Dopo un lungo periodo di trattative, il prezzo del latte bovino alla stalla è finalmente aumentato. In questo modo gli allevatori possono ammortizzare le maggiori spese di produzione che ben sappiamo hanno interessato tutti gli alimenti zootecnici, l’energia, le attrezzature e i servizi. In nessun paese del mondo esiste un prezzo nazionale standard perché ogni industria del latte ha un suo listino. In attesa che venga istituito un osservatorio nazionale che monitori costantemente l’andamento dei vari centri di costo e di ricavo di un numero statisticamente significativo di stalle ubicate nelle tre macroaree italiane e raggruppate per indirizzo produttivo, si possono utilizzare le poche informazioni disponibili. Ho più volte ribadito che questi dati economici devono essere classificati con un metodo plausibile, comprensibile e standard per chi poi li deve utilizzare. I soggetti più credibili per farlo sono a mio avviso gli studi di consulenza privati abilitabili a farlo e che utilizzano tutti lo stesso metodo. In attesa che questo invitabile “sogno” si realizzi, è importante, per essere credibili nei confronti dell’opinione pubblica e agli occhi dell’industria lattiero-casearia, non buttare numeri a caso come quotidianamente si fa sui Social Media.

Utilizzando un’analisi fatta per una cooperativa di Roma, riportiamo di seguito la simulazione della variazione dei costi delle materie prime impiegate normalmente in Italia per una razione standard.

Si vede chiaramente che la differenza del costo di questa razione è di 3.17 euro (+ 58.7%), utilizzando i costi delle materie prime quotate alle Borsa merci di Bologna e inserendo un prezzo di mercato plausibile per foraggi e integratori. Il periodo analizzato è quello che va dal 27 luglio 2020 al 23 giugno 2022.

Ovviamente negli allevamenti ci sono poi i maggiori costi delle razioni per le vacche in asciutta, le manze e i vitelli.

In genere, l’alimentazione è il centro di costo principale, raggiungendo spesso il 75% di tutti i costi operativi (OpEx), ed è quindi quello che condiziona maggiormente il profitto. Da solo è spesso il 60% del costo litro latte.

Per chi si vuole cimentare in calcoli, ovviamente non utilizzabili in sede di trattativa del prezzo del latte, basta trovare una risposta a questa domanda per il proprio allevamento:

Se il centro di costo alimentazione, che grava per il 60% sui costi di produzione del latte bovini, è aumentato del 58.7% negli ultimi due anni, quanto in proporzione dovrebbe aumentare il prezzo del latte alla stalla?