La mastite è una patologia che colpisce le vacche da latte e il settore lattiero-caseario, in quanto, non solo causa gravi danni alla salute degli animali ma anche ingenti perdite dal punto di vista economico. Tra queste troviamo gli effetti sulla qualità e la quantità del latte, l’impiego di antibiotici o il lavoro extra, ma fanno riferimento anche al fatto che la malattia compromette in modo significativo il benessere degli animali e la salute pubblica.
L’eziologia dell’infiammazione della mammella è principalmente associata alla presenza di batteri, cioè stafilococchi e streptococchi, sebbene anche virus, funghi e alghe possano causare mastite. Inoltre, anche fattori non infettivi come il genotipo, le condizioni ambientali, la composizione della dieta e l’aggiunta di integratori alimentari possono avere un impatto sull’insorgenza della mastite e sulla sua gravità. È ben dimostrato che anche in presenza di batteri il sistema immunitario può far fronte all’invasione microbica e prevenire lo sviluppo dell’infiammazione.
Qualsiasi carenza nutrizionale si tradurrà in una risposta immunitaria indebolita e quindi sarà un fattore predisponente per l’infiammazione della mammella. A tal proposito, è stato dimostrato che tra i fattori che influiscono sull’incidenza delle mastiti, ritroviamo le carenze di minerali, in quanto condizionano fortemente il sistema immunitario e quindi influenzano lo stato di salute della mammella. Fondamentalmente, sono coinvolti nella formazione delle componenti strutturali del corpo e nel corretto funzionamento di enzimi, ormoni, vitamine e cellule. Dalla metà/fine del XIX secolo, era già noto il bisogno degli animali di assumere determinati minerali per vivere ed essere produttivi, ma il loro ruolo specifico e il loro fabbisogno giornaliero non erano noti. I minerali possono essere suddivisi in due gruppi in base alla loro concentrazione all’interno dell’organismo: i macroelementi, che sono presenti nel corpo dell’animale in concentrazioni relativamente elevate, e i microelementi (o oligoelementi) presenti in quantità relativamente piccole.
I macroelementi includono calcio (Ca), fosforo (P), sodio (Na), cloro (Cl), zolfo (S) e magnesio (Mg), mentre i microelementi includono ferro (Fe), rame (Cu), manganese (Mn), zinco (Zn), cobalto (Co), cromo (Cr), iodio (I), molibdeno (Mb) e selenio (Se).
I microelementi si trovano in quantità relativamente piccole negli organismi viventi. Inoltre, anche alluminio (Al), arsenico (As), nichel (Ni), silicio (Si), stagno (Sn) e vanadio (V) sono considerati degli oligoelementi, ma sono presenti in concentrazioni estremamente basse e i loro ruoli specifici sono non ancora del tutto compresi.
Dalle ricerche condotte in merito, si evince che le performance produttive, la salute e la riproduzione delle vacche studiate sono state mantenute al livello ottimale, poiché sia le carenze che l’eccesso di dieta i minerali possono avere un effetto dannoso sugli animali, sull’ambiente e sulla redditività degli allevamenti da latte. In buiatria, le carenze di minerali vengono principalmente associate a caratteristici disturbi metabolici come l’ipocalcemia nel periparto (febbre da latte), l’ipofosfatemia e l’ipomagnesemia (tetania da erba).
Va inoltre ricordato che qualsiasi carenza di minerali porta ad immunosoppressione, che è un fattore predisponente ben riconosciuto per l’insorgenza di malattie infettive inclusa la mastite. Ovviamente, il fattore chiave che determina la concentrazione di uno specifico minerale nel corpo è la sua somministrazione tramite la dieta. Nella produzione lattiero-casearia, l’integrazione di minerali è una pratica ben collaudata capace di incrementare le performance riproduttive, ma è stato studiato anche il suo effetto sullo stato di salute delle bovine, inclusa la mastite. Tuttavia, secondo la nostra conoscenza, non esistono all’atto pratico dei documenti che esaminino in dettaglio la correlazione esistente tra minerali e mastite bovina. La parte successiva del testo presenterà i minerali selezionati e il contributo delle loro carenze alla disfunzione del sistema immunitario e di conseguenza all’insorgenza di infiammazione della mammella.
Pertanto, una ricerca pubblicata su Animals ha avuto come scopo quello di descrivere la correlazione esistente tra minerali della dieta selezionati e la mastite nelle vacche da latte.
Nello specifico, le carenze di minerali possono provocare immunosoppressione, un fattore predisponente all’insorgenza di infiammazione della mammella. È stato rivisto il ruolo dei minerali selezionati presenti nella dieta (tra cui calcio, fosforo, magnesio, selenio, rame e zinco). In linea generale i minerali vanno a costituire parti strutturali del corpo, funzionano come cofattori di vari enzimi e sono coinvolti nella segnalazione nervosa, nella contrazione muscolare e nella corretta cheratosi. Le loro carenze portano ad una diminuzione dell’attività delle cellule immunitarie o al malfunzionamento dei meccanismi di difesa innati del capezzolo, che a loro volta possono favorire lo sviluppo di mastiti. Particolare attenzione è stata riservata anche ai minerali applicati come nanoparticelle, che in futuro potrebbero rivelarsi uno strumento efficace per combattere alcune patologie degli animali, inclusa la mastite.
In conclusione, i minerali sono un importante gruppo di nutrienti, che dovrebbe essere tenuto in considerazione negli allevamenti da latte quando si mira a raggiungere un elevato stato di salute della mammella.
Il presente articolo è una sinossi della ricerca Libera, K., Konieczny, K., Witkowska, K., Żurek, K., Szumacher-Strabel, M., Cieslak, A., & Smulski, S. (2021). The Association between Selected Dietary Minerals and Mastitis in Dairy Cows—A Review. Animals, 11(8), 2330.
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