Impatto ambientale della produzione e del processamento in caseificio del latte nel contesto delle Alpi Orientali: un approccio di Analisi di Ciclo di Vita “dalla culla al cancello aziendale”.

Il sistema di produzione lattiero-casearia nel contesto alpino, tradizionalmente costituito da piccole aziende utilizzanti le risorse foraggere locali per l’alimentazione degli animali, oggi presenta un’ampia variabilità, con piccole aziende tradizionali e di tipo estensivo che coesistono con aziende intensive e di medio-grandi dimensioni, localizzate nei fondovalle e che utilizzano grandi quantità di concentrati potenzialmente edibili da parte dell’uomo.

Diversi studi hanno dimostrato (De Vries and de Boer, 2010; Baldini et al., 2017) come la produzione di latte vaccino sia associata a non trascurabili emissioni potenzialmente nocive nell’ambiente e al consumo di risorse come energia e suolo fertile. Tali studi hanno utilizzato la metodica dell’Analisi di Ciclo di Vita (in inglese, Life Cycle Assessment), oggi di riferimento per l’analisi dell’impronta ambientale delle produzioni antropiche, che consente di analizzare gli impatti associati a un’unità di prodotto considerando il suo ciclo di vita. Sebbene alcuni studi abbiano indagato la produzione di latte vaccino in contesto montano, si osserva un gap in letteratura nell’analisi multi-impatto e che consideri anche la fase di trasformazione del latte in prodotti lattiero-caseari.

Questo studio ha avuto l’obiettivo di valutare l’impronta ambientale della produzione e della trasformazione del latte prodotto in aziende di vacche da latte nel contesto delle Alpi Orientali. In aggiunta, lo studio ha valutato anche l’indice di conversione alimentare in termini di energia, sulla dieta intera (ICAE) o considerando solo la porzione potenzialmente edibile da parte dell’uomo (eICAE). Il campione ha compreso 75 aziende di vacche da latte (28±19 vacche, 26.7±20.1 Ha aziendali, 6400±1661 kg latte/vacca/anno), in 4 diverse province (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige in Italia, e la Carinzia in Austria) ed associate a 10 caseifici cooperativi. Per ogni azienda e caseificio, tramite interviste singole, si è creato un inventario degli input, degli output e si sono calcolati le emissioni (gas climalteranti, sostanze acidificanti ed eutrofizzanti) ed il consumo di risorse, in riferimento a 1 kg di latte, 1 m2 di superficie produttiva e 1 kg di prodotto lattiero-caseario.

In media la produzione di 1 kg di latte è stata associata all’emissione di 1.19 kg CO2-eq (cambiamento climatico, 1.31 kg includendo il cambio d’uso del suolo – CC_LUC), 17.3g SO2-eq (acidificazione), 6.0 g PO4-eq (eutrofizzazione) (coefficiente di variazione, CV, 17-21%), il consumo di 2.7 MJ di energia e l’occupazione di 2.1 m2 di suolo (CV tra 40 e 46%). Includendo anche la fase di trasformazione, l’impronta ambientale di 1 kg di prodotto lattiero-caseario è risultata da 8 a 13 volte quella di 1 kg di latte. In termini di conversione alimentare, sono stati necessari in media 6.6±0.5 MJ di energia nella razione per produrre 1 MJ nel latte, di cui solo l’8% è derivato da alimenti potenzialmente edibili da parte dell’uomo.

I caratteri aziendali che più sono risultati associati agli impatti ed agli indici di conversione (analisi delle componenti principali e successiva analisi di regressione multi-variata) sono la resa produttiva (latte prodotto/vacca; per impatti per unità di latte e ICAE), il carico aziendale (animali/ettaro, per impatti per m2 ed eICAE) e la percentuale di inclusione di concentrati nella razione animale (per CC_LUC ed eICAE).

I valori di impatto ottenuti sono stati in linea con i pochi studi effettuati circa l’impronta ambientale della produzione di latte vaccino in contesto montano. L’analisi statistica ha evidenziato come le strategie per la riduzione dell’impronta ambientale riferita all’unità di latte e di superficie, e per migliorare gli indici di conversione alimentare, dovrebbero includere contemporaneamente la resa produttiva, il carico aziendale e l’uso dei concentrati nella razione animale. Queste componenti possono essere utili ad allevatori e caseifici per pianificare le proprie strategie gestionali, rendendole più eco-compatibili, oltre ai decisori pubblici per indirizzare le future politiche per sostenere il sistema alpino in una prospettiva comprensiva dei suoi aspetti produttivi, ambientali e territoriali.

 

La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico pubblicato Journal of Cleaner Production dove è riportata tutta la letteratura citata: “Environmental impacts of milk production and processing in the Eastern Alps: A “cradle-to-dairy gate” LCA approach” (2021) di M. Berton, S. Bovolenta, M. Corazzin, L. Gallo, S. Pinterits, M. Ramanzin, W. Ressi, C. Spigarelli, A. Zuliani, E. Sturaro. https://doi.org/10.1016/j.jclepro.2021.127056.

 

Autori

Giuseppe Conte, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Alberto Stanislao Atzori, Sara Pegolo, Manuel Scerra, Antonio Natalello – Gruppo Editoriale ASPA.