I giorni trascorsi nel gruppo del pre-parto sono associati alle successive performance nelle vacche Frisone.

Il periodo di asciutta nelle vacche da latte è tipicamente diviso in 2 fasi, il periodo di asciutta iniziale, chiamato far-off, che di solito comprende le prime 4-6 settimane di asciutta, e il periodo pre-parto che inizia solitamente a 255 giorni di gestazione e dura fino alle ultime 3 settimane di gestazione. La gestione del periodo di asciutta è in genere adottata a causa di ragioni fisiologiche e nutrizionali, tra cui le differenze nei fabbisogni nutrizionali in concomitanza con il DMI previsto quando le vacche si avvicinano al parto. Le vacche al far-off vengono alimentate con diete ad alto contenuto di foraggio e ad alto contenuto di NDF, a bassa densità energetica e a basso contenuto proteico per soddisfare i fabbisogni della madre e dell’utero gravido quando, al contempo, il guadagno di tessuto adiposo è ridotto al minimo (Drackley, 1999). Dall’altra parte, durante il periodo del pre-parto, le diete vengono formulate con una densità energetica leggermente maggiore rispetto alle diete adottate per il far-off, a causa dell’aumento della richiesta di nutrienti che servono per il vitello in accrescimento (NRC, 2001) e sono accompagnate da una diminuzione del DMI man mano che le vacche si avvicinano al parto (NRC, 2001; Lopera et al., 2018). Queste diete nel pre-parto sono formulate per ridurre al minimo il rischio di malattie nel periodo del periparto e prevedono manipolazioni del contenuto di minerali, l’utilizzo di additivi e un maggiore apporto di MP per soddisfare le esigenze del feto in crescita e la proliferazione dei tessuti della ghiandola mammaria (NRC, 2001). In una certa misura, le diete pre-parto hanno lo scopo di abituare la vacca e il microbiota ruminale a diete più ricche di nutrienti che solitamente vengono fornite all’inizio del postparto. La salute nel postparto e le performance produttive e riproduttive possono essere influenzate da una miriade di fattori, alcuni dei quali si sono verificati nel periodo pre-parto, quando le vacche sono in asciutta. Ad esempio, lo stress da calore gioca un ruolo importante nello sviluppo della ghiandola mammaria diminuendo la proliferazione delle cellule mammarie. Di conseguenza, le vacche che subiscono un eccessivo stress da calore durante i periodi di far-off o del pre-parto vanno incontro ad un calo delle performance produttive nel post-parto (Tao et al., 2011; Fabris et al., 2019). Inoltre, durante la stagione calda nelle vacche da latte possono alterarsi anche i modelli ormonali, il che può contribuire alla diminuzione della capacità riproduttiva osservata nelle vacche con stress da calore (Gwazdauskas et al., 1981). In alcuni casi, manipolare la dieta nel preparto potrebbe avere effetti differenziali sulla successiva lattazione, sia che la vacca sia una vacca nullipara o pluripara. Gli esempi includono la somministrazione di diete acidogene per prevenire l’ipocalcemia, che avvantaggia le vacche pluripare (Rodney et al., 2018; Santos et al., 2019), o la fornitura di maggiori quantità di MP, a beneficio delle vacche nullipare (Husnain e Santos, 2019). È possibile che anche i quantitativi di tempo trascorso nel gruppo pre-parto differiscano tra vacche nullipare e pluripare. Sebbene il periodo di transizione venga tipicamente definito come le ultime 3 settimane di gestazione e le prime 3 settimane dopo il parto (Grummer, 1995), non è chiaro se 3 settimane nel gruppo pre-parto, con i tipici interventi dietetici adottati, siano ottimali per le performance post-parto. Solo pochi studi hanno esaminato la durata ottimale dell’esposizione a diete preparto e le performance nel postparto. Uno studio osservazionale ha mostrato che in un sistema di allevamento con pascolo ed integrazione, la resa post-parto di latte, la resa proteica e la resa di latte corretta per il grasso al 4% e per le proteine al 3.2% sono state ottimizzate quando le vacche trascorrevano dai 22 ai 25 giorni nel gruppo pre-parto (DPG; De Garis et al., 2008). Lo stesso gruppo ha mostrato che le vacche che avevano trascorso almeno 20 DPG avevano un intervallo parto-concepimento ridotto e tendevano ad avere maggiori probabilità di rimanere gravide alla successiva lattazione (DeGaris et al., 2010). Quando la dieta preparto veniva somministrata per l’intero periodo di asciutta di 60 giorni invece che negli ultimi 21 giorni, le rese di grassi, proteine e di FCM 3.5% tendevano a diminuire nei primi 5 mesi di lattazione, suggerendo che il prolungamento del periodo di esposizione alla dieta preparto, dalle tradizionali 3 settimane all’intero periodo di asciutta, potrebbe essere dannosa per la lattazione successiva (Contreras et al., 2004). Quando le vacche venivano alimentate con diete acidogene a partire dai 232 giorni di gestazione e non dai 255 giorni di gestazione, che rappresentano rispettivamente le ultime 6 e 3 settimane di gestazione, la produzione di latte tendeva ad essere inferiore e gli intervalli parto-concepimento erano più lunghi per le vacche alimentate per un periodo prolungato di tempo con la dieta acidogena preparto (Lopera et al., 2018). Non è chiaro se i cambiamenti nell’esposizione a diete preparto comportino gli stessi benefici, indipendentemente dal gruppo numero dei parti-dieta. È possibile che le risposte all’esposizione al gruppo pre-parto siano variabili e una lunghezza ottimale potrebbe differire tra vacche nullipare e pluripare. Pertanto, abbiamo ipotizzato che esista una correlazione tra DPG e conseguenti salute e performance produttive e riproduttive.

