L’utilizzo dei lupini mediterranei nell’alimentazione degli agnelli: effetti sulla composizione della carcassa, sulla qualità della carne e sul profilo degli acidi grassi intramuscolari.

Nell’ultimo decennio, l’Unione europea (UE) si è concentrata sulla risoluzione della sua dipendenza dalla soia importata per l’alimentazione animale. Sono state valutate diverse alternative proteiche, come le fave (Vicia faba), i piselli (Pisum sativum) e i lupini (Lupinus spp.). Queste specie sono ben adattate al clima mediterraneo e alle caratteristiche del suolo. Sebbene queste tipologie di legumi offrano un contenuto proteico inferiore alla farina di soia, la fonte proteica più comunemente utilizzata, rappresentano una soluzione locale e un possibile valido sostituto nell’alimentazione del bestiame. L’inclusione dei lupini come fonte proteica alternativa nell’alimentazione dei ruminanti ha mostrato infatti risultati positivi nella produzione e nella composizione del latte di pecora, mostrando valori simili a quelli ottenuti con diete a base di farina di soia.

Ancor più importanti sono stati i risultati ottenuti sulle caratteristiche della carcassa e sulla qualità della carne degli agnelli nutriti con lupini, con dati molto incoraggianti e che indicano, ancora una volta, che questi potrebbero essere un sostituto adeguato. Facciolo et al. hanno trovato risultati comparabili sulla qualità delle carcasse di agnelli Awassi nutriti con farina di soia e nutriti con lupini, il che è in accordo con i risultati dello studio più recente fatto sugli agnelli di razza Gentile di Puglia.

Nel complesso, si può affermare che l’inclusione dei chicchi di leguminose nell’alimentazione dei ruminanti, in particolare dei lupini, fornisca risultati molto simili, sulla qualità della carne e sulle caratteristiche della carcassa, a quelli ottenuti con la farina di soia.  La maggior parte degli studi disponibili è stata condotta inserendo nella dieta Lupinus albus (lupino bianco) o, in minor misura, Lupinus luteus (lupino giallo).

Per approfondire questo tema è stato fatto un recente studio su degli agnelli alimentati con due tipologie di diete, al fine di valutare gli effetti ottenuti sia sulla composizione e sulla qualità della carcassa che sul profilo degli acidi grassi della carne.

In particolare sono state condotte due prove: nella prova 1, la farina di soia è stata parzialmente sostituita da Lupinus albus o Lupinus luteus; nella prova 2, gli agnelli sono stati nutriti con quattro diete contenenti diversi livelli di Lupinus luteus, compresi tra 0 e 200 g/kg. Gli agnelli sono poi stati macellati per valutare le caratteristiche della carcassa, la composizione della carne e il profilo degli acidi grassi.

Ciò che è emerso è che la composizione della carcassa non è stata influenzata (p > 0,05) dalla dieta, così come non c’è stata una sostanziale variazione nella qualità della carne (p< 0,05) tra le prove 1 e 2. Inoltre, nel complesso, il contenuto di acidi grassi non è stato influenzato dalla dieta (p > 0,05) in entrambe le prove.

I risultati ottenuti appaiono sovrapponibili a quanto si ottiene somministrando la farina di soia, pertanto i lupini si confermano un valido sostituto di questa fonte proteica, anche se ora la ricerca dovrebbe concentrarsi di più sull’appetibilità della carne.

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