Rapporto n.049 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 11°
Ecco le chiusure del 15/06 Chicago:
CHICAGO: GRANO -0,2| CORN +5,6 | SEMI -4,6| FARINA +6,5 | OLIO -0,61
MINNEAPOLIS: GRANO SPRING| luglio: 1201,4 (-7,2)
Le variazioni sulla seduta precedente in centesimi di dollaro per Bushel per semi, corn e grano, in dollari per tonnellata corta per la farina.
MATIF: GRANO +0,5| CORN -0,75 | COLZA -15
L’indice dei noli B.D.Y. è salito a 2.387 punti, il petrolio wti è sceso a circa 115 $ al barile, e il cambio gira a 1,04305 ore 08:05.
Il 14/06 scrivevo: “Nel mercato interno c’è un appesantimento generale per i cereali e per i cruscami di grano T/D; potremmo essere vicini ad una fase di involuzione generale dei prezzi di mercato, fatto salvo l’effetto del cambio che falsa la sensazione.”
Ieri parlando con un cliente asserivo che qualora dovessero aprire corridoi “merceologico-umanitari” per far uscire più merce dall’Ucraina, il mercato dei cereali potrebbe appesantirsi rapidamente e perdere 30-40 € tonnellata. La sua risposta è stata: “Ma quei cereali lì andrebbero in Africa”. Risposta esatta, ma dato che il mercato globalizzato è fatto di vasi comunicanti questo fatto alleggerirebbe la pressione sul mercato UE che oggi sta rifornendo le aste del Nord Africa e di altri paesi della Mezza luna Fertile, che si aggiudicano a valori molto alti dai soliti operatori internazionali e operatori nazionali. Tanto per fare un esempio, ieri l’Iran ha acquistato dalla Francia due carichi di orzo, era dal 2019 che questo non accadeva.
A complicare quanto sopra scritto vi è anche la fase siccitosa che sembra non finire e che non coinvolge solo l’Italia ma anche Francia, Germania ed altri paesi limitrofi a queste aree. Pertanto, la situazione magmatica del mercato continua. Quindi siamo sempre alle solite: approfittare di questo momento di appesantimento dei cereali con coperture a breve-medio termine, e se poi dovessero aprire i “CORRIDOI” si approfitterà del calo.
Logicamente, chi deve vendere le proprie derrate cerealicole deve valutare in modo diverso questo momento: quando mai ha realizzato dall’orzo in campagna un valore che per tonnellata ha la prima cifra pari a 3? E quando mai ha realizzato, dal grano in campagna, un valore che per tonnellata ha la prima cifra pari a 3 o a 4? Quindi è sempre valido il “vendi, guadagna e pentiti”, specie per chi si è già scottato con il seme di soia o con il riso sognando-attendendo rincari infiniti.
La morale è che come il mercato sale il mercato scende, e sino a che sussiste una guerra le variabili non sono più solo i fondamentali (semine-raccolti-stock-consumi-noli con trasporti-meteo e previsioni), ma si aggiungono variabili energetiche, politiche, e geopolitiche (vedasi il taglio del gas attuato dalla Russia alla Germania e che ci coinvolge per un 15% con impatto certo sulla campagna di essicazione del mais, sui disidratati, e già lo abbiamo visto). Come vedete il “gioco” è sempre più complesso, e dato che diverse logistiche in sofferenza andranno ancora più in crisi con le campagne cereali ricordatevi che restare senza merce è peggio che averne un poco di più in casa.
Come una volta al Circo: “Signori sempre più difficile e senza rete”.
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