L’Azienda Agricola ORNA sorge alle porte della città di Vicenza negli anni ’80 come tradizionale allevamento di vacche da latte di razza Frisona a stabulazione fissa. Sin da bambino Pierluigi, il figlio del signor Damiano, si appassiona a questo mestiere, tanto che il nome dell’azienda è quello della prima vacca da lui munta all’età di sette anni. Crescendo Pierluigi collabora in azienda e porta a compimento gli studi come perito agrario, intraprende poi anche la facoltà di veterinaria, decidendo però ad un certo punto di sospendere temporaneamente (altro progetto che prossimamente concluderà ndr)  e dedicarsi completamente al mondo del lavoro, cosicché per cinque anni fa il controllore zootecnico presso l’Associazione Provinciale Allevatori di Vicenza sul comparto bovino ed ovicaprino.

Fin qui la storia potrebbe essere la stessa di tante altre famiglie con un’attività agricola tramandata di generazione in generazione, ma nel momento in cui nel 2008 l’attività passa ufficialmente nelle mani di Pierluigi, e lui diventa coltivatore diretto a titolo principale, qualcosa di estremamente innovativo comincia ad accadere.

La modalità con cui è avvenuto questo cambiamento ce le siamo fatte raccontare direttamente da Pierluigi e da sua moglie Valentina, con cui si è sposato nel 2010, a due anni dal suo ingresso in azienda come titolare.

I primi due anni sono stati piuttosto tranquilli, ho portato avanti la gestione tramandata in famiglia e continuato a selezionare le mie Frisone con il sistema aAa che non osserva solo i difetti morfologici, ma ricerca la causa alla radice e considera quali qualità il toro può trasmettere per correggerli. Avendo all’epoca, infatti, un allevamento a posta fissa era necessario contenere le dimensioni degli animali, sia con la genetica che con le scelte gestionali”.

Il tempo inizia a passare, arriva la prima figlia, Pierluigi inizia a pensare alla stabulazione libera, valuta le cuccette e una sala di mungitura 5 più 5 ma prende anche in considerazione l’idea del robot di mungitura.

Valentina svolge un lavoro completamente differente e la vita familiare non risulta così facilmente conciliabile con questa tipologia di gestione, nel 2016 decidono allora di fare un prima grande passo ed investire sul robot di mungitura e su una nuova struttura destinata alle vacche in latte stabulandole libere su lettiera permanente, mentre la stalla vecchia viene lasciata alle manze. Quando domandiamo a Pierluigi come consideri, a distanza di cinque anni, la sua scelta strutturale lui ci risponde con soddisfazione che “le vacche in lettiera diventano vecchie”.

Un altro passo viene fatto poi nel 2017 quando si aggiunge alla nuova struttura anche un paddock esterno, arrivando a garantire ad ogni capo circa 30 mq di spazio.

Nel 2019 avviene un cambiamento radicale, Valentina lascia il suo lavoro per contribuire a realizzare un sogno condiviso con Pierluigi, ovvero creare attorno all’azienda un ambiente ospitale, confortevole come lei stessa lo definisce ci dicendoci: “l’idea è nata con un po’ di incoscienza e con la voglia di creare un ambiente confortevole intorno all’azienda, un qualcosa di migliore per i nostri figli, coltivando le terre circostanti”. E così intraprendono questo percorso sulla strada della diversificazione e sostenibilità, iniziando a coltivare piante officinali e dando origine a quello che ormai è conosciuto come “il Lavandeto della Lobia”, “un totale di seimila metri quadri dedicati alla coltivazione delle nostre piante che sono destinati a crescere ancora. Dalle nostre coltivazioni, otteniamo materie prime vegetali che oltre a trasformare in azienda in oli essenziali, idrolato e fiori essiccati di lavanda, trasformiamo in prodotti di cosmesi naturale, infusi naturali, ed alcuni prodotti dolciari in collaborazione con aziende partner”.

