Sono stati valutati gli effetti di un programma di addestramento che utilizza una replica dell’AMS per abituare le manze al sistema di mungitura automatica, dai quali è risultato che gli animali arrivano preparati bene alla successiva mungitura nell’AMS vero e proprio

Dal loro lancio sul mercato nel 1992, i sistemi di mungitura automatica (AMS) hanno costantemente guadagnato popolarità, poiché possono fornire alcuni importanti vantaggi se correttamente gestiti. Il sistema, che si basa su visite al robot per la mungitura indipendenti e volontarie da parte delle vacche, può non solo incrementare la produzione di latte giornaliera aumentando la frequenza di mungitura (Vijayakumar et al., 2017) ma può anche migliorare il benessere della vacca, dandole la possibilità di decidere da sola quando essere munta. Inoltre, alcuni produttori percepiscono il lavoro con l’AMS come meno stressante e faticoso, con una maggiore flessibilità temporale (Tse et al., 2018).

Tuttavia, questi benefici dipendono in larga misura dall’accettazione dell’AMS da parte della mandria e dal fatto che le bovine visitino l’AMS per essere munte regolarmente e indipendentemente. Di conseguenza, è importante rendere la mungitura il più piacevole possibile per le vacche, per garantire che gli animali siano disposti a continuare le loro visite volontarie al robot di mungiture. È pratica comune offrire agli animali dei mangimi concentrati nell’AMS per rendere le visite più piacevoli.

Ciononostante, le manze, completamente inesperte in termini di AMS e all’inizio della loro prima lattazione, spesso non ingeriscono il concentrato, con conseguente mancanza di condizionamento positivo (Jago e Kerrisk, 2011).

Infatti, durante le loro prime visite al robot di mungitura, le manze mostrano spesso gravi reazioni allo stress, come calci e calpestio, nonché vocalizzazioni ed evacuazioni (Jacobs e Siegford, 2012). Tutto ciò è aggravato dal fatto che si trovano in un ambiente sconosciuto che, a sua volta, può essere un grave fattore di stress (Grandin, 1997; Rushen et al., 2001). All’inizio della loro prima lattazione, gli animali devono adattarsi ad alcuni cambiamenti che caratterizzano il loro ambiente, come lo sconosciuto sistema di mungitura. Dunque, l’iniziale periodo presso l’AMS può essere molto stressante ed impegnativo sia per gli animali che per il personale, perché spesso gli animali devono essere presi e portati alla mungitura più volte al giorno (Tse et al., 2018).

Pertanto, un adeguato periodo di acclimatazione è fondamentale per consentire agli animali di adattarsi alle nuove circostanze (Weiss et al., 2005). Anche se addestrare le manze prima del parto è una pratica comune nei sistemi di mungitura convenzionali (Donohue et al., 2010), e nonostante il fatto che da alcuni anni l’AMS sia diventato parte integrante dell’allevamento da latte, sono stati condotti pochi studi sui possibili metodi di addestramento per l’AMS. La maggior parte dei metodi di addestramento di questi studi, così come i protocolli raccomandati dai produttori di AMS, prevedono di portare gli animali nell’AMS ripetutamente per diversi giorni durante il tutto periodo di addestramento (Donohue et al., 2010; Jago e Kerrisk, 2011) che, a sua volta, può diventare relativamente impegnativo.

Alcuni produttori potrebbero essere scoraggiati dal far abituare i loro animali all’AMS prima della prima mungitura, a causa del tempo eccessivo e dello sforzo ulteriore richiesti per l’addestramento (Tse et al., 2018).

In alcuni casi, inoltre, l’abitudine all’AMS non è nemmeno possibile: ad esempio, se l’AMS è operativo a pieno regime in quanto ci sono animali già in lattazione (Donohue et al., 2010).

Studi condotti sull’abitudine all’AMS hanno dimostrato che abituare l’animale a questo macchinario può avere effetti positivi sul benessere e sulla produttività degli animali stessi. Secondo uno studio di Widegren (2014), abituare prima del parto gli animali all’AMS ha un effetto positivo sulla frequenza della mungitura e sulla produzione di latte. Donohue et al. (2010) hanno anche dimostrato che l’addestramento delle manze ha portato ad una frequenza di mungitura paragonabile a quella delle loro compagne di mandria più esperte. Weiss et al. (2005) hanno, inoltre, osservato che la percentuale di animali recuperati, la frequenza cardiaca e la produzione giornaliera di latte erano influenzate dalla precedente esperienza maturata nei confronti dell’AMS.

