Riassunto

La Maedi-Visna è una malattia ad andamento progressivo con deperimento delle pecore con conseguente diminuzione della produzione. È causata dai Lentivirus dei piccoli ruminanti (SRLV, Small Ruminant Lentiviruses), virus a RNA a singolo filamento con un’elevata capacità di mutazione. Non esiste un trattamento o un vaccino contro i SRLV quindi la corretta diagnosi è l’elemento chiave per misure di controllo efficienti contro gli animali positivi. Questa review sistematica e meta-analisi riassume l’incidenza di SRLV a livello di singolo animale e di gregge in tutto il mondo, e descrive i test diagnostici utilizzati negli ultimi quattro decenni. I risultati di questo studio indicano che l’Europa è il continente con più informazioni sull’incidenza dell’infezione e con la più alta prevalenza di SRLV a livello individuale. La prevalenza a livello di gregge dipende direttamente dalla prevalenza individuale. Nelle pecore, le metodiche diagnostiche per i SRLV sono cambiate sostanzialmente negli ultimi decenni, ma le metodiche sierologiche sono da sempre le tecniche più utilizzate per gli studi di prevalenza. Per gli studi futuri sull’incidenza e sui programmi sanitari è strettamente raccomandato l’impiego di una combinazione di almeno due test diagnostici. ELISA e PCR mostrano effetti sinergici nella diagnosi di SRLV.

Introduzione

La Maedi-Visna è una malattia progressiva con deperimento delle pecore che causa importanti effetti deleteri a livello di produzioni animali e che ne limita il commercio in tutto il mondo. Questa patologia è causata dai Lentivirus dei piccoli ruminanti (SRLV), un gruppo di virus ad RNA a singolo filamento con elevato potenziale di mutazione e ricombinazione. Infatti, sono già stati caratterizzati cinque genotipi principali (A-E) e più di 28 sottogruppi. Questa diversità filogenetica implica un’elevata diversità genetica e antigenica, che ostacola la diagnosi sierologica e molecolare. I SRLV hanno tropismo per il sistema dei fagociti mononucleati ed inducono un’infiammazione lenta, cronica e persistente in quattro principali organi bersaglio, cioè polmone, articolazioni, sistema nervoso e ghiandola mammaria, inducendo diverse forme cliniche (cioè polmonare, articolare, nervosa e mammaria). È interessante sottolineare che la comparsa di ciascuna forma clinica e la gravità delle lesioni dipendono da fattori virali e dalla risposta immunitaria dell’ospite. Il problema più comune dopo l’infezione da SRLV è l’aumento del tasso di rimonta dovuto allo scadimento della condizione corporea degli animali e al calo delle produzioni. In commercio non esistono trattamenti o vaccini per la Maedi-Visna. Quindi, una diagnosi accurata è l’elemento fondamentale da cui partire per impostare un programma di controllo ottimale dell’infezione e ridurne la diffusione. Molteplici tecniche diagnostiche possono essere utilizzate per rilevare l’infezione da SRLV. I metodi indiretti (AGID e ELISA) vengono proposti come i più appropriati per l’individuazione degli animali infetti, con l’ELISA che ha una maggiore sensibilità ed una minore specificità rispetto all’AGID. Anche le metodiche dirette per l’individuazione di SRLV (PCR, immunofluorescenza indiretta ed ibridazione in situ) sono tecniche diagnostiche efficienti. Studi recenti hanno dimostrato l’inaccuratezza intrinseca dell’impiego di un solo test diagnostico, che probabilmente è legata alla grande variabilità antigenica dei SRLV. Tuttavia, anche la risposta dell’ospite può giocare un ruolo, poiché animali dello stesso gregge infettati dallo stesso SRLV mostrano differenze significative nella suscettibilità all’infezione e alla replicazione virale. Inoltre, il ritardo nella sieroconversione può essere molto variabile tra gli individui. Sebbene i primi riferimenti sull’infezione da SRLV risalgano agli anni ‘50, solo negli ultimi quarant’anni c’è stato un crescente aumento del corpo di pubblicazioni che valutano la prevalenza individuale ed a livello di gregge dei SRLV nel mondo. Tuttavia, non abbiamo ancora un dettagliato elenco delle metodiche diagnostiche utilizzate e dei loro risultati per quanto riguarda l’incidenza in ciascun continente. Lo scopo di questo lavoro è quello di stimare e di mettere a confronto l’incidenza di SRLV a livello mondiale eseguendo una review sistematica e meta-analisi degli articoli pubblicati nel corso degli ultimi 40 anni (1981-2020), unitamente ad una descrizione completa del test diagnostico utilizzato.

Abstract

I Lentivirus dei piccoli ruminanti (SRLV) sono retrovirus altamente diffusi con una significativa diversità genetica ed eterogeneità antigenica che causano una malattia da deperimento progressivo delle pecore chiamata Maedi-Visna. Questo lavoro fornisce una review sistematica e meta-analisi degli ultimi 40 anni (1981-2020) di pubblicazioni scientifiche sull’incidenza di SRLV a livello di singolo capo e di gregge. 58 pubblicazioni e 314 studi sono stati inclusi. La maggior parte degli articoli impiegava un singolo test diagnostico per stimare la prevalenza (77.6%), mentre gli articoli che utilizzavano tre o più test erano pochi (6.9%). I test sierologici vengono utilizzati più frequentemente dei metodi diretti e, negli ultimi decenni, l’ELISA ha progressivamente sostituito l’AGID. L’infezione da SRLV nelle pecore è diffusa in tutto il mondo, con l’Europa che mostra la più alta incidenza a livello individuale (40.9%) ed è anche l’area geografica dove sono stati effettuati più studi. Africa, Asia e Nord America mostrano valori di diffusione compresi tra il 16.7% e il 21.8% a livello di singolo animale. L’America Centrale e l’America del Sud mostrano la più bassa prevalenza individuale di SRLV (1.7%). Esisteva una forte correlazione positiva tra la prevalenza individuale e di gregge (ϱ = 0.728; p ≤ 0,001). Nonostante l’importanza che rivestono a livello globale i piccoli ruminanti, la copertura delle conoscenze sull’incidenza dei SRLV è frammentaria e discordante. Mancano un metodo gold standard e una ben definita strategia di campionamento tra i vari paesi e continenti.

Worldwide Prevalence of Small Ruminant Lentiviruses in Sheep: A Systematic Review and Meta‐Analysis

Ricardo de Miguel 1†, Marta Arrieta 1†, Ana Rodríguez‐Largo 1, Irache Echeverría 2, Raúl Resendiz 1, Estela Pérez 1, Héctor Ruiz 1, Marta Pérez 34, Damián de Andrés2, Ramsés Reina 2, Ignacio de Blas 14 and Lluís Luján 14*

  1. Department of Animal Pathology, University of Zaragoza, 50013 Zaragoza, Spain; ricardodemiguel@unizar.es (R.d.M.); martaa19957@gmail.com (M.A.); anarlg@unizar.es (A.R.‐L.); rulirepo@gmail.com (R.R.); eperez@unizar.es (E.P.); hectorruiz353@gmail.com  (H.R.); deblas@unizar.es  (I.d.B.)
  2. Institute of Agrobiotechnology, CSIC‐Government of Navarra, 31192 Mutilva, Spain; irache.echeverria@unavarra.es (I.E.); damian.deandres@csic.es (D.d.A.); ramses.reina@unavarra.es (R.R.)
  3. Department of Anatomy, Embriology and Genetics, University of Zaragoza, 50013 Zaragoza, Spain; mmperez@unizar.es
  4. Instituto Universitario de Investigación Mixto Agroalimentario de Aragón, University of Zaragoza, 50013 Zaragoza, Spain

* Correspondence: lluis.lujan@unizar.es

Both authors contributed equally.

Animals 2021, 11,784

www.mdpi.com

DOI: https://doi.org/10.3390/ani11030784

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