Dopo la lavanda ed il timo, la curiosità e la passione, spinge ancora avanti questi due giovani agricoltori e nel 2020 introducono altre varietà di lavanda, sette in tutto, e ampliano la gamma di officinali introducendo: elicriso, calendula, malva, melissa, camomilla, iperico, rosmarino, menta, salvia, alloro. Nello stesso periodo inoltre decidono di aprire un ulteriore nuovo fronte in azienda: l’allevamento delle api, proprio in considerazione della grande disponibilità di fiori presenti.

A maggio 2020 i primi alveari sono arrivati al Lavandeto ed è partito un nuovo progetto di apicoltura che Valentina ci riassume così: “il loro ruolo (delle api ndr) è fondamentale per il mantenimento della biodiversità e nella conservazione della natura. Sono infatti insetti impollinatori: permettono la formazione dei frutti, trasportando il polline da un fiore all’altro. Pensate che un terzo del nostro cibo dipende dall’impollinazione degli insetti. Ma sono gli insetti che ci comunicano in maniera precisa quando le piante del nostro Lavandeto sono al punto massimo del tempo balsamico, ossia quando c’è la massima concentrazione di oli essenziali. Ci avvertono smettendo di impollinare, e noi iniziamo la raccolta, sicuri di avere in mano la più alta qualità di materia prima. Due ragioni molto concrete che si uniscono alla necessità di contribuire alla salvaguardia di questo prezioso animale.  (…) Ad oggi ci prendiamo cura di trenta arnie, di cui una decina in Altopiano di Asiago, per una nuova linea di miele di montagna. Il nostro miele è estratto grazie alla collaborazione con l’Associazione Apicoltori del Veneto ed è disponibile presso il nostro negozio.”

Già, perché nel frattempo Pierluigi e Valentina hanno allestito un punto vendita aziendale dove si possono trovare tutte le loro produzioni, e deciso di presentare alla Regione il progetto per aprire un’aula didattica. Ed è così che il 2021 l’azienda agricola Orna vede riconoscersi un’ulteriore specificità ovvero quella di “fattoria didattica”. Ma ormai abbiamo capito che casa Ponzio  è una fucina di nuove idee e Pierluigi e Valentina vedendo tutto il lavoro fatto negli ultimi anni, pensano che lo vorrebbero “mettere nero su bianco”, vorrebbero certificare le modalità con cui conducono la loro azienda agricola, il lavoro di diversificazione e sostenibilità con cui hanno ridisegnato la loro stalla alla posta. “Sentiamo la responsabilità di educare il cliente”, ci dice Valentina, “il mondo ce lo chiede, il mercato ce lo chiede, noi ci crediamo e vogliamo essere pionieri. Oltretutto ci troviamo alle porte della città e questo può esserci di aiuto per dimostrare che è possibile produrre in maniera diversa, responsabile e sostenibile”.

Interviene poi Pierluigi:

“la nostra azienda agricola ha dimostrato che è possibile fare allevamento e agricoltura intensiva sostenibile e per certificarlo, ci siamo sottoposti alla valutazione di un ente accreditato che ha dimostrato la nostra conformità ESG (Environmental Social Governance)”. Chiediamo a questo punto di raccontarci in cosa consista questa certificazione e ci dice: “la certificazione è effettuata a fronte di norme ISO applicabili (universalmente accettate), che sono correlate agli aspetti di Sostenibilità ESG, che a sua volta sono correlati ai GRI Standards ed ai 17 Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. L’eccellente risultato ottenuto di Sostenibilità (A) è dovuto alla corretta gestione ambientale dimostrata (Environmental), alla gestione, sviluppo e motivazione delle persone attuata (Social) ed alla solida Governance e condotta trasparente dei Responsabili. Abbiamo dimostrato di essere un’azienda che ha avviato processi di Sostenibilità (ESG Rating A) introducendo diverse Soluzioni SOP® Save Our Planet, e sono stati evidenziati i seguenti punti di forza:

