Previsto un aumento della produzione di latte in Italia del 10-15% nei prossimi cinque anni.
In occasione del Dairy Summit tenutosi a Verona il 10 novembre u.s., è stato presentato il report relativo agli scenari produttivi a medio-lungo termine della filiera lattiero-casearia, realizzato da Ismea con la collaborazione di Alleanza Cooperative Agroalimentare.
Analizzando i dati si evince un trend in continua crescita nell’ultimo quinquennio, ovvero dal momento in cui, nel 2015, sono state eliminate le quote latte.
La maggior parte dell’incremento è stato realizzato nelle regioni del Nord Italia, ed in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte che rappresentano il 79% della produzione nazionale.
A fronte dell’aumento delle consegne di prodotto (+13% nell’ultimo quinquennio), il prezzo alla stalla del latte nazionale è mediamente aumentato del 3% tra il 2015 e il 2020.
Dal punto di vista strutturale è cresciuto il peso delle aziende di grandi dimensioni (100-500 capi) che attualmente rappresentano oltre ¼ del totale e allevano oltre la metà del totale dei capi.
Considerando che attualmente il latte nazionale copre oltre l’80% del fabbisogno interno, in base ai suddetti ritmi di crescita stimati per la produzione di latte bovino nazionale, è ragionevole ipotizzare che nel 2025 l’Italia potrà raggiungere (o quasi) l’autosufficienza in termini di materia prima.
Secondo quanto stimato quindi le importazioni dovrebbero ridursi (stima -8% in volume tra il 2020 e il 2025), considerando la maggiore disponibilità di materia prima nazionale e la contrazione della domanda interna.
Le esportazioni, al contrario, dovrebbero significativamente aumentare (stima +25% in volume tra il 2020 e il 2025), tenendo conto delle prospettive di crescita della domanda mondiale supportate dall’aumento della popolazione globale e dei livelli di reddito e di sviluppo nelle aree «emergenti».
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