Uno studio condotto dall’Università degli Studi di Foggia ha indagato la valorizzazione della razza autoctona Gentile di Puglia mediante l’utilizzo della lana per la produzione di capi d’abbigliamento di qualità.

Le razze autoctone sono razze locali che si sono adattate a vivere in una determinata nicchia ambientale. Nel corso dei secoli le razze autoctone sono state allevate secondo i sistemi tradizionali di produzione, garantendo un’adeguata sussistenza e approvvigionamento alimentare e stabilizzando le rese. Al giorno d’oggi tali razze contribuiscono a preservare i valori sociali, culturali, sanitari, ricreativi e identitari della comunità e sono presenti soprattutto in territori interni e marginali, ovvero aree rurali caratterizzate da scarsa accessibilità ai principali servizi, quali istruzione, salute e mobilità. Queste aree sono a rischio di spopolamento, abbandono, sconvolgimento idrogeologico e impoverimento del suolo; tuttavia, sono anche caratterizzate da importanti capitali naturali, umani e socioculturali, spesso considerati strategici per lo sviluppo sostenibile. Negli ultimi decenni, gli ecosistemi agricoli basati sulle razze locali si sono man mano persi, per adottare sempre di più i moderni sistemi di allevamento intensivo, basati sull’utilizzo di poche razze selezionate, caratterizzate da livelli di produzione e di input più elevati. Tali sistemi si sono diffusi per aumentare l’offerta alimentare globale.

La conseguenza principale di tale fenomeno è rappresentata dalla progressiva perdita della biodiversità e da un elevato rischio di estinzione per le razze autoctone, con conseguenti danni ambientali e peggioramento del benessere sociale.  In Basilicata, una razza ovina minacciata di estinzione è la Gentile di Puglia a causa dei bassi livelli di produzione, dei bassi valori di mercato del latte e della carne e della sostituzione della lana con fibre sintetiche per la produzione di capi. Tuttavia, in un clima di cambiamento, l’agricoltura tradizionale sta ricevendo una maggiore attenzione in tutto il mondo da parte dei consumatori che stanno abbracciando una emergente produzione alimentare sostenibile.

Pertanto, alla luce di una possibile strategia di conservazione, è stato condotto da due ricercatori dell’Università degli Studi di Foggia uno studio che indaga la fattibilità di una possibile strategia di conservazione per tale razza basata sull’uso innovativo della lana della Gentile di Puglia per la produzione di capi di qualità (pullover) prodotti secondo le tecniche tradizionali, in modo da dare nuovo valore alla lana e consentire ulteriori redditi agli agricoltori. Le caratteristiche della lana della Gentile di Puglia (alta arricciatura, piccola lunghezza e diametro ridotto) ne consentono l’utilizzo nel settore della moda. I risultati hanno evidenziato una potenziale domanda focalizzata sulle donne di 50 anni e più e un valore riconosciuto della lana per gli agricoltori di 55 €/animale (22 €/kg). Queste nuove entrate potrebbero consentire una riduzione dal 57% al 3% della differenza di margine lordo tra la Gentile di Puglia e la Comisana, razza non autoctona allevata intensivamente. La produzione di ulteriori indumenti di lana per una domanda più ampia potrebbe aumentare la sostenibilità economica della Gentile di Puglia, rendendola ancora più preferibile alle altre razze altamente produttive. Tuttavia, un’altra soluzione potrebbe riguardare l’incentivazione dei meccanismi domanda-offerta incentrati sui prodotti.

Un’ulteriore strategia per migliorare l’introito ottenuto dalla vendita di tale prodotto consiste nell’attribuire alla lana ottenuta dalla Gentile di Puglia l’indicazione geografica di prodotto (IGP), in modo da consentire ai consumatori di distinguere un prodotto di qualità e di averne un’ulteriore garanzia, nonché di aiutare i produttori a migliorare le strategie di commercializzazione.

 

Articolo tratto da: New Value to Wool: Innovative Garments for Preservation of Sheep Landraces in Italy

Ruggiero Sardaro* and Piermichele La Sala

Department of Economics, University of Foggia, 71121 Foggia, Italy

*Correspondence: ruggiero.sardaro@unifg.it

Academic Editors: Felice Adinolfi, Marcello De Rosa and Jorgelina Di Pasquale
Animals 202111(3), 731; https://doi.org/10.3390/ani11030731
Received: 4 February 2021 / Revised: 2 March 2021 / Accepted: 5 March 2021 / Published: 8 March 2021
(This article belongs to the Special Issue Sustainable Management in Small/Medium Scale Animal Farms)