L’obiettivo di questo studio osservazionale era di valutare la correlazione tra i giorni trascorsi nel gruppo pre-parto e la produzione di latte, l’incidenza di malattia e le performance riproduttive nelle vacche Frisone. Sono stati raccolti i dati di 18.657 lattazioni di vacche di razza Frisona (6.993 nullipare e 9.390 pluripare nel pre-parto). Le vacche con una durata della gestazione inferiore a 256 d (n = 267) o superiore a 296 d (n = 131) e le vacche che avevano trascorso 0 DPG (n = 238) non sono state incluse nello studio. I dati sono stati sono stati raccolti per i primi 300 giorni dopo il parto e le risposte comprendevano la produzione di latte, l’incidenza di malattie a 90 giorni dal parto, la riproduzione e la sopravvivenza. I giorni trascorsi nel gruppo del pre-parto sono stati analizzati come variabile continua e i coefficienti di regressione sono stati utilizzati per stimare le risposte quando le vacche avevano trascorso 7, 28 o 42 DPG che rappresentano rispettivamente un tempo breve, moderato o prolungato nel gruppo pre-parto.

Un’interazione tra DPG come covariante quadratica e numero dei parti-dieta è stata osservata per la produzione di latte a 300 giorni dal parto. Le medie erano di 9.331, 9.665 e 9.261 kg per 7, 28 o 42 DPG, rispettivamente, nelle vacche nullipare e di 9.886, 10.939 e 10.117 kg per 7, 28 e 42 DPG nelle vacche pluripare, rispettivamente. Inoltre, l’interazione tra DPG e numero dei parti-dieta ha influito sulla ritenzione placentare, sulla metrite, sulla mastite e sulla morbilità. La morbilità ha colpito il 49.5, il 52.9 e il 59.5% delle vacche nullipare e il 49.7, il 26.5 e il 47.4% delle vacche pluripare che hanno trascorso, rispettivamente, 7, 28 o 42 DPG. È stata osservata una correlazione lineare tra DPG e gravidanza alla prima inseminazione artificiale con stime di 37.0, 32.6 e 29.8% rispettivamente per 7, 28 e 42 DPG. È stata osservata anche una correlazione quadratica tra DPG e la percentuale di vacche gravide a 300 giorni post-parto e le stime per 7, 28 e 42 DPG erano, rispettivamente, 71.7, 73.5 e 58.8%. È stata osservata anche una correlazione quadratica per DPG e l’eliminazione dalla mandria a partire dai 300 giorni dopo il parto e le stime erano 25.2, 22.9 e 34.4% rispettivamente per 7, 28 o 42 DPG. Sono state individuate correlazioni tra i DPG e la produttività, la salute, la riproduzione e la sopravvivenza e variavano in base al gruppo numero dei parti-dieta. Per diverse risposte valutate, è stata osservata una correlazione quadratica, che ha suggerito l’esistenza di un periodo ottimale per le vacche da trascorrere nel gruppo del pre-parto, ed una diminuzione o un prolungamento dei giorni risultavano essere dannosi per le performance degli animali.

Days in the prepartum group are associated with subsequent performance in Holstein cows

A. Vieira-Neto,1,2 G. A. Duarte,1 R. Zimpel,1,2 W. W. Thatcher,1,2 and J. E. P. Santos1,2* 

1Department of Animal Sciences, University of Florida, Gainesville 32611

2DH Barron Reproductive and Perinatal Biology Research Program, University of Florida, Gainesville 32611

*Corresponding author: jepsantos@ufl.edu

J. Dairy Sci. 104:5964–5978

https://doi.org/10.3168/jds.2020-18889