  1. garanzia di salubrità e sicurezza dei prodotti a beneficio dei consumatori riducendo l’impatto ambientale delle attività produttive e l’uso di prodotti chimici inquinanti, e investendo in innovazione per sviluppare tecnologie nuove, che abbiano impatto positivo sulla popolazione.
  2. Riduzione dell’impatto ambientale di attività produttive e dell’uso di prodotti chimici pericolosi, sensibilizzando i dipendenti in materia di gestione sostenibile delle risorse idriche.
  3. Adozione di una politica di Diversity Management rivolta alle donne, al fine di garantire pari opportunità di sviluppo e carriera a tutta la forza lavoro, garantendo condizioni di lavoro dignitose ai propri impiegati.
  4. Incentivo all’utilizzo di energie rinnovabili ottimizzare l’utilizzo dell’acqua, integrando pratiche di riutilizzo di risorse idriche nel modello aziendale; di orientarsi verso processi produttivi “puliti”, riducendo al minimo la contaminazione atmosferica, idrica, del terreno, contrastando l’impiego di elementi contenenti sostanze tossiche.
  5. Misurazione delle emissioni di CO2, stabilendo strategie di riduzioni delle emissioni, investendo in tecnologie sostenibili e meno intensive nell’emissioni di CO2.

Con grande orgoglio possiamo dire che nel raccontarci questa splendida rivoluzione aziendale messa in atto, Pierluigi ci ha dichiarato di essersi ispirato alla “Stalla Etica” un progetto guidato da Ruminantia, di riqualificazione della produzione di latte bovino verso quanto richiede il consumatore.

L’ottenimento della certificazione ESG non è altro che la dimostrazione che è possibile incamminarsi verso una certa direzione e raggiungere determinati risultati.

Ad oggi Pierluigi copre circa l’85% dei fabbisogni aziendali di alimenti zootecnici, che arrivano al 90% se si include la trasformazione e la vendita, ha una produzione che oscilla tra i 30 e i 35 kg/capo/giorno di latte, una media di 3,3 parti per vacca, effettua programmi di asciutta selettiva per ridurre al minimo l’utilizzo di antibiotici avvalendosi di piani vaccinali e monitoraggi sul sangue delle principali patologie quali: IBR/BVD/neospora/clamidia/paratubercolosi. Sta mettendo in atto l’allontanamento tardivo del vitello, lasciandolo sotto la madre almeno un giorno con ottimi risultati anche in considerazione del fatto che sono allevamento indenne da IBR e lavorano sodo per mantenere tale qualifica.

Interrogati ancora su possibili obiettivi futuri la risposta che otteniamo è duplice: Valentina dice di voler continuare su questa strada per divulgare, far conoscere ed educare le nuove generazioni alla possibilità di coltivare ed allevare in modo sostenibile anche se intensivo, con progetti che coinvolgano le scuole e tutti i consumatori, mentre Pierluigi ci parla di chiusura del cerchio produttivo del latte puntando a far riconoscere quel plus che merita l’alimento prodotto con determinate modalità ed accortezze.

“Piante officinali, miele, coltivazione di cereali e di foraggere ed allevamento bovino, creano le basi per un’agricoltura circolare che riesce ad innovare rispettando le tradizioni, la cultura rurale del territorio di appartenenza. Rappresentiamo una generazione di nuovi agricoltori altamente specializzati e competenti. Professionisti che coltivano un nuovo modo di pensare l’agricoltura. Una comunità che vogliamo veder crescere e con la quale c’è un continuo scambio di esperienze”.

L’azienda agricola ORNA è su Faceboook ed ha inoltre un interessantissimo sito su cui potrete seguire tutte le iniziative in programma!!

Grazie Pierluigi e Valentina per questa preziosa testimonianza!