Lodevole e degna di segnalazione è l’iniziativa dell’azienda austriaca Green Innovation GmbH che produce un interessante biopolimero naturale composto da lignina idrolizzata estratta dal legno vergine di Pinus taeda, meglio conosciuto come Oxilem. Questa materia prima naturale viene impiegata sia sui ruminanti che sui monogastrici, apportando principalmente benefici nel controllo dello stress ossidativo e dell’infiammazione. Ha effetti positivi anche nel controllo delle popolazioni batteriche e un effetto scavanger che permette di gestire varie patologie enteriche. Inoltre, ha la caratteristica non trascurabile di migliorare le produzioni e soprattutto di controllare le emissioni enteriche di metano dei ruminanti.

Oggi siamo in una fase nella quale non c’è più bisogno di convincere gli attori delle filiere del latte e della carne, né tantomeno i consumatori, del fatto che bisogna ridurre le emissioni di gas serra ma è necessario fornire delle soluzioni concrete, misurabili e certificabili.

Il Life Cycle Assesment (LCA) è il metodo più collaudato ed efficace.

La Green Innovation GmbH ha voluto quantificare esattamente le emissioni di CO2 eq (anidride carbonica equivalente) del suo prodotto, Oxilem, utilizzando la ISO 14064:2019, che è la norma internazionale che specifica i principi e i requisiti necessari alla quantificazione e alla rendicontazione delle emissioni di gas serra di un’organizzazione, e la norma internazionale ISO 14067 – 2018 “Greenhouse gases – Carbon footprint of products – Requirements and guidelines for quantification” che specifica principi, requisiti e linee guida per la quantificazione e la comunicazione dell’impronta di carbonio di un prodotto (CFP – Carbon Footprint of a Product).

Oxilem, grazie al suo alto contenuto in carbonio organico (C) derivato da fonti rinnovabili, rappresenta una riserva di anidride carbonica equivalente pari a 788 kg/ton.

Questa valutazione positiva risulta dalla differenza fra l’impronta carbonica (Carbon Foot Print) dell’intero ciclo produttivo, pari a 380 kg di CO2 eq, e quanto trattenuto da Oxilem in sé, ovvero ben 1.168 kg/ton CO2 eq (valore minimo).

Oxilem però non solo ha un processo produttivo con un bilancio negativo sulla produzione di carbonio, ma il suo utilizzo in razione consente un abbattimento delle emissioni enteriche dei ruminanti.

Seguendo le rigide procedure dettate dalla norma ISO, è riportata nella Tabella 1 la riduzione delle emissioni enteriche di metano dei bovini che assumono Oxilem nella razione.

Tabella 1 – Fonte 4) de Vries M, De Boer IJM, 2010. Comparing environmental impacts for livestock products: a review of life cycle assessments. Livestock Science 128, 1–11. Fonte 7) Rotz, C. A. , l F. Montes, and D. S. Chianese, 2010. The carbon footprint of dairy production systems through partial life cycle assessment, Journal of Dairy Science, 93, 3, 1266-1282.

Sono inoltre disponibili i dati di riduzione dell’impronta carbonica totale nelle varie categorie delle bovine da latte, tori da carne e sul latte (Tabella 2).

* i due parametri “minimo” e “massimo” sono riferiti ai benefici attesi in allevamenti intensivi ad alto impatto ambientale ed elevate emissioni climalteranti (massimo) e ad allevamenti di media sostenibilità ambientale (minimo).

Per le stesse categorie di animali e per il latte, è poi disponibile la quantificazione della riduzione di CO2 eq nelle Tabelle 3a e 3b.

Tabella 3a.

Tabella 3b.                                 

L’utilizzo di Oxilem dà in ogni caso un vantaggio diretto e indiretto anche sulla qualità/quantità della produzione di latte e carne bovina, come ben evidenzia la tabella 4.

Tabella 4.

Conclusioni

La attuali conoscenze di nutrizione clinica e funzionale, e lo sviluppo di nuovi alimenti funzionali da parte di industrie specializzate nell’alimentazione degli animali d’allevamento, permettono di non ritenere solo teorico o impensabile l’obiettivo di una riduzione “misurabile” della produzione di metano enterico da parte dei ruminanti, e più in generale di gas serra con effetti alteranti sul clima.