Intervallo fecondazione-diagnosi di gravidanza

La diagnosi di gravidanza è la tecnologia riproduttiva più diffusa negli allevamenti di bovine da latte. Il motivo è che il successo economico di un allevamento è correlato all’avere i giorni medi lattazione molto bassi e costanti tutto l’anno, in modo da far esprimere al meglio la potenzialità genetica degli animali.

In due articoli recentemente pubblicati da Ruminantia dai titoli “L’importanza di una diagnosi precoce di gravidanza nella bovina da latte” e L’identikit del metodo ideale per fare diagnosi di gravidanza nei bovini abbiamo analizzato nei dettagli i vari metodi disponibili, la loro diffusione e i pro e contro di ognuno. Abbiamo poi approfondito la differenza tra diagnosi di gravidanza e di non gravidanza nell’articolo dal titolo La grande differenza tra diagnosi di e non gravidanza”.

In questo nuovo contributo su questo argomento proviamo a simulare come organizzare in pratica negli allevamenti di bovine da latte questa importante prassi.

Esiste una profonda differenza tra allevamenti grandi e allevamenti piccoli di bovine da latte, differenze presenti anche negli allevamenti statunitensi e riportati nel Dairy 2014 del NAHMS. In questa grande realtà, il 98.8% degli allevamenti effettua le diagnosi di gravidanza. La tecnica ecografica è più diffusa (47.7%) nei grandi allevamenti (> 500 capi) mentre in quelli più piccoli (30-99 capi) ha una percentuale del 34.4%. Sembra singolare che nei piccoli allevamenti USA la palpazione addominale sia ancora praticata in circa un terzo delle aziende, a testimonianza di quando sia difficoltosa questa ottemperanza.

Un altro dato che deve far riflettere è quello relativo alla frequenza temporale con cui viene ricercata la gravidanza. Non avendo altre informazioni statistiche sui grandi numeri dobbiamo ricorrere ancora ai dati riportati nel Dairy 2014 (NAHMS) che, ricordiamo, fanno riferimento a cosa succede nel 76.7% degli allevamenti e nell’80.3% dei bovini da latte in USA.

Tabella 1.

Dalla tabella 1 si evidenzia chiaramente che con l’aumentare delle dimensioni degli allevamenti aumenta la quantità di quelli che praticano settimanalmente la diagnosi di gravidanza, mentre diminuisce molto sensibilmente il numero di quelli che la eseguono mensilmente.

Ovvio è che per arrivare all’obiettivo di aumentare il più possibile la percentuale di bovine a cui è stata effettuata una diagnosi di gravidanza o di non gravidanza a 28 giorni, la rilevazione settimanale rimane l’obiettivo a cui tendere. Sempre negli USA e in base al Dairy 2014, si evidenzia che la diagnosi di gravidanza viene maggiormente effettuata da medici veterinari liberi professionisti. Nelle piccole aziende questa percentuale è del 91.6 % mentre in quelle più grandi scende al 78.7% perché intervengono operatori laici (5%) e dipendenti non veterinari (9.8%), figure pressoché assenti nei piccoli allevamenti. Nel Dairy 2014 purtroppo non viene verificato quanti sono gli allevamenti, suddivisi per dimensioni, che eseguono le “conferme di gravidanza”, ossia le diagnosi di gravidanza successive a quelle che la accertano.

Secondo quanto riportato dalla Banca Dati Nazionale (BDN) al 30 giugno 2021 erano presenti in Italia 25.525 allevamenti nei quali erano allevati 2.642.918 bovini da latte (capi totali). Le stalle con meno di 99 capi, ossia quelle che mungono meno di 50 bovine, erano 16.933, con 543.621 capi. In pratica, i piccoli allevamenti costituiscono il 66 % delle stalle, dove viene allevato il 20.5% dei bovini da latte. Se osserviamo il dato delle stalle socie di ANAFIBJ, scopriamo che esse hanno una consistenza media al 2021 di 114 capi totali che raggiunge la ragguardevole produzione media di 10.386 kg di latte.

