Siamo a Tuscania, in provincia di Viterbo, nella maremma laziale, che nasconde nel cuore delle sue campagne collinari uno spettacolare paesaggio rurale dove la famiglia Dedè conduce la “Società agricola IL Cardinale”, una realtà aziendale estesa su 100 ettari di proprietà che nel corso della sua esistenza ha vissuto grandi cambiamenti. Scopriamola insieme in un’intervista a Marco Dedè.
Dal 1945 la famiglia Dedè coltiva in mezzadria il podere su cui sorge l’attuale azienda, inizialmente di 40 ettari coltivati a cereali, in particolare grano, trifoglio e, per un periodo, barbabietole da zucchero. Dagli anni ’60 agli anni ’90, con la fine della mezzadria i Dedè hanno acquistato i terreni attorno e hanno continuato la produzione di grano tipica di quel periodo. “Non siamo nati allevatori”, ci spiega infatti Marco. Negli anni ’90-91 l’azienda ha subito un cambiamento dovuto a fattori economici e morfologici dei terreni e l’estensione aziendale è cresciuta fino a raggiungere i 100 ettari. Con il sostegno dei Marongiu, la famiglia di allevatori sardi di Francesca, moglie di Ernesto Dedè, nasce l’idea di intraprendere il lavoro di allevatori con l’allevamento tradizionale ovino con pecore di razza sarda. La fine degli anni ’90 segna una grande svolta per l’allevamento: viene istallata la prima mungitrice, che ha rappresentato un’innovazione vera e propria dell’epoca, insieme alla realizzazione delle prime strutture per il ricovero degli animali.
Grazie alla passione per l’agricoltura tramandata da generazioni in generazioni e la forte voglia di portare l’azienda a livelli qualitativi più alti, nel 2003 nasce la “Società Agricola IL Cardinale”, di proprietà dei fratelli Ernesto e Ettore Dedè, che hanno deciso di credere nel Biologico e convertire così l’azienda, con il riconoscimento di un ente certificatore specializzato. Con questa scelta sono iniziati gli investimenti in nuove strutture, realizzando due centri aziendali poco distanti tra loro, con annesse stalle e sale di mungitura; è stato poi acquistato uno spandipaglia per agevolare il lavoro degli operatori e per distribuire in maniera uniforme la paglia.
Conosciamo ora nel dettaglio chi lavora in questa grande azienda a conduzione familiare: i fratelli Ernesto e Ettore, e due dipendenti che si occupano dell’allevamento e della lavorazione dei campi. La moglie di Ernesto, Francesca è l’amministratore delegato, e si occupa della burocrazia aziendale. Ci sono poi i giovani di famiglia che collaborano attivamente in azienda, non solo sul lavoro quotidiano ma anche e soprattutto in un’ottica decisionale rivolta al futuro.
La parola d’ordine della “Società Agricola Il Cardinale” è qualità che, insieme al biologico, ha permesso all’azienda di entrare sul mercato del latte con una marcia in più. “Qui è tutto biologico, dalle colture al latte”, ci spiega Marco.
La produzione di materie prime biologiche è aziendale, ovvero a ciclo chiuso, e include: cereali e leguminose varie, foraggi di erbai misti ed erba medica, e fieno-silo di loietto. Nei mesi più freddi dell’anno alla razione alimentare delle pecore viene aggiunto l’insilato di loietto prodotto in balle fasciate che permette di completare l’apporto alimentare.
L’allevamento biologico
Le pecore allevate sono 1000 di razza Sarda; l’allevamento è di tipo semi-brado ed è diviso in due parti: una destinata ai capi giovani dove sono presenti gli agnelli e le loro madri, l’altra parte è destinata alle pecore adulte. Sono presenti due sale di mungitura composte entrambe da 24 poste. “Le mungitrici istallate apportano il minimo stress alla pecora – ci racconta Marco – e periodicamente sottoponiamo gli impianti di mungitura alle revisioni necessarie per mantenere il basso numero di pulsazioni; inoltre, utilizziamo degli specifici filtri per il latte tutto l’anno”.
