Rapporto n.016 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 11°
Nel mercato da giovedì a venerdì è successo di tutto e di più con oscillazioni folli, giovedì forti rialzi venerdì forti ribassi, oggi di nuovo tutto in rialzo.
Mentre vi scrivo il mercato telematico segna:
Purtroppo, questa situazione è estremamente pericolosa, non è che con la guerra le commodities Ucraine e Russe si siano volatilizzate, ci sono ancora, ma non esistono più al momento le linee logistiche dal Mar Nero. Ed ora vedremo con le sanzioni cosa succederà per l’economia Russa, e per quella Europea (certamente avremo ricadute negative).
Ancora una volta Stati lontani portano la guerra in altri Stati per poter meglio sfruttare i ritorni economici di guerre combattute in altri territori.
L’indice dei noli B.D.Y è sceso a 2.076 punti, il petrolio wti è salito a circa 97$ al barile, e il cambio gira a 1,11874 ore 8,50. Questi avvenimenti rendono molto difficile operare sui nostri mercati, la Cina prosegue i suoi acquisti, il Nord Africa prosegue con le sue aste di approvvigionamento di grano che certamente nel breve periodo non avranno origine dal Mar Nero, dal Sud America avremo notizie più precise dopo l’USDA del 9/03 p.v. e qui io credo che stia per scattare il: “si salvi chi può e ognuno per se!”, pagheremo il conto di essere una nazione senza scorte strategiche, cosa comunque che è comune a vari paesi Europei.
La globalizzazione merceologica, commerciale ed energetica, entra in crisi con una guerra locale, ma che ha risvolti geopolitici immensi. La dipendenza per varie commodities dall’ Est è alta.
Mais, grano, semi oleosi, farine di estrazione, e panelli da pressione, gas, idrocarburi l’attuale situazione di guerra nel Mar Nero rende difficile anche la navigazione e l’approvvigionamento dai porti della Romania e Bulgaria. La UE segue la NATO, ma l’economia e la finanza della politica seguono solo quello che più gli rende, a noi non resta che pagarne le conseguenze. Per l’ennesima volta, da quasi 19 mesi, si dimostra come non avere coperture di merce sia fisica che contrattuale sia estremamente pericoloso. Ora sarà peggio, perchè entreremo in una fase ancora più critica del mercato. Da giovedì pomeriggio in molti chiedono contratti a prezzo chiuso di merci varie, ma non è il momento di fare contratti anche perché sono le stesse controparti venditrici che non quotano.
Questo è il momento di assicurarsi accordi per avere la merce, anche con prezzi mobili. I valori in secondo piano!
Per quanto riguarda le chiusure di Martedì 1 Marzo, dal rapporto N° 17 risulta che:
tra parentesi le variazioni sulla seduta precedente in centesimi di dollaro per Bushel per semi, corn e grano, in dollari per tonnellata corta per la farina.
Purtroppo, la guerra in Ucraina non è più “un Blitz” e le conseguenze sul nostro mercato rischiano di diventare molto pesanti. I due attori sono tra i maggiori esportatori di cereali e semi oleosi del mondo; quindi, se la guerra dovesse continuare per settimane e far saltare le semine, i danni si dilaterebbero e potrebbero diventare strutturali per mesi e mesi. Quello che manca dall’Est lo si dovrà recuperare principalmente da nazioni quali Australia, America, e Sud America, per quello che potranno dare, stante i problemi meteo in essere. Il vantaggio in Europa, sarà quasi certamente della Francia
che ha già iniziato a rifornire alla grande i paesi vicini ma più a Nord. (miglior logistica e miglior pagatori rispetto a noi).
L‘indice dei noli B.D.Y è sceso a 2.040 punti, il petrolio wti è salito a 103$ al barile, e il cambio gira a 1,10915 ore 8,18.
Se la crisi bellica non si risolve velocemente di certo assisteremo ad uno scenario quasi dimenticato: le importazioni di cereali diversi dai grani dall’America e dal Sud America, e dall’Australia, vorrebbe dire ritornare a commercializzare Mais Yellow e Mais Plata. Più complesso il segmento dei semi oleosi diversi dal Soya. Questi avvenimenti rendono molto difficile operare sui nostri mercati, le quotazioni dal Mar Nero sono sparite dalle piazze di contrattazione; molti venditori esteri, multinazionali e nazionali non danno quotazioni se non sul breve periodo. Ieri la rilevazione prezzi di Milano ha registrato solo aumenti e il clima era teso, molti operatori sono preoccupati sia per la tenuta della clientela sia per gli approvvigionamenti nel medio lungo termine.
Intanto hanno iniziato a circolare lettere di “causa di forza maggiore” con la sospensione provvisoria dei contratti. Ma tale diritto è valido solo per i contratti inerenti merci aventi chiaramente origine Mar Nero, mentre per origini diverse la clausola può essere respinta. (questo però per chi ben conosce le regole).
Ci stiamo muovendo ai bordi di un campo minato talmente fitto che una sola esplosione (inadempienza di importatori) potrebbe far saltare anche altre mine. Il blocco di alcuni strumenti finanziari relativi a banche e governo Russo potrebbe portare anche a questo. Il momento indubbiamente difficilissimo e richiede calma ed analisi, una cosa è certa Covid +Guerra hanno dimostrato come la globalizzazione spinta che ha illuso con “il tutto e per tutti ci sia sempre” è una illusione fragile.
Fonte: Officina Commerciale Commodities Srl
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