Rapporto n.025 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 11°
L’indice dei noli B.D.Y è stabile a 2.544 punti, il petrolio wti è stabile a circa 110 $ al barile, e il cambio gira a 1,09719 ore 11,15 di ieri.
Non vi trasmetto le chiusure di Venerdi sera in quanto il telematico in ribasso sta azzerando gli aumenti prima registrati, e speriamo vada avanti il ribasso. Tutto ciò a riprova di quanto già scritto: “Sino a che ci sarà la guerra, l’orizzonte sarà pesantemente instabile sul pronto ed incerto sui futuri”.
Qui da noi la situazione non muta, anzi i problemi aumentano con l’arrivo di lettere di aziende che chiedono l’adeguamento dei prezzi contrattuali al fine di eseguire e salvare anche la continuità aziendale.
Situazione imbarazzante per tutti, ma i crack a monte si stanno riverberando a valle. Il buon senso deve prevalere sul diritto? O il diritto porterà allo sfacelo delle parti che poi si troverebbero con una montagna di carta in mano, ma non sicuramente di merce, e forse neanche di Euro?
Altra situazione che si registra è la richiesta di aggiustamento dei prezzi per il caro trasporti, pena non ricevere la merce; ma qui le cifre sono più contenute e le ragioni forse più condivisibili… e incalzano le richieste di finanziamenti anticipati.
Insomma, una situazione veramente delicata, che cozza contro i normali principi e i mercati ai quali eravamo abituati da decenni.
Situazione straordinaria che richiede interventi e comportamenti straordinari per sopravvivere: aggiustamenti di prezzo – trasferimenti di quote – rimodulazione di contratti – comunque un mix di buon senso da ambo le parti è necessario per poter andare avanti.
Di sicuro “guerra che pende, guerra che rende” per alcuni, per altri no… in alcuni casi è difficile fare la distinzione. Nel nostro settore che è uno stagno, rispetto alle maree estere, forse è più “facile” trattarla per gli addetti ai lavori, ma è ben più difficile quantificarla.
L’altra grande problematica è la scarsità di prodotti disponibili sul mercato, per due ordini di motivi: 1) carenza di merce fisica, 2) speculazione spinta all’estremo specie per cereali e semi oleosi nazionali.
Purtroppo, stanno saltando regole ed etiche commerciali, non ci resta che sperare/pregare che la guerra finisca presto. E ricordare a chi può fare e tenere un magazzino di tenerlo. Oppure attendere che il manifesto e continuo calo dei consumi faccia il resto (ma ci vuole tempo).
Le prime quotazioni di ieri comunque danno un mercato fermo a livelli patologici per tutti.
Fonte: Officina Commerciale Commodities Srl
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.