Nel centro aziendale destinato alle pecore adulte in lattazione è presente una grande struttura in muratura composta da una stalla, la sala mungitura con annessa sala d’attesa ed il magazzino per le granella. “Una soluzione fortemente voluta per questa stalla è stata quella di posizionare la stanza di stoccaggio del latte accanto alla sala di mungitura, così il tragitto del latte passa direttamente dalla mammella al tank refrigerato”. Come si può dedurre, in questo allevamento non viene utilizzato il palco mobile per la mungitura. “Dal 2015 aderiamo alle misure de PSR relative all’igiene ed il benessere degli animali; infatti, utilizziamo mungitrici con un basso numero di pulsazioni per evitare lo stress della mammella della pecora ed inoltre abbiamo istallato le lampade riscaldanti per gli agnelli appena nati”.
Vista la necessità di risolvere i problemi dovuti alla stagione invernale, negli ultimi anni sono state istallate due tensostrutture (stalle a “tunnel”) come riparo e ricovero notturno per le pecore: una è destinata alla fase di allevo ed alle pecore primipare e l’altra è riservata alle pecore adulte in lattazione. Queste strutture hanno permesso di proteggere i gli animali dal freddo, dai predatori e dai forti venti della zona. Inoltre, in queste stalle i vapori che si creano all’interno di una stalla vengono mandati fuori tramite copulini e aperture laterali motorizzate, in modo da migliorarne la qualità dell’aria.
Grande attenzione è rivolta anche alla riproduzione del gregge; infatti, viene effettuato un preciso monitoraggio del bestiame mediante controlli ecografici. Le prime nascite coincidono con la metà di settembre. Nello specifico, “facciamo 3 ecografie all’anno per i diversi gruppi di pecore dal momento in cui si inseriscono gli arieti, questo ci serve a gestire in maniera più efficiente i diversi gruppi divisi per età di parto”.
La giornata tipo in allevamento prevede due mungiture al giorno ed il pascolo frazionato. Si inizia la mattina presto con la prima mungitura, durante la quale alle pecore viene somministrata una piccola parte della razione, mentre a fine mungitura il branco passa nella zona di alimentazione per accedere alla prima parte della razione. Successivamente, circa a metà mattinata, le pecore vengono mandate a pascolo per alcune ore. Al rientro, viene somministrata loro la seconda parte di razione, prima di tornare in sala mungitura.
La produzione media annuale di latte biologico è di circa 250 000 L e può variare in funzione dalla stagione. Il periodo dove si raggiunge la massima produzione è marzo/aprile. Il latte è destinato ai produttori formaggi biologici; inoltre, grazie alle sue caratteristiche, rientra negli standard per la produzione di formaggi a latte crudo.
Perché il nome “IL Cardinale”?
“Non abbiamo origine nobile. – ci spiega Marco – I poderi di questa zona, realizzati prima della nascita dell’Ente maremma, venivano denominati con il nome di un Cardinale. Per questo abbiamo deciso di dare alla nostra azienda il nome del Cardinale che era stato appropriato all’epoca al podere su cui sorge il centro dell’azienda. Abbiamo infatti restaurato la targa con il nome “Podere Cardinale Quaglia”. Nessuna origine nobile, dunque, ma una grande nobiltà d’animo nei confronti della loro terra e dei loro animali.
In futuro…
L’obiettivo futuro della Società Agricola IL Cardinale è quello di continuare la via del biologico come filosofia sana e vincente, investendo sugli strumenti necessari per ottenere un’ottima produzione di latte sempre con uno sguardo attento al benessere animale. Il grande sogno della famiglia Dedè è però chiudere il ciclo del latte con la trasformazione.
Contatti:
Profilo Instagram: @az.agr.ilcardinaless
E-mail: az.agr.ilcardinaless@gmail.com
Luogo: Località Carcarella – Tuscania (VT)
Per le immagini presenti nell’articolo ringraziamo la fotografa Lucrezia Testa Iannilli.
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