L’EFSA ha pubblicato un nuovo parere in cui sono stati valutati i batteri resistenti agli antimicrobici responsabili di malattie trasmissibili che costituiscono una minaccia per la salute dei bovini. E. coli e S. aureus sono stati identificati come i batteri resistenti agli antimicrobici più rilevanti nei bovini nell’UE. L’impatto sulla salute degli animali di questi batteri e la loro idoneità a essere elencati e classificati nel quadro della normativa sulla sanità animale, saranno valutati in pareri scientifici separati.

L’EFSA ha ricevuto un mandato dalla Commissione europea per indagare sulla situazione globale dei patogeni antibiotico-resistenti che causano malattie animali trasmissibili, per identificare i batteri più rilevanti nell’UE, analizzarne l’impatto esistente o potenziale sulla salute degli animali, e per effettuare una valutazione di quei batteri da elencare e classificare secondo i criteri di cui all’articolo 5, appendice D ai sensi degli articoli 8 e 9 del regolamento (UE) 2016/429 sulle malattie animali trasmissibili (“Legge sulla sanità animale”).

Nel parere scientifico pubblicato in questi giorni, “Assessment of animal diseases caused by bacteria resistant to antimicrobials: cattle“, EFSA presenta lo stato di avanzamento globale dei patogeni antibiotico-resistenti che causano malattie animali trasmissibili e i risultati della valutazione dei batteri più rilevanti nell’UE per i bovini. La valutazione è basata sulle informazioni raccolte da un’ampia revisione della letteratura e sul contributo di esperti.

L’impatto sulla salute dei bovini dei batteri più rilevanti e la loro idoneità a essere elencati e classificati nel quadro della normativa sulla sanità animale, saranno valutati in pareri scientifici separati in una fase successiva del progetto.

I principali risultati della valutazione

L’EFSA ha riassunto lo stato di avanzamento globale della resistenza antimicrobica nei bovini per i seguenti batteri: S. aureus, E. coli, P. multocida, M. haemolytica, S. uberis, S. dysgalactiae, H. somni, T. pyogenes, Mycoplasma bovis, K. pneumoniae, Moraxella bovis e F. necrophorum.

Tra questi batteri, sulla base delle prove disponibili e dell’opinione degli esperti, l’EFSA ha identificato E. coli e S. aureus come i più rilevanti patogeni bovini resistenti agli antimicrobici nell’UE, con una certezza ≥ 66%. Mycoplasma bovis non è stato selezionato in questo gruppo, nonostante sia causa frequenti somministrazioni di farmaci di gruppo e ha opzioni terapeutiche limitate a causa della sua resistenza intrinseca ai beta-lattamici e della resistenza acquisita agli antimicrobici alternativi. Tuttavia, la valutazione della resistenza antimicrobica in questo patogeno è ostacolata dalla mancanza di criteri interpretativi approvati e procedure standard per i test di suscettibilità antimicrobica per Mycoplasma, portando grande incertezza nella sua valutazione. Sono stati riscontrati livelli moderati di resistenza in M. haemolytica, e in misura minore in P. multocida, ad antimicrobici specifici e questi sono frequenti agenti patogeni associati alla BRD, che determinano una quantità significativa di uso di antimicrobici nell’allevamento bovino. Tuttavia, i risultati suggeriscono in modo coerente che i ceppi clinici sono spesso suscettibili ad altre opzioni terapeutiche che portano alla loro esclusione dai più rilevanti patogeni resistenti agli antimicrobici. Streptococcus uberis è stato tipicamente descritto come sensibile alle penicilline, pertanto, è stato anch’esso escluso, sebbene siano state trovate anche prove che suggeriscono la circolazione di livelli intermedi di resistenza.

Per quanto riguarda i rapporti dei sistemi di monitoraggio nazionali dei paesi europei inclusi nella valutazione, le piccole dimensioni del campione rendono difficile trarre conclusioni chiare in termini di livelli di resistenza antimicrobica nelle popolazioni bovine, sebbene siano state riscontrate tendenze stabili per la resistenza antimicrobica nella maggior parte delle combinazioni patogeno-farmaco e livelli di resistenza in generale bassi per la maggior parte delle combinazioni patogeno-antimicrobico. Tuttavia, nella valutazione di tali osservazioni bisogna tenere conto delle limitazioni che sono riportate di seguito.

Sono state però identificate alcune importanti lacune nei dati, derivate principalmente dalla mancanza di informazioni da molti paesi del mondo (e in misura minore da alcune regioni in Europa), dalle informazioni insufficienti sulle origini degli isolati batterici testati (che potrebbe causare errori di selezione sconosciuti) e la varietà di antimicrobici, metodologie e breakpoint utilizzati per generare i dati considerati in questa valutazione.

L’impatto delle incertezze derivanti da queste lacune di dati sulla valutazione scientifica è stato incorporato nei risultati attraverso il parere di esperti.

