Nell’ottica di una corretta gestione delle risorse, della riduzione dei gas-serra e della riduzione del depauperamento del suolo, anche il settore zootecnico è chiamato ad intervenire per lo sviluppo di sistemi meno impattanti per l’ambiente. Tra gli interventi, una particolare attenzione va rivolta alla produzione degli alimenti per gli animali, favorendo quelli che mostrano una maggiore sostenibilità per l’ambiente.
Un esempio è quello relativo all’insilato di mais, prodotto ampiamente utilizzato nell’alimentazione delle vacche da latte, ma con un forte impatto negativo sul depauperamento delle risorse (in particolare quelle idriche) e sull’inquinamento (Harper et al., 2017). Inoltre, l’uso del mais, nel sistema di alimentazione delle vacche da latte, è associato all’elevata probabilità di contaminazione da micotossine (Migliorati et al., 2017).
Una possibile coltura alternativa al mais per la produzione di insilato, è il triticale, che si caratterizza per un’elevata resa, l’ottimo adattamento a un’ampia gamma di tipi di suolo e ambienti e una bassa suscettibilità alle comuni malattie fungine dei cereali (Randhawa et al., 2015), insieme a un basso consumo di acqua (Cosentino et al., 2015).
Il triticale è sempre più utilizzato in ambito zootecnico per le sue qualità nutritive. Tuttavia, il suo amido mostra un livello di digeribilità ruminale più elevato rispetto a quello del mais (93 % vs. 90 %) (Krieg et al., 2017), ed è consigliabile evitare bruschi cambiamenti nella dieta, soprattutto quando viene aggiunto in grandi quantità (Myer e Lozano del Rio, 2004).
In un recente lavoro di Giuliotti et al. (2022), è stato valutato lo stato di salute delle vacche da latte a seguito della totale sostituzione dell’insilato di mais con insilato triticale, valutando i parametri ematologici, metabolici, immunologici e produttivi.
Dai risultati ottenuti non sono emerse differenze significative per quanto riguarda il peso corporeo e il Body Condition Score tra le vacche alimentate con silomais e quelle alimentate con insilato di triticale. Inoltre, non sono state rilevate differenze significative per i parametri ematologici. Tutti i valori rientravano nell’intervallo di riferimento per le vacche da latte sane. Anche i parametri immunologici e metabolici non hanno mostrato differenze significative, confermando che il passaggio da insilato di mais a insilato di triticale con comporta situazioni di stress per le vacche. Ad esempio, alti livelli di acidi grassi non esterificati (NEFA) e acido beta-idrossibutirrato (BHBA) sono considerati importanti parametri per la valutazione del bilancio energetico negativo nelle vacche da latte. Nel lavoro di Giuliotti et al., (2022), le vacche alimentate con insilato di triticale hanno mostrato bassi livelli di NEFA e un BHBA nell’intervallo normale. Alti livelli plasmatici di NEFA con potrebbero essere un indice di infiammazione (Herdt, 2000).
Infine, la sostituzione totale di silomais con insilato di triticale non ha influito sulla resa e sulla composizione del latte (Tabella 1), confermando che il triticale non altera le performance produttive delle vacche.
Tabella 1. Produzione e composizione del latte di vacche alimentate con silomais e insilato di triticale.
In conclusione, il lavoro di Giuliotti et al. (2022) ha rilevato come il passaggio dall’insilato di mais all’insilato di triticale non comporti problemi per la salute dell’animale, sia da un punto di vista sanitario che di benessere.
La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico pubblicato da Archive Animal Breeding dove è riportata tutta la letteratura citata: Giuliotti L., Benvenuti M.N., Martini A., Accorsi P.A., Lotti C., Cappucci A., Conte G. 2022, Assessment of blood and productive parameters in mid-lactation dairy cows fed different diets: replacement of corn silage with triticale silage. Archive Animal Breeding 65, 223-229. doi.org/10.5194/aab-65-223-2022.
Autori
Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra – Gruppo Editoriale ASPA
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