Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07541 presentato da Benedetti Silvia

Mercoledì 16 febbraio 2022, seduta n. 639

BENEDETTI, SURIANO, SARLI, EHM e TERMINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

il latte alla stalla è sempre stato pagato meno, sia dai trasformatori che dalla grande distribuzione organizzata, del costo medio di produzione. Fino ad ora ai produttori sono riconosciuti tra i 36 ed i 38 centesimi al litro, mentre sugli scaffali della grande distribuzione il latte, al consumatore, costa anche 1.70-1.80 euro al litro.

Il tavolo della filiera lattiero casearia, istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha sottoscritto, nel 2021, un protocollo d’intesa sul prezzo del latte: esso prevede che gli allevatori possano ottenere fino al 31 marzo 2022 il pagamento di 41 centesimi per litro di latte.

Il protocollo stabilisce che, per arrivare alla soglia fissata dei 41 centesimi, la grande distribuzione organizzata riconosca un contributo fino a 3 centesimi di euro al litro di latte: tale premio «emergenza stalle» viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori.

A loro volta, le imprese della trasformazione, sempre per raggiungere i 41 centesimi al litro, si sono impegnate a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo fino a 1 centesimo di euro al litro di latte per il latte conferito nella regione Lombardia, parametro dal quale determinare le soglie di premio indicative per il latte conferito nelle altre regioni d’Italia.

Inoltre secondo quanto emerge dall’indice Ismea, il costo medio di produzione del latte è pari a ben 46 centesimi al litro: infatti, gli oneri a carico degli allevamenti sono lievitati a causa dell’aumento dei costi energetici e della mangimistica, aumentata del 19% per i rincari di foraggi (+22%), mangimi semplici (+17%) e composti (+15%).

Allo stato attuale, non solo il prezzo fissato di 41 centesimi è insufficiente rispetto ai costi di produzione, ma ancora non viene corrisposto agli allevatori, nonostante siano passati tre mesi dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa; è invece più importante che mai che nessun attore della filiera si sottragga alle proprie responsabilità e agli impegni assunti, soprattutto se ha potuto giovarsi di prezzi del latte alla stalla fermi da 25 anni –:

se il Ministro interrogato non ritenga di assumere con urgenza iniziative per garantire il rispetto degli impegni assunti dagli attori della filiera lattiero-casearia, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa del 9 novembre 2021, e la corresponsione agli allevatori di un compenso equo che copra i costi di produzione che, come rilevato dall’indice Ismea sono aumentati in modo considerevole.

Testo della risposta: Gian Marco Centinaio, sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

La problematica evidenziata è comune alla totalità dei comparti agricoli e in particolare, per il settore lattiero-caseario, l’aumento dei costi di produzione pone in difficoltà le aziende dislocate in tutto il territorio nazionale. Tale situazione si riflette anche a livello europeo interessando, seppur con diversa intensità, pressoché tutti gli Stati membri.

Nonostante i disagi degli allevatori, allo stato attuale non sono previsti interventi a sostegno del mercato da parte dell’Unione europea e di conseguenza non vi sono misure nazionali da implementare, ad eccezione della misura «Emergenza stalle», messa in atto proprio da questo Dicastero. Inoltre, nel PSN 2023-2027, sono state individuate delle strategie di intervento coordinate fra i diversi settori produttivi, quali quello cerealicolo e delle proteaginose ed il comparto della zootecnia più in generale.

Peraltro, al settore è destinato il 21,22% dell’importo annuo di cui al finanziamento del sostegno accoppiato del Regolamento (UE) n. 1307/2013 corrispondente a circa complessivi di 93 milioni di euro che, nell’anno di domanda 2020, ha consentito di erogare per ogni vacca che ha partorito nell’anno circa 136 euro nelle zone montane e 68,5 euro nelle altre zone.

Inoltre, è stato predisposto il decreto ministeriale che consentirà di anticipare entro il 31 luglio 2022 gli aiuti PAC del I pilastro che saranno oggetto della domanda unica il cui termine di presentazione scadrà il prossimo 16 maggio.

Tenuto conto dell’importanza del comparto lattiero-caseario per il nostro Paese, il Piano strategico della PAC, notificato lo scorso dicembre alla Commissione europea e che si applicherà a partire dal 1 gennaio 2023, oltre a prevedere la conferma degli aiuti accoppiati già concessi negli ultimi anni, ha previsto l’attivazione di un aiuto aggiuntivo finalizzato al miglioramento delle condizioni di benessere animale, pari a 60 euro/capo per le vacche da latte e a 200 euro/capo per gli allevatori che praticano la zootecnia estensiva nelle zone di montagna.

A fronte dei marcati incrementi dei prezzi delle principali commodity utilizzate sia per l’alimentazione degli animali che delle principali fonti energetiche, si evidenzia attualmente un prezzo del latte alla stalla di 41,50 €/kg in aumento di circa il 13,00% rispetto al periodo giugno-agosto 2020, incremento che ha coinciso anche con un record produttivo.

Infatti, nel corso del 2021 le consegne di latte dichiarate dai primi acquirenti per la prima volta hanno superato i 13 milioni di tonnellate (per l’esattezza le stime indicano una produzione di 13.071.984 tonnellate) con un incremento di circa il 3% nei confronti del 2020 di oltre il 7% rispetto al 2019.

Anche le esportazioni dei prodotti del settore lattiero caseario italiano, costituite per la quasi totalità da formaggi, hanno fatto registrare nel periodo gennaio-ottobre 2021 forti incrementi delle esportazioni rispetto allo stesso periodo 2020.

Con riferimento rispetto degli impegni assunti dagli attori della filiera lattiero-casearia con la sottoscrizione del protocollo di intesa del 9 novembre, preciso, che il Ministero non può in alcun modo intervenire in modo vincolante in quanto trattasi di impegni assunti dalle parti solo ed esclusivamente su base volontaria.

In tale contesto, il Ministero ha un compito di mero sostegno, promozione e facilitazione del dialogo tra le parti, senza poter assumere un ruolo attivo o impositivo che possa alterare le dinamiche del mercato e le libere scelte degli attori coinvolti.

Infine, assicuro l’onorevole interrogante che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è fortemente impegnato anche a livello unionale nell’evidenziare le problematiche esposte, coordinandosi con le delegazioni degli altri Stati Membri, che condividono le medesime istanze, così da prevedere adeguate misure comunitarie a sostegno dell’intero comparto zootecnico.

Il parere del Deputato Silvia Benedetti a seguito della risposta del Sottosegretario Centinaio

Silvia Benedetti (MISTO-M-PP-RCSE), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che giudica non coraggiosa rispetto a una questione annosa e delicata come quella relativa al prezzo alla stalla del latte.

In particolare, ritiene necessario che il Governo intervenga anche presso le istituzioni europee al fine di modificare la normativa vigente, in modo da porre fine all’attuazione di pratiche sleali da parte di alcuni operatori della filiera lattiero-casearia.

 

Fonte: Camera dei Deputati