Rapporto n.067 del “MATERIE PRIME CEREALI E DINTORNI ECONOMICI” anno 11°.
CHICAGO la sera dell’8/08:
Tutto ancora su! Sulla spinta dei dati deludenti riguardo allo stato delle colture usciti la sera dell’8 agosto… beh se le premesse sono queste, cosa succederà con l’Usda del 12/08?
Arriverà con dati già scontati o farà un altro balzo?
Purtroppo, dobbiamo convivere con valori alti, troppo alti per diverse filiere, ma questo è il mercato! Dopato dai vari fondi d’investimento, e dalle sventure di questi ultimi due anni, solo quando si registrerà una contrazione dei consumi si avrà una frenata. Un’analisi storica basata anche sulla mia esperienza (anzianità) dal 1984 ad oggi che analizza varie crisi di mercato, vede le bolle speculative come questa con una durata massima dai 24 ai 30 mesi; quindi, essendo quest’ultima iniziata a settembre 2020 vediamo se a marzo ‘23 inizierà a sgonfiarsi, il tutto logicamente fatte salve altre disgrazie, guerre, pandemie, crisi energetiche.
Una notizia ha attirato l’attenzione sul nostro paese: l’USDA ha segnalato una vendita di MAIS per 105.000 tons all’Italia. La destinazione ha creato l’attenzione perchè le varietà geneticamente modificate USA non sono tutte accettate dall’UE.
Questa notizia ha quattro valenze: una, la certezza che il raccolto è scarso sia da noi e problematico nella UE per quantità, sanità e logistica; la seconda, si sta rompendo un muro di diffidenza verso gli OGM; la terza, purtroppo varie ASST daranno inizio ad una caccia alle streghe; la quarta, che molte filiere se vorranno continuare a produrre, dovranno fare qualche passo indietro nelle pretese che sino ad ora hanno arricchito gli enti certificatori.
A tale riguardo ieri le posizioni ottobre ‘22, marzo ‘23 quotavano, per questa merce partenza porto di Ravenna, 353-355€ (il 21/04 erano a 340€!!) e purtroppo per molti, questa, volente o nolente,
diventerà la fonte primaria. Gli esteri al momento stanno a guardare: venerdi quotavano l’ottobre-marzo 377€ arrivo Bs; quindi, è chiaro che si allineano già da ora. Continuando un poco con i valori, ieri la farina di soia sul 2023 quotava 490€/ton per la 44 e 500€/ton per la proteica partenza Venezia. Valori proibitivi per gli speculatori ed alti per i trasformatori!
Nel mercato interno, intanto, solo problemi in più: quelli classici del mese di agosto, ovvero crusche e farinacci cari ed introvabili, fibrosi molto cari, sottoprodotti pochi! Logistica cara e salata!
Purtroppo, in molti ancora non capiscono che il “Just in time” è finito e sepolto, così come c’è tutto per tutti.
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