Rapporto n.082 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 11°.

Vediamo i numeri!

Questa la situazione due anni fa (27/09/20) dopo qualche settimana dall’inizio della tempesta:

L’indice dei noli B.D.Y. era 1.413 contro i 1.810 punti di oggi, il petrolio wti era 38,70$ al barile contro gli 81,80 di oggi, il cambio era 1,1780 contro oggi a 0,96675 ore 8,08, e questo unito a quanto sopra fa da moltiplicatore agli aumenti.

Il listino di Milano del 22/09/20:

Grano panificabile 194 € ton contro il listino del 27/09 370 € ton
Mais naz. 5 ppb 176 € ton contro il listino del 27/09 380 € ton
Olio di soia grezzo 770 € ton contro il listino del 27/09 1480 € ton
Semi di soia esteri 393 € ton contro il listino del 27/09 655 € ton
Far. soia prot. estera 377 € ton contro il listino del 27/09 629 € ton

Senza parlare dei costi dei noli/trasporti e dei rincari energetici nell’ordine di % a due cifre.

Certo tanta speculazione ha anche un fondo di realtà! Gli stock mondiali si sono ridotti, i consumi per ora tengono (almeno hanno smesso di crescere) le infrastrutture di settore e dei trasportisi sono ridotte e sono in gran parte in mano a pochi gruppi.

La nostra realtà, come Europa, è che siamo il vaso di coccio tra USA e Cina, e che la Russia ci strangola riducendo l’invio di Energia. Poi come Italia siamo ancora più fragili, essendo un paese che esporta specialtys, ma che importa molte commodities (50% dei cereali e 75%-80% circa dei proteo oleaginosi).

Ci salveremo di certo, ma abbiamo bisogno di cambiare la strategia di approccio al problema perché sino a che ci sarà la guerra e la crisi energetica molte cose saranno difficili.

La prima cosa da tener conto è che anche con prezzi cari la merce potrebbe mancare martedì in Borsa Merci, appunto si discuteva su quanti sottoprodotti industriali del segmento agro-alimentare potrebbero scarseggiare.

Ora molti Voi confronteranno il prezzo della Carne/Latte/Uova di allora con quello di oggi, lo stesso per l’energia e quant’altro, e diranno: “sto lavorando in perdita o con marginalità ridotte”, di certo tutti con molta più fatica.

La globalizzazione ci sta presentando il conto!