Lo scopo dello studio condotto da Kuhlberg et al., era, quindi, quello di indagare se l’addestramento delle manze, attraverso una riproduzione dell’AMS, fosse utile per la successiva lattazione e la mungitura presso l’AMS vero e proprio. Valutare, quindi, la possibilità che le manze potessero o meno essere abituate all’AMS prima del parto, addestrandole grazie ad una replica dell’AMS vero alla quale avevano libero accesso, per poterla esplorare volontariamente senza assistenza da parte dell’uomo, e se questo addestramento può influire sull’accettazione dell’AMS, sulla risposta allo stress e sulle performance di inizio lattazione.

A tale scopo, 77 manze di Frisona Olandese sono state assegnate in modo casuale ad uno dei 2 gruppi sperimentali: controllo (CON) o replica dell’AMS (PHAN, phantom).

Quattro settimane prima del parto, al gruppo PHAN è stato dato libero accesso alla copia, che era simile al vero robot di mungitura, in modo tale che potessero esplorarlo ed essere condizionate positivamente assumendo del concentrato all’interno della copia stessa. Le manze del gruppo CON non hanno avuto contatti con la copia o con l’AMS vero prima della prima mungitura automatica. È stata registrata la frequenza di mungitura per animale al giorno ed è stata determinata la percentuale di animali che dovevano essere prelevati per la mungitura, per valutare come tali animali accettassero l’AMS dopo il parto. Per valutare il livello di stress degli animali prima e dopo l’introduzione nell’AMS, sono state misurate le concentrazioni di cortisolo fecale e i tempi di ruminazione. Inoltre, sono state registrate le caratteristiche delle performance di lattazione (produzione di latte, flusso di latte, conducibilità elettrica del latte e composizione del latte) per i 77 animali. Gli animali addestrati sulla copia del robot di mungitura hanno mostrato una frequenza di mungitura maggiore (DIM 7: 2.70 ± 0.14 visite/giorno) rispetto agli animali del gruppo di controllo (DIM 7: 2.41 ± 0.14 visite/giorno) tra il 4° e il 10° giorno di lattazione. Inoltre, tra il giorno 1 e il giorno 5, la percentuale di animali che dovevano essere recuperati per la mungitura era inferiore in PHAN (DIM 1: 35.18 ± 4.16%) rispetto a CON (DIM 1: 48.03 ± 4.46%). Le manze del gruppo PHAN avevano livelli di cortisolo fecale inaspettatamente elevati (1 settimana pre-parto: 43.50 ± 0.93 ng/g di feci), anche se non così notevolmente elevati se paragonati a quelli del gruppo CON (1 settimana pre-parto: 40.76 ± 1.05 ng/g di feci). L’addestramento sulla replica non ha avuto un’influenza apprezzabile sul tempo di ruminazione e sui parametri della performance di lattazione. L’aumento del numero di visite al sistema di mungitura e la ridotta percentuale di animali che dovevano essere portati nell’AMS per la mungitura, indicano che l’addestramento sulla replica prepara bene gli animali per la successiva mungitura nell’AMS vero e proprio.

Pertanto, l’addestramento delle manze sulla replica offre agli animali la possibilità di facilitare l’inizio della lattazione, fornendo un prezioso contributo al miglioramento del benessere animale.

 

 

The effects of a training program using a phantom to accustom heifers to the automatic milking system

K. von Kuhlberg,1 M. Wensch-Dorendorf,2 J. Gottschalk,1 T. Wagner,3 N. Herrmann,4 and A. Einspanier1*

1Institute of Physiological Chemistry, Veterinary Faculty, Leipzig University, 04103 Leipzig, Germany

2Biometrics and Informatics in Agriculture Group, Institute for Agricultural and Nutritional Sciences, Martin Luther University Halle-Wittenberg, 06099 Halle/Saale, Germany

3Agricultural Society Ruppendorf AG, 01774 Klingenberg, Germany

4MAP Meißener Agricultural Products AG, 01561 Priestewitz, Germany

*Corresponding author: einspanier@ vetmed.uni -leipzig.de

Dairy Sci. 104:928–936: https://doi.org/10.3168/jds.2020-18715