La Commissione europea ha pubblicato la nuova edizione della relazione annuale sulle frodi alimentari transfrontaliere. Dal report si evince una crescita costante nell’utilizzo del sistema. In cinque anni, il numero di segnalazioni annue è più che raddoppiato, passando da 157 nel 2016 a 349 nel 2020.
Anche se nel 2020 l’emergere della pandemia di COVID-19 e le conseguenti misure adottate dai governi nazionali per contenerne la diffusione hanno colpito anche la filiera dei prodotti alimentari, il sistema alimentare europeo ha mostrato un’eccezionale resilienza. I controlli e gli audit di routine si sono adattati alla nuova situazione, anche affrontando le sfide derivanti dalle nuove opportunità che la pandemia ha creato per i truffatori in tutta l’UE.
La Commissione europea ha pubblicato in questi giorni la relazione annuale 2020 sulle frodi alimentari della EU Agri-Food Fraud Network (EU FFN) e dell’Administrative Assistance and Cooperation system for Food Fraud (AAC-FF).
Il documento presenta le attività dell’FFN dell’UE, evidenziando alcune richieste di cooperazione, e fornisce statistiche provenienti dall’AAC-FF – strumento di rendicontazione dell’UE gestito dalla Commissione, che consente ai membri della rete di scambiare informazioni su non conformità sospette e potenziali violazioni internazionali della legislazione UE sulla filiera agroalimentare.
I dati presentati nel rapporto mostrano una crescita costante nell’utilizzo di questi sistemi. In cinque anni, il numero di casi creati all’anno è più che raddoppiato, passando da 157 nel 2016 a 349 nel 2020, con un aumento del 20% rispetto al 2019.
Le principali categorie notificate sono grassi e oli, pesce e prodotti a base di carne, nonché non conformità nella movimentazione degli animali da compagnia, essendo quest’ultima categoria un effetto diretto dell’ampliamento della portata del sistema.
La maggiore interazione tra gli Stati membri all’interno della EU Agri-Food Fraud Network ha dimostrato che la lotta alle frodi alimentari in Europa sta aumentando. La condivisione di informazioni su sospetti casi di frode transfrontaliera si è rivelata essenziale per identificare, indagare e proteggere meglio i consumatori dell’UE dalle pratiche illegali.
Avendo accesso ai dati sinottici dell’UE in materia di tracciabilità ed allerte, la Commissione fornisce ai membri della rete l’intelligence, l’analisi dei dati ed attività coordinate per seguire i casi sospetti di frode transfrontaliera e richiede indagini alle autorità competenti di paesi terzi paesi quando la potenziale frode riguarda le importazioni. Il rapporto descrive il commercio illegale di molluschi bivalvi vivi come un caso esemplare delle attività di intelligence, nato dal numero crescente di notifiche riportate nel RASFF negli ultimi tre anni. Iniziato come un focolaio di origine alimentare nel 2018 in Spagna, causato dal consumo di vongole contaminate che si sospettava fossero raccolte in aree non autorizzate, questo si è rivelato un problema diffuso fra operatori che utilizzano modelli simili in altri paesi dell’UE.
L’FFN dell’UE collabora anche con lo European Anti-Fraud Office (OLAF) in azioni congiunte contro i prodotti alimentari contraffatti. Nel 2020, i membri della rete sono stati anche impegnati con l’OPSON, un’iniziativa congiunta Europol/Interpol mirata al traffico di alimenti e bevande contraffatti e scadenti ed all’operazione LAKE, incentrata sul traffico della specie protetta di anguilla europea (Anguilla Anguilla).
La Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri, l’Europol ed altre parti per utilizzare i dati dell’UE sulla tracciabilità e gli allarmi per migliorare il coordinamento sulle frodi alimentari, nonché per proporre misure dissuasive più rigorose come controlli specifici sulle importazioni.
Un esempio di cooperazione di successo all’interno della rete: la sostituzione della specie produttrice del latte in un prodotto definito “mozzarella di bufala”
Un buon esempio di collaborazione di successo è il caso di un latticino definito “mozzarella di bufala” prodotto in Spagna e pubblicizzato come “mozzarella di bufala 100%” ma contenente latte vaccino. L’indagine è iniziata a seguito di una segnalazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana alle autorità italiane, che a loro volta hanno segnalato il caso nel sistema AAC-FF e hanno avvertito le autorità spagnole che l’azienda produceva mozzarella pubblicizzata come 100% bufala, presentandola inoltre come sostituto per i consumatori intolleranti al latte vaccino.
Sulla base della richiesta dalle autorità italiane, gli agenti dell’Unità SEPRONA della Spanish Civil Guard hanno raccolto e analizzato campioni della mozzerella ed hanno certificato che in alcuni casi fino al 22% del latte utilizzato nella sua produzione era vaccino anziché latte di bufala, come pubblicizzato in modo fraudolento. Le autorità spagnole hanno quindi deciso di intraprendere un’azione legale contro il produttore per i presunti reati di frode alimentare, reati contro la salute pubblica e pubblicità ingannevole.
L’aggiunta deliberata di latte vaccino, più economico del latte di bufala, durante la produzione di un latticino pubblicizzato come prodotto solo con latte di bufala, avrebbe potuto aumentare i profitti fino al 14%.
Il report integrale è disponibile qui: 2020 Annual Report – The EU Agri-Food Fraud Network and the Administrative Assistance and Cooperation System
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.