AISA-Federchimica è intervenuta ieri in audizione presso la Commissione Agricoltura del Senato sottolineando l’importanza di promuovere i vaccini direttamente presso gli allevatori professionali, come strumento per sostenere la vaccinazione, affrontare le epidemie e ridurre l’antibiotico-resistenza. Si tratta secondo l’Associazione di un’opportunità per una piena realizzazione del concetto di One Health.
L’Ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura del Senato ha discusso ieri, assieme ai rappresentanti dell’AISA – Associazione nazionale imprese salute animale, in merito all’affare assegnato n. 1005 sulle problematiche concernenti il recepimento del Regolamento (UE) 2019/6 in materia di medicinali veterinari, con particolare riferimento agli articoli 120 e seguenti.
Gli obiettivi prefissati dal Regolamento (UE) 2019/6 sono ampiamente condivisi anche da AISA. Di particolare interesse è l’articolo 120 del Regolamento, che consente allo Stato membro di sponsorizzare tra gli allevatori professionali l’utilizzo dei medicinali immunologici. In merito a tale possibilità, AISA ritiene che gli Stati membri dovrebbero utilizzare il predetto articolo come mezzo di politica sanitaria, sia per il contenimento della resistenza antimicrobica sia per migliorare la prevenzione delle malattie.
Il Parlamento italiano sta esaminando il disegno di legge recante Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea – inclusa la delega al Governo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2019/6, relativo ai medicinali veterinari. In tale contesto AISA chiede pertanto che, nel dare attuazione al Regolamento, venga incluso anche quanto previsto dall’articolo 120, mediante specifica delega.
Di seguito, riportiamo un estratto del dettagliato documento presentato da AISA in occasione dell’audizione.
Articolo 120 del Regolamento (UE) 2019/6
L’articolo 120 del Regolamento (UE) 2019/6 riporta le norme relative alla pubblicità dei farmaci veterinari.
Relativamente ai farmaci veterinari soggetti a prescrizione, il primo comma ne vieta la pubblicità, che può essere effettuata soltanto dai medici veterinari e dalle persone autorizzate a fornire prodotti veterinari. A tale divieto però è prevista una deroga, riportata nel secondo comma, che consente al legislatore nazionale di prevedere la pubblicità esclusivamente per i medicinali immunologici direttamente agli allevatori professionali, invitandoli esplicitamente a consultare il veterinario.
La possibilità per gli Stati membri di prevedere la pubblicità degli immunologici è stata introdotta dal Consiglio Europeo, durante il trilogo dei lavori per l’adozione del Regolamento, dalla Presidenza estone nell’ottobre 2017.
Di seguito sono riportate le considerazioni, inserite nel Considerando 79, che sono state fatte per prevedere la deroga sopracitata:
“La pubblicità, anche di medicinali non soggetti a prescrizione veterinaria, potrebbe influire sulla salute pubblica e sulla sanità animale e causare una distorsione della concorrenza. Pertanto, la pubblicità sui medicinali veterinari dovrebbe rispettare determinati criteri. Le persone abilitate a prescrivere o fornire medicinali veterinari possono valutare in modo appropriato le informazioni fornite nella pubblicità grazie alla loro conoscenza, formazione ed esperienza in materia di salute animale. Per le persone che non sono in grado di valutare correttamente il rischio associato all’impiego dei medicinali veterinari, la pubblicità può indurre a un uso scorretto o a un consumo eccessivo dei medicinali, dannoso per la salute pubblica o la sanità animale, o per l’ambiente. Tuttavia, al fine di preservare lo stato di salute degli animali nel loro territorio, gli Stati membri dovrebbero poter consentire, in condizioni particolari, la pubblicità dei medicinali veterinari immunologici rivolta ai detentori di animali professionisti.”
È generalmente riconosciuto che la vaccinazione è un importante metodo di controllo delle malattie per migliorare o preservare un elevato stato di salute degli animali.
Tenendo conto della storia legislativa del Regolamento e delle argomentazioni del Considerando 79 sopra riportati, possiamo dire che la norma di cui all’articolo 120 è stata concepita per coniugare due principali aspetti:
- la necessità di scongiurare l’uso improprio o il consumo eccessivo di medicinali veterinari dovuto ad una pubblicità indirizzata verso persone che non sono in grado di valutare adeguatamente il rischio associato al loro uso, e che potrebbe nuocere alla salute pubblica, a quella animale, o all’ambiente;
- l’opportunità di preservare lo stato di salute degli animali nel loro territorio consentendo la pubblicità degli immunologici verso gli allevatori professionali.
Per preservare un elevato stato di salute degli animali, ed evitare che la pubblicità possa portare a un uso improprio e un consumo eccessivo dei farmaci, è lo stesso Regolamento che indica delle direttive precise da rispettare, ovvero:
- la pubblicità è limitata agli immunologici autorizzati;
- la pubblicità è riservata ai detentori professionali di animali;
- la pubblicità deve includere un invito esplicito agli allevatori professionali a consultare il veterinario in merito agli immunologici.
Farmaci immunologici
Quando si parla di farmaci immunologici si intende un medicinale veterinario soggetto a prescrizione destinato ad essere somministrato ad un animale col fine di indurre in esso un’immunità attiva o passiva, o per diagnosticare il suo stato di immunità.