I limiti

La valutazione scientifica dei patogeni batterici resistenti agli antibiotici dei bovini inclusi in questo parere e della loro rilevanza per l’UE è stata ostacolata da diverse importanti fonti di incertezza derivate dai dati disponibili e dalla metodologia seguita in tale valutazione:

  • Sono stati considerati ammissibili solo gli studi pubblicati negli ultimi 10 anni e in inglese (ad eccezione del rapporto GERM-VET, originariamente in tedesco), aggiungendo quindi un possibile bias di selezione.
  • Le informazioni sul razionale e sul disegno dello studio erano limitate e molto eterogenee, rendendo molto difficile la valutazione dettagliata della rappresentatività degli isolati inclusi in ogni studio. Ad esempio, circa il 25% dei riferimenti (33/135) includeva isolati raccolti attraverso i test regolari di laboratori diagnostici veterinari per i quali sono disponibili informazioni tipicamente molto limitate sulla rappresentatività. Inoltre, hanno spesso avuto origine da animali sottoposti a precedenti trattamenti antimicrobici, che possono portare a livelli più elevati di resistenza negli isolati testati, e molte delle specie batteriche qui incluse si possono trovare anche in animali sani (es. E. coli, P. multocida). Pertanto, anche se provenivano da animali malati, potrebbero non essere gli agenti causali in una percentuale di casi che non può essere quantificata. Infine, sono stati esclusi gli studi in cui non era chiaro se gli isolati provenissero da animali malati (cioè se fossero isolati “clinici”), ma in alcuni casi questi potrebbero provenire da infezioni subcliniche (ma non definite come tali) (ad es. se isolati in latte fossero dovuti a mastite subclinica). Allo stesso modo, il tipo di campione è stato spesso definito in modo approssimativo (ad es. campioni da malattie respiratorie) e quindi in genere non è stato possibile differenziare gli isolati da posizioni diverse (ad es. tratto respiratorio inferiore rispetto a quello superiore).
  • Anche se sono stati inclusi solo gli studi che superano una soglia minima di qualità (ad es. uso di standard internazionali o nazionali), anche la metodologia utilizzata è stata diversa. Pertanto, le statistiche descrittive fornite nel parere (proporzione media di isolati resistenti per batterio, paese e antimicrobico) dovrebbero essere considerate con attenzione in quanto potrebbero non essere rappresentative della vera situazione, in particolare nei casi in cui la dimensione del campione era piccola.
  • I dati sulla resistenza antimicrobica relativi a uno o più batteri patogeni di interesse sono stati recuperati da sei rapporti nazionali di monitoraggio della resistenza antimicrobica. Tuttavia, il confronto dei dati riportati nei diversi paesi è difficile a causa delle differenze in: (a) le specie batteriche considerate, (b) la copertura geografica e temporale di ciascuna segnalazione, (c) la scelta degli antimicrobici inclusi nel pannello per l’AST, (d) i metodi per la determinazione della suscettibilità antimicrobica e (e) le dimensioni limitate del campione e le potenziali distorsioni associate al processo mediante il quale sono stati costruiti i pannelli di isolati.

Le raccomandazioni dell’EFSA

I dati sull’AMR nei patogeni batterici sono necessari per migliorare la salute degli animali, promuovere l’uso razionale degli antimicrobici e identificare sfide terapeutiche specifiche attribuibili all’AMR.

Sono quindi necessari dati affidabili provenienti da bovini di diverse regioni del mondo ottenuti attraverso l’utilizzo di metodologie standardizzate che permettano di effettuare confronti tra diverse aree e nel tempo. Questa esigenza è particolarmente critica per alcuni agenti patogeni che pongono sfide terapeutiche in cui mancano metodi AST di laboratorio approvati e/o criteri interpretativi come per Mycoplasma bovis. Inoltre, i dati AST dovrebbero essere accompagnati da metadati sufficienti per consentire interpretazioni significative (come precedenti trattamenti antimicrobici e dettagli sulla presentazione clinica).

I sistemi nazionali di monitoraggio della resistenza antimicrobica nei bovini malati sono disponibili solo in alcuni paesi e vi sono limitazioni che ostacolano la comparabilità dei dati riportati dai diversi paesi (Mader et al., 2021). Supponendo che il campionamento e le distorsioni metodologiche siano relativamente costanti nel tempo per un dato programma di monitoraggio, i dati longitudinali dei programmi di monitoraggio nazionali possono essere utili per rilevare la potenziale comparsa di nuovi fenotipi resistenti agli antimicrobici di importanza clinica o cambiamenti nelle proporzioni di resistenza nei patogeni dei bovini, aiutando a guidare la gestione degli antimicrobici. Ciò può essere particolarmente rilevante per alcuni casi in cui mancano prove e/o metodi standardizzati e che sono associati a un uso elevato di antimicrobici in allevamento (ad es. M. bovis, M. haemolytica, P. multocida) e nei casi in cui è stata segnalata una diminuita suscettibilità (ad esempio per garantire che gli isolati di S. uberis rimangano sensibili alle penicilline).

In futuro, la standardizzazione e l’armonizzazione della metodologia utilizzata dai programmi di monitoraggio nazionali, compresi i criteri di selezione per la raccolta di isolati batterici e le performance degli AST, o lo sviluppo di sistemi di monitoraggio sovranazionali, consentirebbero confronti più significativi tra i paesi (Mader et al., 2021). Inoltre, l’accesso ai dati AST grezzi generati da tali programmi potrebbe consentire l’analisi dei dati provenienti da diversi paesi utilizzando gli stessi metodi di laboratorio e criteri interpretativi (CBP o ECOFF) e di facilitare l’identificazione delle differenze geografiche nella distribuzione di specifici fenotipi di resistenza agli antimicrobici di rilevanza clinica.

Il documento integrale pubblicato da EFSA è disponibile qui: