L’individuazione di risorse da utilizzare per l’alimentazione animale riducendo la competizione con l’alimentazione umana sta diventando un tema sempre più centrale per la ricerca scientifica. L’obiettivo è quello di ridurre gli impatti delle produzioni zootecniche, garantendo ai consumatori l’accesso a prodotti di qualità.
In questo contesto, diventa sempre più interessante l’utilizzo di sottoprodotti agro-industriali. Oltre alla diminuzione dell’uso zootecnico di risorse utilizzabili anche per l’alimentazione umana, questo approccio ha il vantaggio aggiuntivo di ridurre i costi di smaltimento dei sottoprodotti agro-industriali. Un sottoprodotto particolarmente interessante è rappresentato dalle buccette di nocciola (Corylus avellana L.), prodotte in grande quantità nell’industria dolciaria. Alcune delle principali caratteristiche delle buccette di nocciola, che ne fanno un sottoprodotto interessante per l’alimentazione animale, sono rappresentate dall’alto contenuto di grassi e dalla presenza di composti fenolici (Caccamo et al., 2019). I composti fenolici sono metaboliti delle piante capaci di modulare il metabolismo dei batteri, i quali rappresentano la principale componente del microbiota ruminale, e svolgono un ruolo fondamentale nella degradazione e nell’assimilazione degli alimenti. Inoltre, alcuni gruppi di batteri sono coinvolti nella progressiva saturazione degli acidi grassi insaturi (bioidrogenazione).
Uno dei principali acidi grassi insaturi coinvolti nella bioidrogenazione ruminale è l’acido linoleico (C18:2 c9, c12), che è presente nella dieta dei ruminanti. Attraverso il processo di bioidrogenazione questo acido grasso può essere saturato portando alla formazione di un acido grasso saturo, l’acido stearico (C18:0). La bioidrogenazione dell’acido linoleico può avvenire attraverso la produzione di acido vaccenico (C18:1 t11), oppure attraverso una via alternativa con la formazione dell’isomero C18:1 t10 (Meynadier et al., 2018). Gli acidi grassi prodotti durante le bioidrogenazioni ruminali possono essere ritrovati nei prodotti di origine animale, quali carne e latte.
Gli acidi grassi prodotti possono tuttavia avere effetti diversi sulla salute umana in funzione della loro struttura, in particolare l’acido vaccenico è stato associato ad effetti positivi sulla salute (Wang et al., 2012); al contrario, l’isomero C18:1 t10 è stato associato ad effetti negativi sulla salute (Aldai et al., 2013; Frutos et al., 2020).
In un recente lavoro (Priolo et al., 2021) è stato studiato l’effetto dell’aggiunta di buccette di nocciola nell’alimentazione degli agnelli. Un gruppo di agnelli è stato alimentato con una dieta di controllo, mentre un secondo gruppo è stato alimentato con la stessa dieta integrata con le buccette di nocciola. Gli autori hanno osservato un contenuto più alto di acido vaccenico nel rumine degli agnelli alimentati con le buccette di nocciola, mentre una tendenza alla produzione dell’acido grasso C18:1 t10 è stata osservata nel gruppo di controllo.
Cosa è stato fatto?
L’effetto dell’utilizzo delle buccette di nocciola sulle comunità microbiche ruminali degli agnelli è stato recentemente riportato in uno studio pubblicato sull’Italian Journal of Animal Science (Daghio et al., 2021). I batteri presenti nel rumine sono stati identificati tramite tecniche di biologia molecolare. In particolare è stato studiato un particolare gene marcatore (il gene 16S rRNA), la cui sequenza differisce in batteri appartenenti a specie diverse. Tramite apposite piattaforme bioinformatiche è stato quindi possibile confrontate le sequenze appartenenti ai microrganismi presenti nel campione con quelle disponibili in banche dati di riferimento. Questo ha permesso di identificare i microrganismi presenti nei campioni di rumine degli agnelli alimentati con la dieta integrata con le buccette di nocciola e quelli presenti nel rumine degli agnelli che avevano ricevuto la dieta di controllo.
Cosa è stato osservato?
La caratterizzazione del microbiota ruminale ha permesso di capire che le comunità batteriche presenti nel rumine degli agnelli a cui era stata somministrata la dieta con le buccette di nocciola erano diverse rispetto a quelle nel rumine degli agnelli che avevano ricevuto la dieta di controllo. Nel rumine degli agnelli che avevano ricevuto la dieta di controllo, uno dei gruppi più abbondanti era rappresentato dal genere Dialister, a cui appartenevano circa l’8% dei batteri, ma che era solo l’1% quando le buccette di nocciola erano presenti nella dieta. La presenza di questo genere era inoltre più abbondante nei campioni di rumine con il contenuto più alto di C18:1 t10, indicando una correlazione positiva tra questo acido grasso ed il genere Dialister. Questa osservazione ha trovato riscontro anche in precedenti lavori che hanno correlato la presenza del genere Dialister con la produzione dell’acido grasso C18:1 t10 nelle capre (Dewanckele et al., 2018) e nelle vacche da latte (Dewanckele et al., 2019). L’analisi del microbiota ruminale ha mostrato inoltre che anche la percentuale di altri generi di batteri correlati con la presenza del C18:1 t10, quali ad esempio il genere Acidaminococcus, il genere Megasphaera ed il genere Olsenella erano meno abbondanti nel rumine degli agnelli che avevano ricevuto la dieta con le buccette di nocciola.
Cosa possiamo concludere?
I dati presentati in Daghio et al. (2021), insieme a quelli presentati in Priolo et al. (2021), suggeriscono che l’utilizzo delle buccette di nocciola nella dieta degli agnelli può avere un effetto positivo sulle comunità batteriche del rumine, portando ad un aumento del contenuto di acido vaccenico, a spese del contenuto di C18:1 t10.
La presente nota è una sintesi del seguente articolo scientifico, in cui è riportata tutta la letteratura citata: Matteo Daghio, Carlo Viti, Federica Mannelli, Mariano Pauselli, Antonio Natalello, Giuseppe Luciano, Bernardo Valenti & Arianna Buccioni (2021) “A diet supplemented with hazelnut skin changes the microbial community composition and the biohydrogenation pattern of linoleic acid in the rumen of growing lambs“, Italian Journal of Animal Science, 20:1, 1256-1263, DOI: 10.1080/1828051X.2021.1955020.
Autore
Matteo Daghio, sotto la supervisione del “Gruppo Editoriale ASPA”: Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Antonio Gallo, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Manuel Scerra.
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