La situazione dei mercati agricoli dell’UE dopo l’invasione russa in Ucraina è stata discussa in occasione del meeting del 17 marzo della commissione agricoltura (AGRI), durante il quale il commissario Janusz Wojciechowski ha riferito gli ultimi aggiornamenti.
Si prevede che la guerra in Ucraina avrà un impatto significativo sui mercati agricoli europei a causa dei tagli a lungo termine delle importazioni. Russia e Ucraina rappresentano oltre il 30% del commercio mondiale di grano, il 32% di orzo, il 17% di mais e oltre il 50% di oli, semi e farine di girasole.
La discussione con il Commissario alimenterà il dibattito in plenaria previsto per la prossima settimana, durante il quale i membri del Parlamento europeo discuteranno con il Consiglio e la Commissione su un piano d’azione dell’UE per la sicurezza alimentare.
Come base per questa discussione sono stati prodotti due documenti che dettagliano le relazioni commerciali, relative ai prodotti agroalimentari, dell’UE con l’Ucraina e la Russia, di cui riportiamo di seguito le conclusioni.
Scambi UE-Ucraina di prodotti agroalimentari
Fino all’invasione russa del 2022, l’Ucraina esportava oltre il 40% delle sue merci nell’UE, rendendo l’Unione il principale partner commerciale del paese. I principali beni importati dall’UE erano materie prime, prodotti chimici e macchinari. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, l’Ucraina ha fornito quasi la metà dei cereali e degli oli vegetali, e un quarto della carne avicola, consumati in Europa.
L’Ucraina, d’altra parte, rappresentava la destinazione solo dell’1,1% circa del commercio totale dell’UE, importando macchinari e attrezzature per il trasporto, prodotti chimici e manufatti. Queste esportazioni sono aumentate del 48,5% tra il 2016 e il 2019, attestandosi a 24,2 miliardi di euro nel 2019, con scambi totali pari a 43,3 miliardi di euro nello stesso anno.
Figura 1 – Scambi di merci dell’UE con il mondo e l’Ucraina (2020).
L’Ucraina è membro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) dal 2008. Nel 2014, l’UE e l’Ucraina hanno firmato un accordo che comprende una zona di libero scambio (DCFTA). L’accordo è entrato formalmente in vigore nel 2017, dopo un periodo di applicazione provvisorio di un anno. La pandemia ha portato ad un calo significativo sia delle esportazioni che delle importazioni tra l’UE e l’Ucraina nel 2020.
Mentre l’impatto completo dell’invasione russa sul commercio agroalimentare dell’Ucraina deve ancora essere valutato, sono già emersi alcuni possibili scenari.
Settore agricolo
Nel 2019, il settore agricolo ha contribuito per quasi il 10% al prodotto interno lordo (PIL) dell’Ucraina, rappresentando il 18% dei posti di lavoro del paese e il 44% del valore delle esportazioni.
La composizione specifica del suolo (chernozem) e il paesaggio in Ucraina sono ottimali per la produzione agricola. Circa l’80% della superficie agricola coltivata totale in Ucraina è utilizzata per coltivare cereali, semi oleosi, ortaggi e altre colture annuali. I produttori agricoli ucraini beneficiano di esenzioni fiscali o riduzioni dell’imposta sul valore aggiunto sui beni esportati, utilizzate come leve per incoraggiare la produzione e il commercio.
Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2019 la produzione di cereali è passata da 23,8 milioni di tonnellate a 74,1 milioni di tonnellate, mentre la produzione di semi oleosi è passata da 3,7 milioni di tonnellate a 22,2 milioni di tonnellate.
Figura 2 – Commercio dell’UE con l’Ucraina: prodotti agricoli (2020).
I dati del commercio agroalimentare
Dell’1,0% delle merci dirette dall’Ucraina in UE, il 35,7% è rappresentato da prodotti agricoli. I prodotti agricoli importati dall’Ucraina rappresentano il 4,6% di tutte le importazioni agroalimentari nell’UE. Per quanto riguarda le esportazioni, l’UE vende l’1,2% delle sue materie prime all’Ucraina, il 12,4% delle quali sono prodotti agricoli.
I principali prodotti importati dall’Ucraina sono cereali, grassi e oli animali e vegetali, semi oleosi, residui e scarti dell’industria alimentare, frutta e noci, carne e frattaglie commestibili. Le principali esportazioni dall’UE all’Ucraina sono quelle di bevande, tabacco, prodotti lattiero-caseari, cacao, preparazioni alimentari, residui e scarti dell’industria alimentare e semi oleosi.
Figura 3 – Commercio dell’UE con l’Ucraina: commercio agricolo per prodotto (2020).
