In attesa della decisione definitiva sulla scelta del sistema di etichettatura nutrizionale da adottare a livello UE, il Nutri-Score, considerato fino ad ora il più probabile vincitore, sembrerebbe essere uscito dai giochi.

Dopo diversi anni di lavoro, la battaglia per un’etichetta nutrizionale armonizzata a livello europeo sta entrando nella sua fase finale.

Secondo Stella Kyriakides, Commissaria europea per la Salute e la Sicurezza Alimentare, i prodotti alimentari venduti in tutta l’eurozona saranno presto contrassegnati con un’etichetta fronte-pacco standardizzata paneuropea.

Fino ad ora, il Nutri-Score sostenuto dalla Francia è stato considerato uno dei candidati più probabili. Tuttavia, a seguito del recente vertice sul futuro dell’alimentazione, è diventato chiaro che è improbabile che la Commissione raccomandi questo sistema come etichetta di riferimento. Durante il vertice, il vicedirettore per la sostenibilità alimentare presso la DG SANTE della Commissione, Claire Bury, ha infatti lasciato poco spazio ai dubbi, dicendo che “non sarà il Nutri-Score” e che la Commissione sta “esaminando una serie di diversi schemi valutativi” e soppesando “i vantaggi di ciascuno”. A riportarlo è il sito EU-Policies, think-tank europeo digitale.

Con questa affermazione, la vittoria considerata scontata del Nutri-Score è rimessa in discussione ed è stata aperta la porta alla concorrenza, rendendo tutt’altro che chiaro il formato esatto di un’eventuale etichetta FOP a livello di eurozona. Ma questo sviluppo inaspettato secondo EU-Policies conferma che il Nutri-Score è carente ed è ben lontano da una soluzione ben articolata per scelte alimentari più sane, al contrario di quello che i suoi sostenitori hanno fatto credere.

Origini del Nutri-Score

Per anni, Nutri-Score è stato il beniamino della sfida per la scelta di un sistema di etichettatura nutrizionale europeo degli alimenti. Originariamente sviluppato in Francia e ora gestito dal gigante belga della vendita al dettaglio Colruyt Group, il sistema è già stato adottato da diversi paesi europei, tra cui Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi, che da tempo spingono per una sua adozione a livello UE. Come ricordato da EU-Policies, l’anno scorso, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’OMS ha espresso il suo sostegno a questo sistema, chiedendone l’introduzione obbigatoria in tutta l’UE.

Come tutti i sistemi di etichettatura fronte-pacco, il Nutri-Score mira a fornire ai consumatori informazioni nutrizionali rapide per supportare scelte dietetiche sane, valutando in questo caso il contenuto di zucchero, grassi e sale dei prodotti per porzioni da 100 g/ml su una scala progressiva a cinque punti.

Non mancano però le critiche a questo sistema, che presenta diverse lacune.

EU-Policies ricorda infatti che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), ad esempio, ha recentemente scoperto che Nutri-Score ha un indebito “pregiudizio nel giudizio” che impedisce ai consumatori di fare scelte alimentari ben informate. Secondo l’AGCM, la classificazione arbitraria del contenuto alimentare di Nutri-Score non aiuta i consumatori a fare una valutazione adeguata a garantire l’assunzione giornaliera appropriata di nutrienti in base alle “esigenze e al profilo nutrizionale dell’individuo”. Inoltre, l’autorità ha sottolineato l’uso infondato da parte del Nutri-Score di una porzione da 100 g/ml piuttosto che di porzioni appropriate su misura per alimenti specifici.

Altri esperti hanno anche criticato i difetti più ampi dell’algoritmo, tra cui la “zona ceca” del Nutri-Score nei confronti degli alimenti trasformati. Ciò è dovuto all’incapacità di questo sistema di tenere conto nei suoi calcoli dei dolcificanti come lo sciroppo di glucosio-fruttosio o altri additivi comunemente usati negli alimenti trasformati. È questa omissione che permette al cioccolato in polvere di essere premiato con la stessa valutazione nutrizionale di una vaschetta di hummus.

Questo stesso aspetto riduttivo dell’algoritmo di Nutri-Score fa sì che le eccellenze mediterranee come il Parmigiano, il prosciutto di parma, l’olio d’oliva e il vino ricevano punteggi ingiustamente negativi. Nonostante siano realizzati senza gli additivi presenti nei prodotti alimentari confezionati in serie, questi prodotti sono in genere contrassegnati con etichette da “C” a “E” a causa del loro contenuto di sale e zucchero, indipendentemente dall’assunzione raccomandata per i singoli prodotti, scoraggiando inutilmente i consumatori al loro acquisto e mettendo i produttori locali in un grave svantaggio competitivo.

Mettersi al passo con la scienza

La valutazione distorta del Nutri-Score nei confronti dei prodotti mediterranei, riporta EU-Policies, non è al passo con la ricerca scientifica, che supporta ampiamente i benefici per la salute della dieta mediterranea. Come ha indicato Pietro Paganini, presidente del think tank europeo sulla sostenibilità Competere, “nel corso degli anni la scienza ha evidenziato l’importanza del vino all’interno di una dieta equilibrata”, che è “inserita nel regime nutrizionale considerato – scientificamente – tra i più sani al mondo, la Dieta Mediterranea“. In poche parole, secondo Paganini, l’incapacità dell’algoritmo di Nutri-Score di catturare i più ampi benefici nutrizionali della dieta mediterranea lo rende un sistema inadatto per l’Europa.

Il suo algoritmo, sottolinea il think tank, ha persino dovuto essere aggiornato per allinarlo alle giuste linee guida dietetiche. Il mese scorso, il comitato scientifico del Nutri-Score ha proposto una migliore classificazione degli oli vegetali come queli di oliva, noci e colza. Nonostante essi abbiano un minor contenuti di grassi saturi rispetto alle loro controparti, questi oli attualmente mantengono lo stesso basso punteggio Nutri-Score. Il comitato del Nutri-Score ha anche concordato di riconsiderare la valutazione dell’algoritmo di alcuni pesci grassi, nonché la necessità di una maggiore differenziazione tra alimenti ricchi di fibre integrali e alimenti raffinati, con una revisione simile per la valutazione delle bevande prevista entro la fine dell’anno. Anche così, secondo EU-Policies, l’ampliamento dell’algoritmo del Nutri-Score potrebbe rivelarsi non sufficiente, troppo in ritardo con la decisione della Commissione che si avvicina rapidamente.

Sulla scia degli ultimi commenti della Commissione europea, è chiaro che il dibattito sull’etichettatura nutrizionale europea sta compiendo una sorta di reset. Anche se alcuni aspetti del Nutri-Score potranno essere mantenuti in una futura etichetta standardizzata, non c’è dubbio che il risultato finale dovrà essere un’alternativa molto più credibile e utile per i consumatori.

Il dibattito al Parlamento europeo

La necessità di lasciarsi alle spalle il Nutri-Score è emersa anche nel corso del dibattito sull’etichettatura nutrizionale fronte pacco ospitato al Parlamento europeo il 12 ottobre, organizzato dall’eurodeputato spagnolo Jordi Canas (Ciudadanos, Spagna) e dal think tank Competere.eu.. Più di 200 persone si sono unite a un gruppo di alto livello di scienziati e analisti per discutere la riforma dell’etichetta nutrizionale.