Secondo una nuova ricerca canadese i vitelli sono motivati a cercare interazioni sociali, anche in giovane età, e possono trarre vantaggio dall’accesso al contatto con i loro conspecifici.

La maggior parte dei vitelli da latte viene alloggiata individualmente nelle prime settimane della sua vita. Ad esempio, negli Stati Uniti e in Europa, rispettivamente, circa il 75% e il 60% dei vitelli da latte in presvezzamento sono alloggiati singolarmente, tipicamente in gabbie o recinti. L’alloggiamento individuale consente il controllo dell’assunzione di latte e previene la suzione incrociata. Inoltre, secondo alcuni autori, giova anche alla salute di questi animali, anche se le prove di questa affermazione sono limitate.

L’alloggiamento individuale ha anche alcuni effetti negativi noti sui vitelli, tra cui una ridotta assunzione di mangime solido, delle abilità sociali, della capacità di coping e delle prestazioni cognitive. La separazione sociale (nel caso della separazione dalla madre) induce un pregiudizio (bias) cognitivo pessimistico (rendendo i vitelli meno inclini ad avvicinarsi ad un segnale ambiguo; Daros et al., 2014), mentre l’alloggiamento in coppia induce un pregiudizio ottimista rispetto all’alloggio singolo (Bučková et al., 2019). È stato anche notato che l’alloggiamento precoce con altri animali influenza i comportamenti alimentari; i vitelli alloggiati in coppia mostrano infatti un aumento dell’assunzione di mangime solido durante lo svezzamento e pasti più frequenti e più piccoli. Altri autori hanno anche dimostrato che il contatto sociale precoce induce una preferenza per l’alimentazione accanto a un altro vitello.

Nonostante siano già stati effettuati studi sulla spinta al contatto sociale tra i giovani bovini  (Holm et al., 2002) questi non hanno affrontato le prime 6-8 settimane di vita, periodo in cui l’alloggiamento individuale è il più comune. Per colmare questa lacuna, un recente studio pubblicato su JDS Communications, condotto da ricercatori dell’Università della British Columbia (Vancouver, Canada), ha esaminato la motivazione dei giovani vitelli maschi da latte, con una media di circa 5 giorni di età all’inizio dello studio, a cercare la compagnia di altri vitelli.

L’esperimento

10 vitelli Holstein sono stati alloggiati individualmente in un recinto centrale con accesso a due altri recinti posizionati su entrambi i lati, ciascuno collegato a quello centrale da un cancello apribile unidirezionalmente con una spinta. Tutti i recinti erano identici per dimensioni e risorse contenute, con la stessa quantità di mangime, fieno e acqua forniti; tuttavia, uno dei recinti laterali ospitava un altro vitello della stessa età di quello posto nello spazio centrale, mentre l’altro era vuoto.

I cancelli erano composti di plexiglass trasparente ed avevano due fessure, sopra e sotto, in modo da consentire ai vitelli un contatto fisico parziale (era anche possibile che i vitelli si toccassero mentre si trovavano in recinti separati attraverso i fori che davano accesso ai secchi per l’alimentazione e l’acqua) o visivo, anche se il cancello era chiuso.

Il soggetto è stato inizialmente collocato nel recinto centrale, e il compagno è stato posizionato casualmente (tramite lancio di una moneta) in uno dei recinti laterali, in modo che i vitelli non potessero semplicemnte imparare da che parte alloggiava il loro compagno. Il vitello nel recinto centrale poteva scegliere di entrare nel recinto vuoto o nel recinto contenente il compagno, oppure di rimanere nel proprio recinto. Ogni volta che il vitello oggetto del test apriva il cancello per accedere a un recinto laterale, veniva lasciato al suo interno fino all’allattamento successivo (circa 0800 e 1600 h), momento in cui veniva spostato nuovamente nel recinto centrale.  I vitelli sono stati osservati per 15 giorni e, dopo ogni ingresso riuscito in uno dei recinti laterali, il peso sul rispettivo cancello è stato aumentato in modo incrementale. L’obiettivo dei ricercatori era utilizzare un compito che fosse quasi senza sforzo per il vitelli all’inizio della prova per facilitare l’apprendimento, consentendo al contempo di rilevare differenze più sostanziali entro la fine della prova a 15 giorni. Inoltre, il compito si spingere un cancello non richiede formazione, riflettendo così una manifestazione spontanea.

I risultati

Tutti i vitelli, tranne uno, hanno spinto il cancello per la prima volta il primo giorno dell’esperimento (entro 9,4 ± 14,8 min dall’inizio della prova); il vitello rimanente ha invece effettuato la prima spinta il terzo giorno della prova.