Scambi UE-Russia di prodotti agroalimentari
Fino all’invasione russa dell’Ucraina a febbraio 2022, l’UE e la Russia erano importanti partner commerciali che scambiavano un’ampia varietà di beni, compresi i prodotti agroalimentari, con un volume totale degli scambi stimato di 173,7 miliardi di EUR nel 2020 (Figura 1).
La Russia è stata il quinto importatore di merci dell’UE nel 2020, nonostante l’interruzione delle relazioni commerciali causata dalla prima crisi dell’Ucraina nel 2014. Inoltre, la Russia è uno dei principali esportatori mondiali di diverse materie prime, tra cui olio di girasole, grano e orzo.
L’UE è il primo fornitore del mercato russo, esportando macchinari e attrezzature per il trasporto, prodotti chimici, manufatti, prodotti agricoli e materie prime, per un valore totale di 79 miliardi di euro. Le esportazioni della Russia nell’UE sono costituite principalmente da combustibili e prodotti minerari, prodotti agricoli e materie prime, prodotti chimici, ferro e acciaio, per un totale di quasi 95 miliardi di euro.
Figura 1 – Commercio di beni dell’UE con il mondo e la Russia (2020).
L’accordo bilaterale di partenariato e cooperazione (APC) del 1997 costituisce il quadro generale delle relazioni commerciali tra UE e Russia. I negoziati per un nuovo accordo UE-Russia, avviati nel 2008, sono stati sospesi nel 2014 a causa della prima crisi in Ucraina. Nel 2012 la Russia ha aderito all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e da allora le relazioni commerciali UE-Russia sono state definite dalle regole multilaterali dell’OMC. Dall’annessione illegale della Crimea da parte della Russia nel marzo 2014, l’UE ha progressivamente imposto misure restrittive nei confronti della Russia; ciò ha portato nello stesso anno, come rappresaglia, ad un embargo da parte della Russia su prodotti agricoli selezionati dell’UE e da alcuni paesi terzi, vale a dire Australia, Canada, Norvegia e Stati Uniti.
Sebbene nel complesso il commercio dell’UE con la Russia sia proseguito, se non addirittura aumentato, dal 2017 in poi i flussi commerciali di prodotti agroalimentari sono diminuiti, come mostrato nella figura 2. Il 24 febbraio 2022 la Russia ha lanciato un attacco non provocato all’Ucraina, seguito da una invasione su larga scala. Da allora i paesi dell’UE hanno adottato sanzioni severe senza precedenti.
Figura 2 – Commercio con la Russia: prodotti agricoli (2020).
I dati del commercio agroalimentare
Il commercio con la Federazione Russa rappresenta il 3,7% delle esportazioni complessive dell’UE di prodotti agroalimentari e l’1,4% delle importazioni agroalimentari complessive. I principali prodotti importati dalla Russia, in termini di valore complessivo, sono i residui e gli scarti delle industrie alimentari, compresi panelli e componenti dei mangimi (32,3%), semi oleosi (19,1%), grassi e oli animali o vegetali (9,9%), bevande (7,0%), cereali (6,5%) e altri prodotti (25,2%).
Per quanto riguarda le esportazioni dall’UE alla Russia, le categorie principali coinvolte sono le bevande (21,2%), le preparazioni alimentari (9,3%), gli scarti e i residui delle industrie alimentari (8,0%), i semi oleosi (7,4%), gli alberi vivi e altre piante (7,3 %), cacao (7,3%) e altri prodotti (39,5%).
Figura 3 – Commercio dell’UE con la Russia: commercio agricolo per prodotto (2020).
In termini di categorie di prodotti per i quali una parte significativa del commercio agroalimentare dell’UE è collegata alla Russia (cfr. figura 3, quota di dipendenza), i dati mostrano che quasi il 19% degli “altri mangimi e ingredienti per mangimi” importati nell’UE proviene da Russia, come quasi l’8% dello zucchero (diverso dalla barbabietola e dalla canna) e poco più del 6% di grano importato.
Per quanto riguarda le esportazioni dell’UE, più della metà delle esportazioni totali dell’UE di semi di soia è diretta in Russia, come oltre il 20% delle esportazioni totali dell’UE di fave di cacao, semi oleosi, uova, miele, fiori e piante recisi.
Per quanto riguarda le esportazioni agroalimentari globali, la Russia è uno dei principali produttori ed esportatori di olio di girasole (28,6% delle esportazioni mondiali), grano (18%), orzo (15,4%) e mais (2,3%).
L’impatto della guerra Russia-Ucraina sui mercati agroalimentari è ancora in fase di valutazione; a giudicare dalla quota di entrambi i paesi nei principali prodotti agroalimentari e fertilizzanti, si prevede che sarà considerevole.
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