sua concentrazione di FA con il potenziale di promuovere la salute umana.
Dalla ricerca effettuata è emerso che i tannini non dovrebbero essere somministrati ad agnelli di età inferiore ai 3 mesi a causa del loro effetto negativo sul rapporto di conversione del mangime sul peso corporeo finale e sul peso della carcassa. L’integrazione di tannini nelle pecore ha mitigato le emissioni di gas serra riducendo le emissioni di metano (CH4 g/kg DMI) e l’escrezione urinaria di N.
Questa meta-analisi ha anche dimostrato il potenziale dei tannini di alterare il metabolismo del N, in quanto l’assunzione di N, il N trattenutoe l’escrezione fecale di N sono aumentati, mentre l’escrezione urinaria di N si è ridotta con l’integrazione di tannini nelle pecore. Tuttavia, gli effetti della somministrazione di tannini sul metabolismo N variavano a seconda del disegno sperimentale utilizzato (rotativo vs. continuo).
Anche se l’integrazione di tannini nella dieta delle pecore non ha avuto alcun effetto sulla concentrazione di acido rumenico nella carne, i risultati ottenuti dallo studio suggeriscono l’efficacia dei tannini nel migliorare il profilo FA della carne di pecora per il consumo umano, poiché le concentrazioni di FA con benefici per la salute umana sono aumentate con l’alimentazione con tannini. Le concentrazioni di EPA (26.63 %), DPA (12.08 %), DHA (10.59 %) e totale omega-3 PUFA (16.23 % aumento) erano tutti maggiore nella carne di pecore alimentate con tannini rispetto a quelle alimentate senza additivi. L’inclusione di tannini condensati nelle diete degli ovini in quantità che vanno da 20.0 a 25.0 g/kg di DM ha aumentato le concentrazioni nella carne di acido arachidonico, acido eicosapentaenoico (EPA C20:5 ω-3), docosapentaenoico (DPA C22:5 ω-3), docosaesaenoico (DHA C22:6 ω-3), PUFA totale, totale omega-3 e omega-6 totale.
La risposta delle pecore all’integrazione di tannini varia a seconda di diversi fattori tra cui principalmente l’età e la razza dell’animale, la quantità di tannini somministrati, il periodo di integrazione di tannini e la composizione della dieta di base.
Il presente articolo è una sinossi della ricerca Torres, R. N. S., Ghedini, C. P., Paschoaloto, J. R., da Silva, D. A. V., Coelho, L. M., Junior, G. A., … & Almeida, M. T. C. (2022). Effects of tannins supplementation to sheep diets on their performance, carcass parameters and meat fatty acid profile: A meta-analysis study. Small Ruminant Research, 206, 106585.
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