Sull’utilizzo degli immunologici la comunità scientifica ha fornito una serie di considerazioni importanti:
- sono fondamentali per la prevenzione delle malattie, in quanto l’agente patogeno bersaglio può essere responsabile di patologie batteriche anche gravi;
- consentono di ridurre il numero dei trattamenti con gli antibiotici, in quanto la malattia virale contratta può creare opportunità per un’infezione batterica secondaria;
- contribuiscono sensibilmente alla diminuzione del carico di agenti patogeni nell’ambiente, ad esempio limitando la diffusione del germe/patogeno e migliorando lo stato sia del singolo animale che dell’intera mandria;
- creano un certo grado di consapevolezza e attenzione da parte degli allevatori circa l’importanza di un ambiente controllato e pulito.
Considerando quanto già affermato, l’utilizzo su larga scala degli immunologici rientra a pieno titolo nel concetto di One Health, che quindi tende a garantire il miglioramento del benessere animale, requisito fondamentale per il consumatore finale, riducendo l’incidenza delle malattie (dirette o indirette), degli interventi terapeutici (sui singoli animali o di massa – metafilassi) e contribuesce alla riduzione dell’utilizzo degli antimicrobici.
Tenendo conto quindi dei benefici apportati dall’utilizzo dei farmaci immunologici, la pubblicità su tali medicinali veterinari è uno strumento molto efficace per aumentare sia la conoscenza sullo stato di salute della mandria che la consapevolezza dell’importanza della prevenzione e del valore della vaccinazione, anche nell’ottica di contenere molte malattie infettive che non possono essere curate e che quindi, spesso, risultano essere fatali.
Il materiale promozionale sul valore della vaccinazione, utilizzando informazioni basate su dati e fatti concreti, può assumere anche un ruolo importante nel ridurre la disinformazione che caratterizza i movimenti anti-vaccinazione, sfatandone quindi i miti e la propaganda.
Inoltre, è importante sottolineare che, al fine di ottenere l’immunità di gregge e prevenire la diffusione delle malattie infettive durante un’epidemia, è necessario vaccinare la stragrande maggioranza di una popolazione animale, in genere dal 70 all’80%. Va tuttavia considerato che il tasso di vaccinazione non è omogeneo tra le varie specie animali, infatti, mentre negli avicoli risulta elevato, nei bovini tale situazione non è stata ancora raggiunta.
Limitazione agli allevatori professionali
L’agricoltura e l’allevamento sono diventati sempre più professionali. Gli allevatori professionali, infatti, devono essere distinti dalla componente “laica” in quanto hanno una formazione e un’istruzione dedicate alla custodia degli animali, che include l’alimentazione, i programmi di igiene e sono specializzati sulle specie animali che allevano ogni giorno.
Per questi motivi tali allevatori risultano essere degli interlocutori qualificati per i veterinari in merito alla gestione della salute dei loro animali, e si mantengono informati attraverso i canali specializzati (riviste professionali o siti web).
Il Regolamento non fornisce una definizione di “detentori di animali professionali“: a tal propostio gli Stati membri dovrebbero definirli come “coloro che hanno ricavato un reddito dall’allevamento di animali“, seguendo l’esempio del Regno Unito.
La legge europea sulla salute degli animali (regolamento (UE) 2016/429 sulle malattie animali trasmissibili) prevede, tra l’altro, lo scambio continuo tra allevatori e veterinari di informazioni e regolari visite veterinarie negli allevamenti.
I medicinali allopatici e quelli immunologici sono prodotti con cui gli allevatori professionali hanno familiarità: infatti questi somministrano tutti i medicinali veterinari secondo la prescrizione e le istruzioni del veterinario, e inoltre sono anche responsabili della corretta documentazione e della conservazione dei farmaci in allevamento. Oltre a ciò, i detentori professionali di animali possono eseguire degli interventi, precedentemente svolti dai veterinari, come ad esempio l’applicazione di immunologici a suinetti e pollame nei Paesi Bassi, o l’anestesia per la castrazione dei suinetti in Germania.
Consentire la pubblicità sugli immunologici porterà una serie di benefici, quali: attirerà l’attenzione sulla malattia, sulla vaccinazione, sulle soluzioni e innovazioni disponibili, sulla prevenzione delle malattie, e potrà stimolare lo scambio professionale con il veterinario, il quale, dopo aver attentamente valutato la situazione, potrà raccomandare le misure più adatte. In ogni caso, la decisione finale resta nelle mani del veterinario.
Invito a consultare il veterinario
Gli immunologici sono farmaci veterinari soggetti a prescrizione medica, il che significa che il veterinario è sempre coinvolto nella prescrizione, questo per garantirne un uso sicuro. Pertanto, il rischio di un uso eccessivo che possa derivare dalla pubblicità degli immunologici è molto limitato.
Gli allevatori professionali non possono scegliere di utilizzare gli immunologici in modo indipendente poichè devono sempre coinvolgere il veterinario in tale decisione. Oltre a ciò, i detentori di animali professionali saranno – già per motivi economici – disposti a pagare solo per prodotti e servizi che abbiano un valore aggiunto per lo stato di salute dei loro animali. Il rischio di un uso non necessario, anche sotto questo profilo, appare molto limitato.
La condizione esplicitamente formulata nel Regolamento di includere un invito esplicito ali allevatori professionali a consultare il veterinario in merito agli immunologici, crea l’opportunità per il veterinario stesso di informare sui benefici dell’atto di vaccinazione e di convincere i detentori professionali di animali che potrebbero essere riluttanti alla vaccinazione.
Questo può aiutare ad affrontare qualsiasi “sentimento” anti-vaccinale, che, come è noto, è in crescita nel comparto della salute animale.
Per ascoltare l’audizione completa cliccare qui.
Per leggere il documento completo cliccare qui.
Fonte: Senato della Repubblica – AISA
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