I vitelli hanno spinto un peso massimo più elevato (e spinto più frequentemente) per l’accesso al recinto contenente un altro vitello rispetto al recinto vuoto. Durante i 15 giorni del monitoraggio, i vitelli hanno spinto in media 1,0 kg in più (con una media di 2,2 eventi di spinta in più) per accedere al recinto contenente il compagno rispetto al recinto vuoto.

In media, i vitelli aprivano un cancello 0,7 (±0,9) volte al giorno (il massimo possibile era due volte al giorno), impiegando in media 14,6 (±0,5) giorni per raggiungere il peso massimo collegato al cancello. Non è stata trovata alcuna correlazione significativa tra peso alla nascita e il peso massimo spinto. Sebbene i vitelli abbiano fatto registrare il maggior numero di spinte all’inizio e alla fine della prova, non è stata trovata alcuna correlazione tra il numero di spinte e il giorno dell’esperimento. I vitelli preferivano spingere nelle 2 ore successive all’alimentazione mattutina e serale e, in misura minore, nelle ore prima dell’alimentazione serale e di notte. I vitelli non hanno mostrato una preferenza per l’apertura del cancello tra l’alimentazione mattutina e serale. Inoltre, non sono state riscontrate differenze nella durata media delle visite tra il lato con il vitello e quello vuoto, o una correlazione tra la durata media di una visita e il peso massimo spinto.

Conclusioni

I vitelli da latte presvezzamento hanno spinto più peso per accedere a un recinto con un altro vitello rispetto a un recinto vuoto. Questo risultato indica che questi animali sono motivati ​​ad avere un pieno contatto sociale, anche quando hanno già un contatto parziale (i vitelli potevano avere un contatto visivo e testa a testa con il secondo vitello attraverso gli spazi sopra e sotto il cancello a spinta, anche quando era chiuso). Questo risultato è conforme a quelli di Holm et al., 2002 per i vitelli più grandi di età. Che anche questi vitelli più giovani siano motivati ​​al contatto è in accordo anche con uno studio sui vitelli maremmani allevati allo stato brado, che mostra che il tempo trascorso dai vitelli vicino ai loro coetanei raggiunge il picco intorno agli 11-40 giorni di età (Vitale et al., 1986).

Il metodo di prova utilizzato in questo studio non ha richiesto addestramento, ma i vitelli hanno imparato rapidamente ad utilizzare il cancello. Spingere un cancello trasparente è quindi sufficientemente intuitivo e i vitelli possono impararlo rapidamente da soli, suggerendo che questo compito potrebbe essere utilizzato per valutare in modo efficiente la motivazione spontanea in altre situazioni. È interessante notare che tutti i vitelli hanno spinto in una certa misura per l’accesso al recinto vuoto. Poiché il compagno era posizionato in modo casuale tra sinistra e destra, potrebbe essere stato difficile per il vitello identificare in modo coerente il recinto in cui si trovava, anche con il cancello trasparente. I ricercatori inoltre suggeriscono che i vitelli probabilmente erano sufficientemente curiosi per accedere al recinto vuoto, specialmente quando era richiesto poco sforzo per farlo. Studi a lungo termine permetterebbero di indagare sugli effetti duraturi del contatto sociale precoce sui vitelli, come notato in precedenza per i modelli di alimentazione.

I vitelli hanno mostrato una notevole variazione nel peso massimo spinto; alcuni dei soggetti potrebbero quindi essere stati più motivati ​​a raggiungere il compagno.

E’ stato osservato che i vitelli mostrano preferenze sociali forti e specifiche, influenzate dalla familiarità. Nello studio in oggetto i vitelli avevano accesso ad un solo conspecifico inizialmente sconosciuto; secondo i ricercatori quindi il lavoro futuro dovrebbe valutare la forza delle preferenze sociali e l’influenza dell’età e della familiarità su queste preferenze. Sebbene non sia stato riscontrato alcun effetto del peso alla nascita e non sia stata notata alcuna differenza nella “tecnica” del vitello, la variazione del peso spinto potrebbe essere stata correlata alla sua forza o alla sua abilità nell’aprire il cancello; valutare il peso spinto per accedere ad altre risorse consentirebbe una migliore stima di queste differenze individuali.

Infine, le spinte si sono verificate più frequentemente durante i periodi di alimentazione. Il team di ricerca ritiene che ciò sia dovuto al fatto che i vitelli sono più attivi ed eccitati in questi periodi, e quindi hanno maggiori probabilità di svolgere il compito fisico di spingere un cancello. È anche possibile che i vitelli non fossero sazi e cercassero ulteriore latte, anche se sembra improbabile dal momento che questi non hanno ricevuto latte nei recinti laterali.

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