Per sfruttare al meglio il potenziale genetico raggiunto dagli allevamenti italiani anche di piccole dimensioni, che come abbiamo visto dai dati sono molti, come abbiamo detto bisogna ridurre al minimo fisiologico i giorni medi di lattazione, e ciò è possibile se l’intervallo medio tra il parto e il concepimento si avvicina il più possibile ai 100 giorni. Per raggiungere questo obiettivo è di fondamentale importanza che a 28 giorni si controlli se la bovina sia più o meno gravida, senza aspettare successivi calori. Questo è importante perché se una bovina non è gravida entro il mese dalla fecondazione, non è detto che torni spontaneamente in calore.

Nei grandi allevamenti, per la presenza di medici veterinari a tempo pieno o che visitano l’allevamento molto frequentemente, ci si può organizzare con la diagnosi sia di gravidanza che non gravidanza in modo da non superare i 35 giorni, ma questo obiettivo è raggiungibile solo se si praticano settimanalmente le visite. Frequenze di rilevazione più tardive, come quella quindicinale o addirittura mensile, rendono impossibile l’eventuale intervento farmacologico precoce da parte del buiatra ginecologo per ripristinare in tempi brevi una nuova gravidanza.

Nelle piccole stalle, dove per ragioni economiche e organizzative le visite veterinarie hanno frequenza più bassa, può essere un valido supporto alla riduzione dell’intervallo fecondazione-diagnosi di gravidanza introdurre la misurazione dal sangue della glicoproteina associata alla gravidanza (PAG) direttamente in azienda. Come noto questo test è eseguibile su bovine che abbiano partorito da oltre 70 giorni e abbiano una presunta gravidanza di almeno 28 giorni. In allevamenti di piccole dimensioni, ossia con meno di 50 vacche in lattazione, vuoi per la presenza di autocatture in mangiatoia o utilizzando al limite la sala di mungitura, è facile prelevare settimanalmente o con frequenza maggiore un campione di sangue dalla vena della coda ed eseguire il test in stalla.

Nelle stalle più grandi dove non si possono ricercare gravidanze settimanalmente o con maggiore frequenza si può adottare una formula mista, ossia palpazione transrettale e/o diagnosi ecografica e in più il test ematico.

In ogni caso, la possibilità di eseguire in stalla la ricerca della PAG può aiutare a seguire le bovine fino al 60° giorno di gravidanza, ossia fino a quando il rischio di perdite embrionali si riduce. Si possono poi continuare a testare tutti gli animali oppure solo quelli che hanno storie cliniche di morti embrionali precoci, frequenti ritorni in ciclo o leggermente fuori ciclo, e perdite embrionali più tardive.

Il test di gravidanza Alertys OnFarm prodotto da IDEXX è uno strumento semplice di diagnosi di non gravidanza eseguibile in stalla utilizzando la seguente metodica:

  1. Si preleva il sangue con provette con EDTA dalla vena caudale della bovina.
  2. I campioni di sangue intero possono essere conservati per un massimo di 24 ore a temperatura 2-8°C ma non possono essere congelati.
  3. I dispositivi Alertys sono confezionati individualmente e vanno aperti solo quando si devono utilizzare. Possono essere conservati a temperature comprese tra i 2 e i 30°C.
  4. I campioni di sangue e i dispositivi devono avere una temperatura compresa tra i 15° e i 30°C quando si effettua il test.
  5. I dispositivi vanno letti all’incirca dopo 20 minuti. Se compare una striscia rossa o rosa sotto a quella di controllo il test sarà positivo; sarà negativo qualora non compaia nessuna striscia sotto quella del controllo.

Potete ordinare un kit di prova contattando il partner IDEXX in Italia attraverso il link qui sotto.