L’alimentazione animale rappresenta il cuore centrale di una tematica che negli ultimi anni sta acquistando importanza prioritaria negli allevamenti: l’insorgenza delle malattie metabolico-nutrizionali.

Oggi, infatti, alimentare l’animale significa non solo soddisfare le sue esigenze nutritive, ma valutare numerose variabili, quali la fisiologia della nutrizione, la chimica e la microbiologia degli alimenti, la sicurezza alimentare e anche la geografia.

Per nutrire correttamente l’animale, occorre conoscere da un lato il tipo e la quantità di sostanze necessarie per il suo organismo nelle diverse situazioni e condizioni fisiologiche e, dall’altro, il tipo e la quantità di sostanze presenti negli alimenti o mangimi complementari, nonché gli apporti nutritivi o molecole biologicamente attive che con il loro consumo si possono realizzare.

In generale, una malattia metabolico-nutrizionale viene definita come un disturbo dell’omeostasi interna causato da un abnorme cambiamento di uno o più processi metabolici critici che coinvolgono determinati metaboliti intermedi (glucosio, calcio, magnesio ecc…).

La mastite è un’infiammazione della ghiandola mammaria causata da microrganismi (di solito batteri) che invadono la mammella e che talvolta possono produrre anche tossine che hanno un effetto dannoso sulla ghiandola mammaria.

La sanità e la funzionalità dell’apparato mammario delle bovine sono di fondamentale importanza per l’allevamento da latte. Da questi due aspetti, infatti, dipendono direttamente la qualità igienico-sanitaria del latte e la sua valutazione casearia, influenzando in modo rilevante la quantità e la qualità dei prodotti trasformati e, di conseguenza, la redditività delle produzioni.

Le infiammazioni lievi delle mammelle di norma non danno alcun sintomo visibile, ma provocano un aumento anche considerevole del numero di leucociti (globuli bianchi) nel latte, il che si traduce in un risultato più alto del normale del test del numero di cellule somatiche.

Il numero di cellule somatiche del latte è ormai un indicatore universalmente accettato di salute della mammella ed è quindi il fattore determinante per stabilire se, ed a quale prezzo, il latte possa essere venduto.

Esiste un problema di mastite quando il numero di cellule somatiche eccede le 200.000/ml; oltre questo valore il latte presenta valori organolettici alterati che influenzano anche pesantemente la qualità dei prodotti che si ricavano dalla sua trasformazione.

L’allarme viene dato da:

  • un aumento del numero di cellule somatiche;
  • un aumento dell’incidenza dei casi clinici di mastite.

Durante e alla fine dell’estate, a seguito di numerosi stress ambientali a cui sono stati sottoposti gli animali, l’allevatore vede aumentare le cellule somatiche nel latte.

L’indagine epidemiologica

Uno dei fattori importanti che influenza la quantità di cellule somatiche nel latte è un adeguato sistema di alimentazione. La scelta di una dieta appropriata è di grande importanza nella prevenzione delle mastiti. L’aumento del numero di cellule somatiche può essere determinato da:

  • insilati e fieno surriscaldati;
  • mangimi scarsamente bilanciati, eccesso di azoto fermentescibile legato ad un consumo eccesivo di zuccheri fermentescibili, assunzione insufficiente di fibre lunghe;
  • granulometria troppo fine della razione;
  • presenza di grandi quantità di ammine biogeniche, micotossine o tossine batteriche nei componenti della razione (insilati di mais ed erba, farina, cereali, crusca);
  • cambiamenti radicali e improvvisi nella composizione della razione, miscele povere di microelementi e macroelementi;
  • carenza nella messa a disposizione degli animali di acqua fresca e pulita;
  • altre: impianto di mungitura, genetica, infezioni, ambiente.

I prodotti formulati da Akron s.r.l., AKROCEL e SOMATOCEL, rappresentano una proposta tra le più innovative per un efficace programma di prevenzione dell’innalzamento delle cellule somatiche dovuto a fattori alimentari.

Obbiettivi di un programma di controllo:

  • riduzione del tasso di infezione preesistente;
  • prevenzione di nuove infezioni attraverso il contagio da bovina a bovina;
  • monitoraggio dello stato sanitario della mammella.

AKROCEL e SOMATOCEL sono prodotti innovativi ed efficaci sulla riduzione degli effetti negativi indotte da squilibri microbici, da fermentazioni anomale e da stati di acidosi.

L’uso di AKROCELL e SOMATOCELL è sicuro in quanto non produce residui dannosi per l’eventuale trasformazione del latte; pertanto, il loro impiego nell’alimentazione non incide sulla qualità del latte e dei prodotti lattiero-caseari che ne derivano. L’allevatore potrà vedere subito gli effetti della somministrazione grazie ai risultati delle analisi del latte e avendo animali in salute, che producono un latte di altissima qualità che viene anche valorizzato economicamente.

Il meccanismo d’azione dei due prodotti si basa:

Nel rumine:

Presenza di AK-ferm, e quindi di sostanze nutritive ad azione catalitica derivate dalla fermentazione di diversi ceppi con tutti i metaboliti primari e secondari. AK-ferm è in grado di influenzare positivamente le fermentazioni ruminali diminuendo la produzione di tossine e ammine biogene con effetto istaminosimile. Queste tossine possono arrivare alla mammella, tramite il circolo ematico, alterando la permeabilità dei vasi sanguigni con conseguente formazione di micro edemi a carico delle ghiandole acinose (acini). Contemporaneamente, possono alterare gli equilibri del microbioma mammario. AK-ferm agisce anche come “riequilibratore” ruminale e intestinale, stimolando i batteri autoctoni naturalmente presenti e inibendo la crescita di microrganismi tossigeni potenzialmente patogeni.

Nell’intestino:

La presenza di proteine derivate dalle pareti cellulari dei batteri intestinali specifici è in grado di stimolare le ghiandole mucose dell’intestino. Questa azione aumenta lo spessore dello strato protettivo, che copre l’epitelio intestinale, migliorando i processi metabolici in generale e aumentando la capacità di questa copertura protettiva, costituita da muco, IgA e batteri, di metabolizzare eventuali tossine che la attraversano. Questa protezione diminuisce inoltre la possibilità che i microrganismi patogeni aderiscano agli specifici siti di attacco (lectine), e riduce il passaggio di sostanze tossiche nel sistema sanguigno diminuendo l’insorgere di processi infiammatori nel fegato e di stati di tossicosi (De Vrese et al., 2007).

Per avere maggiori informazioni è possibile contattare l’ufficio tecnico di Akron s.r.l. scrivendo a: ufficio.tecnico@akronbio.com.